Martorella (AXA IM): “ETF, credito di qualità e consolidamento: così cambia l’asset management”

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Dal conservatorismo dei clienti alla crescita degli ETF, fino alla necessità di maggiore scala nell’industria del risparmio gestito. L’head of Core Client Group di AXA Investment Managers analizza per FocusRisparmio le dinamiche che stanno ridefinendo il settore e spiega perché l’Italia resta un mercato chiave in ottica prospettica

L’industria del risparmio gestito sta attraversando un momento di trasformazione profonda. La crescente domanda di strumenti obbligazionari a basso rischio, il consolidamento tra asset manager e la rapida evoluzione del mercato degli ETF stanno cambiando il modo in cui gli investitori costruiscono i portafogli. In questo scenario, AXA Investment Managers punta sui bond, con un’attenta selezione del credito IG e HY, una gestione attiva della duration, fondi tradizionali e  ETF attivi. Ne abbiamo parlato con Pietro Martorella, co-head of Core Client Group di AXA IM, per capire come il settore stia evolvendo e quale ruolo avrà l’Italia in questo contesto.

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Il 2024 è stato un anno positivo per i mercati. Quali sono state le principali tendenze nella domanda degli investitori?

Il 2024 è stato caratterizzato da un approccio prudente da parte degli investitori, con una forte preferenza per soluzioni obbligazionarie a basso rischio. Abbiamo osservato un movimento graduale dalla liquidità e money market verso il credito investment grade, con una focalizzazione su duration brevi. Tuttavia, alcune soluzioni a maggior valore aggiunto, come strategie di gestione attiva e selezione su titoli below investment grade, hanno suscitato grande interesse, sia in Italia che all’estero. La memoria degli investitori è ancora segnata dalle turbolenze culminate nel 2022, anno in cui sia l’azionario che l’obbligazionario hanno sofferto simultaneamente.

Guardando al 2025, quali segnali state cogliendo nei primi mesi?

Il nuovo anno è partito in continuità con il 2024: gli investitori continuano a privilegiare soluzioni obbligazionarie a basso rischio. Tuttavia, dal nostro punto di vista, ci sono più opportunità sui segmenti con maggiore rendimento, come l’high yield, che in particolare quest’anno vediamo come un’alternativa interessante all’azionario. L’economia globale è resiliente: PIL in crescita, inflazione moderata e imprese con fondamentali solidi. Vediamo quindi un contesto favorevole per chi è disposto a incrementare la propensione al rischio. Alcune strategie d’investimento in high yield di AXA IM presentano un profilo di rischio/rendimento più interessanti dell’azionario “tout court”.

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L’eccezionalismo americano continua a essere un tema dominante nei mercati finanziari. Qual è la vostra visione?

Gli Stati Uniti restano il principale motore della crescita globale. Il mercato del lavoro è solido, la produttività in aumento e gli investimenti in settori ad alta crescita continuano a trainare l’economia. Con un peso del 60-70% nei principali indici globali, azionari e/o obbligazionari, non sorprende che una parte molto rilevante degli investimenti globali confluisca nel mercato statunitense. È una realtà che gli investitori devono considerare: in un portafoglio globale ben diversificato, l’allocazione agli USA è inevitabile. Per questo AXA Investment Managers ha costruito un team molto forte sul credito US.

Il mercato degli ETF continua a crescere. Qual è la vostra strategia?

L’ETF si è ormai affermato come strumento di investimento efficiente e flessibile, sia per investitori istituzionali che retail. In Europa, storicamente sinonimo di gestione passiva, l’ETF sta evolvendo verso un veicolo anche per la gestione attiva. AXA IM ha investito in questo segmento, con particolare focus sulla componente obbligazionaria, dove la gestione attiva può offrire un valore aggiunto maggiore. Per rispondere alla crescente domanda di questo tipo di soluzioni da parte degli investitori abbiamo lanciato 7 ETF attivi, focalizzandoci in particolare sul credito e sul high yield, sulle quali abbiamo una expertise riconosciuta ed un vantaggio competitivo.

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Quali sono le implicazioni della crescente adozione degli ETF per l’industria dell’asset management?

L’adozione degli ETF è un fenomeno irreversibile anche se non vediamo all’orizzonte una completa sostituzione dei fondi tradizionali, ma piuttosto un’integrazione. L’industria si sta adattando, con molti asset manager che stanno espandendo l’offerta in questo segmento. Trasparenza, liquidità e costi in media più contenuti rendono l’ETF un veicolo sempre più centrale. Tuttavia, la gestione attiva attraverso ETF presenta delle opportunità per la generazione di alpha ma anche delle sfide, tra cui il posizionamento in termini di prezzo rispetto agli strumenti puramente passivi. È un punto di equilibrio che il settore sta cercando di raggiungere.

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Il consolidamento nel settore dell’asset management è un tema caldo. Quali sono le sue implicazioni?

Da anni sappiamo che il settore dell’Asset Management è “maturo” e in particolare in Europa stiamo assistendo ad un’accelerazione nel processo di concentrazione. Il numero di operatori è molto elevato e i costi per rimanere competitivi, tra tecnologia, regolamentazione e ricerca, sono sempre più alti. L’aggregazione tra asset manager e gruppi bancari diventerà sempre più comune, la distribuzione stà guardando con maggior interesse alle fabbriche prodotto. AXA IM stessa è coinvolta in un’operazione di acquisizione da parte di BNP Paribas con ottime prospettive in termini di scala e complementarità di capabilities e canali di distribuzione. La dimensione, d’altronde, è oggi un fattore troppo importante nella competizione tra grandi player globali.

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Qual è la vostra visione sul mercato italiano?

L’Italia rimane un mercato strategico. Il 2024 è stato un anno molto positivo per AXA IM, con una raccolta di oltre un miliardo di euro, in particolare grazie alle partnership con i maggiori istituti Italiani e alla riconosciuta expertise nell’obbligazionario. La domanda si è concentrata su strategie flessibili nel credito, con un bilanciamento tra investment grade e high yield. Tuttavia, come dimostrano i dati definitivi del 2024 recentemente diffusi da Assogestioni, il mercato italiano ha visto forti deflussi dai prodotti azionari e una prevalenza dell’investimento in strumenti a basso rischio. L’educazione finanziaria e il supporto alla consulenza saranno fondamentali per riequilibrare l’allocazione degli investitori e aiutarli a diversificare in modo più efficace.

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