maxi blitz di polizia e carabinieri

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Maxi operazione contro il traffico internazionale di droga, arresti e perquisizioni. La polizia di Stato e l’Arma dei Carabinieri, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia, hanno dato esecuzione a 12 ordinanze di custodia cautelare, 17 decreti di fermo di indiziato di delitto e decine di decreti di perquisizione.

L’operazione ha coinvolto la Lombardia, la Sicilia e la Calabria con trenta persone accusate – a vario titolo – per associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, porto abusivo di armi da sparo, anche da guerra, usura, ricettazione, favoreggiamento personale, falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico, emissione di fatture per operazioni inesistenti.

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Una lunga lista di reati che comprende anche l’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati di natura fiscale quali intestazioni fittizie di beni immobili e quote societarie, riciclaggio, autoriciclaggio, reimpiego dei profitti dei predetti reati presupposto attraverso la costituzione e gestione di numerose società.

“Vibo”, “Papero” e gli affari tra chili di cocaina e rottami: il broker della droga che gestiva il narcotraffico durante i permessi dai domiciliari

Il maxi blitz di martedì 25 febbraio, come spiega una nota congiunta, scaturisce da due attività d’indagine condotte tra il 2021 e il 2023 che hanno permesso di smantellare quattro gruppi criminali attivi nell’ambito del narcotraffico internazionale.

Una tonnellata di droga al mese

Le indagini, seguite dagli investigatori della polizia di Stato – Squadra mobile di Lecco e di Como, hanno permesso di far luce sulle dinamiche interne e gli affari di due gruppi criminali attivi tra il Lecchese e Milano. Una tonnellata di droga al mese che arrivava in Lombardia per essere poi distribuita a livello locale per andare a rifornire le principali piazze di spaccio di tutta Italia. La droga, secondo quanto ricostruito, arrivava dalla Spagna. E poi veniva distribuita, in tutta la Lombardia e poi arrivava anche in Sicilia e in Calabria. Oltre al livello dello smercio all’ingrosso di droga, le indagini dei poliziotti della questura di Como hanno poi permesso di ricostruire anche l’esistenza di un altro sodalizio con protagonisti un gruppo di italiani che acquistavano le sostanze stupefacenti dai “grossisti” del territorio milanese, per poi rifornire spacciatori e consumatori della provincia di Como e dell’alto Lario.

La cocaina dal Perù e gli affari con i soldi riciclati: l’ombra del clan Mancuso

L’altro filone di indagine è stato sviluppato grazie alle attività del Nucleo Investigativo di Milano. Bisogna andare a ritroso fino all’ottobre 2021 quando, su rogatoria internazionale con le autorità peruviane, era stato arrestato in flagranza – a Lima – un cittadino peruviano in partenza per Milano. Aveva con sé oltre due chili di cocaina. Da lì le indagini hanno portato fino a un’associazione attiva nel traffico di droga con a capo un cittadino italiano, “espressione del clan Mancuso di Limbadi”.

L’uomo, secondo quanto emerso dalle indagini, avrebbe investito i proventi illeciti in altre attività che non avevano nulla a che fare con il business del narcotraffico del gruppo e all’apparenza lecite. L’uomo – spiegano dalla questura e dal comando provinciale di Milano – “era anche a capo di un’ulteriore associazione per delinquere dedita alla commissione di reati finanziari quali riciclaggio, autoriciclaggio, trasferimento fraudolento di valori ed emissione di fatture per operazioni inesistenti, operante nelle province di Milano, Monza e Brianza e Vibo Valentia”.

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Chat criptate e consegne per portare la droga anche a Monza e in Brianza

Durante le indagini gli investigatori hanno scoperto come il gruppo criminale facesse uso di chat criptate della piattaforma SkyECC da cui è emersa traccia di un sistema di importazione e cessione di cocaina con una rete di spaccio articolata in “batterie” di pusher italiani che poi distribuivano la droga nell’area metropolitana di Milano, tra Piazza Prealpi, Cimitero Maggiore e nella provincia di Monza e Brianza.

I depositi della droga

La droga arrivava dalla Spagna, dal Belgio e dall’Olanda. E una volta in Lombardia poi proseguiva il suo viaggio verso la destinazione finale. La droga acquistata veniva poi venduta ad altri soggetti che si occupavano di commercializzarla all’ingrosso. Una volta arrivata nel Nord Italia, la sostanza stupefacente arrivava in vari depositi.

Nell’ambito dell’indagine è stata sequestrata una tonnellata di hashish, 200 chili di marijuana e 10 chili tra cocaina ed eroina, e due pistole con relativo munizionamento. Sono 13 arresti gli in flagranza di reato e sono stati centinaia gli operatori di polizia di Stato e carabinieri impegnati nell’operazione in tutta Italia.



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