Superjet chiede la ricapitalizzazione: «Denaro fresco per sopravvivere»

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All’assemblea dei soci che si terrà martedì 25 febbraio nella sede di Superjet, a Tessera, ci sono due punti all’ordine del giorno. Il primo prevede l’illustrazione da parte dell’amministratore delegato, Camillo Perfido, della situazione dell’azienda rimasta schiacciata – come noto – nella morsa delle sanzioni di Bruxelles contro la Russia per l’invasione dell’Ucraina.

Perfido spiegherà ai rappresentanti di Leonardo (che detiene il 10% delle quote) e del Demanio (controlla il restante 90% delle quote, tutte quelle che erano state sequestrate ai russi) che la situazione resta molto, molto complicata.

Il Comitato di sicurezza finanziaria (Csf), dopo aver mosso una serie di rilievi, non si è ancora espresso sul passaggio delle quote russe detenute dal Demanio al fondo emiratino Markab Capital, il cui ingresso nel capitale sociale di Superjet – per il quale oltre un anno fa era stata siglata una prima intesa – permetterebbe il rilancio dell’azienda mantenendo la testa a Tessera e realizzando un impianto per la costruzione delle carlinghe vicino all’aeroporto internazionale di Al Ain (Dubai) che prenderebbe il posto di quello che, quando era ancora operativa la joint-venture italo-russa, si trovava in Siberia.

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Il Csf ha chiesto un parere all’avvocatura civica dello Stato sull’operazione, e al momento non è noto quale sia l’orientamento dei legali. All’orizzonte, quindi, non si può escludere l’ipotesi peggiore: il tribunale e la liquidazione.

È vero che Superjet ne ha parlato anche per cercare di smuovere la politica. Ma è altrettanto vero che, senza uno sblocco della trattativa, alternative non ce ne sono.

Ecco perché c’è bisogno di guadagnare tempo. Ed ecco perché con ogni probabilità – e qui arriviamo al secondo punto all’ordine del giorno dell’assemblea dei soci – Perfido chiederà al Demanio e a Leonardo di iniettare liquidità in azienda per garantire la manutenzione dei cinque velivoli Superjet 100 fermi negli hangar il cui valore complessivo è di 130 milioni di euro.

Di quanti soldi ci sarà bisogno lo si capirà solo dopo l’assemblea, probabilmente una manciata di milioni di euro. Niente rispetto ai 27 milioni di euro che, proprio il Demanio, ha dovuto sborsare per mantenere, dal 12 marzo del 2022, il veliero da 143 metri ormeggiato a Trieste di proprietà dell’oligarca Andrey Melnichenko sotto sequestro sempre per le sanzioni comminate dall’Unione Europea.

Superjet ha bisogno di un po’ di ossigeno per le casse aziendali, un modo per guadagnare mesi in attesa (anche) di capire quale esito avranno le trattative aperte per porre fine alla guerra in Ucraina e, di conseguenza, quale sarà l’atteggiamento di Bruxelles nei confronti della Russia.

Lunedì i ministri degli Esteri hanno approvato il 16° pacchetto di sanzioni contro la Russia perché, come recita una nota del Consiglio Ue, «con i colloqui in corso per porre fine all’aggressione russa, dobbiamo mettere l’Ucraina nella posizione più forte possibile».

Molti analisti ritengono che le sanzioni, anche dopo la fine della guerra, potrebbero persistere per mesi. È in questo contesto precario che azienda e lavoratori restano aggrappati alla decisione del Comitato di sicurezza finanziaria, anche se certo non ha aiutato la notizia, pubblicata da Investigative Europe: Superjet avrebbe venduto pezzi di ricambio ai russi – che dalla ceneri di Superjet stanno elaborando un progetto autonomo di aviazione civile – attraverso l’India anche dopo l’entrata in vigore della sanzioni. Circostanza cui Superjet ha risposto sostenendo che «tutti i suoi contratti includono una clausola di non esportazione in Russia».

Intanto la prima visita in Italia del presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohamed bin Zayed Al Nahyan – che ha incontrato la premier Giorgia Meloni – si è chiusa con un accordo con 40 intese economiche per 40 miliardi.

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Le dimensioni di Superjet, che conta 120 dipendenti, non aiutano a farne un caso nazionale, che interessi Roma. Ma il senatore di Fratelli d’Italia Raffaele Speranzon ha aggiunto agli appunti del collega di partito e ministro del Made in Italy Adolfo Urso, che ha incontrato gli emiratini, un “foglietto” con la parola Superjet sottolineata.



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