Tesla crolla in Europa: Musk affonda il marchio con le sue scelte politiche

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Tesla precipita in Europa. I dati diffusi da Acea parlano chiaro: a gennaio 2025 la casa automobilistica di Elon Musk ha immatricolato solo 9.945 vetture, quasi la metà rispetto alle 18.161 dello stesso mese dell’anno precedente. Un crollo verticale del 45%, che segna il peggior inizio d’anno per Tesla sul mercato europeo.

Il dato più allarmante arriva dalla Germania, dove il colosso americano ha registrato appena 1.277 vendite, il livello più basso dal luglio 2021. Un tonfo che gli analisti collegano direttamente alla crescente esposizione politica di Musk, che con le sue dichiarazioni a sostegno dell’estrema destra di Alternative für Deutschland (AfD) ha scatenato dure reazioni tra i consumatori tedeschi.

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Il terremoto Tesla non si ferma alla Germania. Per la prima volta nella sua storia, la casa di Musk ha immatricolato meno vetture nel Regno Unito rispetto alla cinese Byd, il marchio che incarna l’ascesa inarrestabile dell’auto elettrica made in China.

Le ripercussioni si sono fatte sentire immediatamente a Wall Street, dove il titolo Tesla ha perso oltre il 7%, facendo scivolare la sua capitalizzazione di mercato sotto i 1.000 miliardi di dollari.

Il crollo del colosso californiano appare ancora più significativo se confrontato con l’andamento generale del mercato elettrico. Le vendite di auto a batteria in Europa sono aumentate del 34% su base annua, conquistando il 15% del mercato complessivo. Un segnale che conferma come la domanda di auto elettriche sia in crescita, ma Tesla non riesca più a dominarla come in passato.

Nel frattempo, a trainare le vendite sono le ibride, che tornano a essere la prima scelta degli europei. Con un balzo del 18,4%, le vetture con motorizzazioni miste rappresentano ormai il 34,9% del mercato, superando di gran lunga i modelli a benzina, in forte calo del -18,9%. Il diesel, un tempo re incontrastato delle strade europee, è ormai relegato al 10% di quota di mercato, con una contrazione annua del -27%.

L’Italia si distingue per una crescita record delle vendite di auto elettriche, con un aumento del 126% rispetto all’anno precedente. La quota delle immatricolazioni è salita dal 2,1% al 5%, un risultato che fa ben sperare i sostenitori della transizione ecologica, ma che non basta a ribaltare il quadro generale di un mercato ancora in difficoltà.

L’Europa ora guarda con attenzione al 5 marzo, data in cui la Commissione Europea presenterà il Piano d’Azione per il settore automotive, nell’ambito del “Dialogo strategico sul futuro dell’industria dell’auto”. Tra le misure sul tavolo, l’ipotesi di concedere margini di manovra anche dopo il 2035 per la produzione di vetture non totalmente elettriche, incluse le ibride plug-in e range extender, che potrebbero garantire un’ulteriore fase di transizione prima dello stop definitivo ai motori termici.

L’Unrae attende risposte concrete per garantire competitività al settore europeo, mentre secondo il presidente del Centro Studi Promotor, Gian Primo Quagliano, il rischio è di “lasciare il mercato in stallo”, poiché le ibride, pur in crescita, restano ancora troppo costose per la fascia media dei consumatori.

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Il panorama automobilistico europeo inizia il 2025 con numeri poco incoraggianti. A gennaio sono state immatricolate 995.271 vetture, il 2,1% in meno rispetto al 2024 e ben il 18,8% in meno rispetto ai livelli pre-pandemia del 2019.

Se il colosso cinese Saic cresce del 36,8% conquistando una quota di mercato del 2,3%, altri marchi asiatici arrancano: Hyundai perde il 3,7%, Toyota il 4,4% e anche le tedesche BMW, Mercedes e Volvo registrano una contrazione delle vendite.

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Il 2025 inizia in salita anche per Stellantis, che ha chiuso gennaio con 154.079 auto vendute, il 16% in meno rispetto allo stesso mese dello scorso anno, riducendo la propria quota di mercato dal 18% al 15,5%. In controtendenza Volkswagen e Renault, che guadagnano rispettivamente il 5,3% e il 5,4%, con la casa francese che ha appena chiuso un 2024 da record.

Dando uno sguardo ai mercati nazionali, solo la Spagna registra una crescita nelle vendite (+5,3%), mentre gli altri grandi paesi europei chiudono in negativo: la Francia segna un -6,2%, seguita dall’Italia (-5,8%), dalla Germania (-2,8%) e dal Regno Unito (-2,5%).

Il 2025 potrebbe segnare l’anno della svolta per il settore automotive, tra la pressione cinese, il rallentamento di Tesla e l’attesa per nuove regolamentazioni europee. Intanto, le scelte di Elon Musk sembrano avere un peso sempre più forte sul destino della sua azienda.

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