Crisi Bagnara, il presidio a Sestri. Salis attacca: “In questi anni soldi pubblici per favorire la grande distribuzione”

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Genova. Almeno un centinaio di persone questo pomeriggio ha dato vita al presidio di solidarietà per i 29 lavoratori di Giglio Bagnara, lo storico negozio di abbigliamento di Sestri Ponente, la cui proprietà nei giorni scorsi ha annunciato la possibile imminente chiusura. La manifestazione, promossa dalle forze politiche oggi all’opposizione sia nel Municipio VI Medio Ponente che in Comune, ha poi portato la protesta sotto le sedi della circoscrizione con un corteo, accolto dall’applauso e dal sostegno di molti sestresi presenti nella centralissima via Sestri.

Un momento di raccoglimento, quindi, della comunità sestrese che vede uno dei suoi ultimi simboli storici – l’azienda Giglio Bagnara è stata fondata nel 1869 – a rischio chiusura, in un momento di forte sofferenza del tessuto sociale del quartiere, alle prese con una radicale trasformazione del commercio e con la prospettiva di un allargamento del grande insediamento industriale di Fincatieri, il cui cantiere sta letteralmente facendo tremare la delegazione.

Al presidio hanno partecipato i rappresentanti dei sindacati e delle forze di opposizione, tra volti vecchi e nuovi: da Claudio Burlando a Silvia Salis, candidata sindaca per la coalizione di centrosinistra. E proprio con un colloquio tra i lavoratori e le lavoratrici e l’ex vice presidente del Coni, oggi in corsa per Palazzo Tursi, che è iniziato il presidio, convocato davanti alla storica sede di via Sestri.

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“Noi siamo vicino ai 29 lavoratori che in questo momento stanno vivendo questo incubo – ha commentato Salis – ho parlato con loro ed è emerso un grande sconforto legato anche al peso sociale che ha sempre avuto Giglio Bagnara per questa comunità. Un rapporto che va indietro negli anni, e si lega con il tessuto operaio che ha sempre caratterizzato questo quartiere. Quartiere che ha visto il ruolo delle donne e delle lavoratrici cambiare negli anni. Giglio Bagnara rappresenta anche questo, uno spaccato storico di questa società e del lavoro in Italia. L’epilogo della chiusura ci dice molto anche del fatto che sul rilancio commerciale della città, a parte gli annunci, in questi anni non sia stato fatto niente“.

La crisi di Bagnara però non ha solo radici locali: “E’ chiaro che c’è una congiuntura mondiale, l’e-commerce, e tutti i cambiamenti che hanno investito il mondo del commercio – sottolinea Silvia Salis – ma è anche vero che una città dove il tessuto sociale è depresso, una città dove i negozi chiudono ha un grosso tema sociale legato al lavoro e alla presenza di sviluppo sul territorio. Non ci sono giovani nelle condizioni di pagarsi un affitto, un mutuo; giovani che non riescono a mettere su famiglia e contribuire a far crescere il tessuto sociale della città, cosa che si fa anche potendo essere clienti dei negozi, come Bagnara“.

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Una situazione che secondo Salis non si presenta solo a Sestri, ma in tutta la città: “Ci sono esempi eclatanti, come la Rinascente, chiusa sei anni fa e che, nonostante gli annunci visti in questi anni, oggi al suo posto ci sono saracinesche chiuse. Il problema è stata ignorato per troppo tempo anche se era sotto gli occhi di poteva fare qualcosa”. E poi l’attacco al centrodestra: “Il modo in cui si occupano gli spazi nel comune è un chiaro messaggio politico. E’ inutile dire di essere dalla parte dei lavoratori, quando si fanno delle scelte che mettono in crisi il tessuto commerciale della città. Si fanno delle scelte utilizzando anche dei fondi pubblici per aiutare l’insediamento della grande distribuzione, la cui presenza oggi è sovradimensionata rispetto alle reali esigenze della città”.

I commenti dal territorio

“Il caso Bagnara è la dimostrazione della desertificazione che sta avvenendo in questo quartiere – sottolinea Fabio Ceraudo, consigliere comunale del M5s – un percorso partito dalle continue aperture della grande distribuzione. E oltre a questo, Sestri è alle prese con gravi problemi legatai alla vivibilità e alla sicurezza, con una grande fabbrica, Fincantieri, che sta importando lavoro povero, al contrario di quanto succedeva decenni fa”.

“Una situazione che era nell’aria da tanto tempo – spiega Sara Tassara, consigliera del municipio Medio Ponente, quota Linea Condivisa – Giglio Bagnara è un presidio fondamentale per Sestri, in questi anni abbiamo combattuto contro l’apertura di grandi supermercati, perchè crediamo che i negozi come questo vadano tutelati per tutelare il tessuto sociale del territorio

“Sul territorio, che comprende anche Cornigliano, l’amministrazione comunale è stata molto deficitaria. Serve un piano del commercio che valorizzi il tessuto commerciale di questi territori – sottolinea Elisa Somaglia, consigliere del Partito Democratico – Il caso Bagnara è il risultato dell’abbandono dei quartieri. Via Sestri è sempre stata una passerella per tutta la città. Ci sono molte altre realtà a rischio chiusura. E oltre alle saracinesche che si abbassano i sestresi vivono nell’insicurezza e assediati dai cantieri. C’è molto da fare per questo quartiere“.





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