Romania, fermato candidato filorusso Georgescu

L’esponente di estrema destra filorusso e candidato alle elezioni presidenziali Calin Georgescu è stato fermato in Romania. La notizia è stata confermata dal team della campagna elettorale di Georgescu sul suo profilo Facebook.

Le riprese televisive hanno mostrato Georgescu entrare nell’edificio dell’ufficio del pubblico ministero, affiancato da agenti di polizia. Gli agenti erano intervenuti mentre viaggiava in auto a Bucarest. Il motivo dell’arresto non è stato inizialmente reso noto.

Oltre al fermo di Georgescu, mercoledì vi è stata una serie di retate in tutto il Paese che hanno portato al sequestro di armi e decine di milioni di dollari in contanti. Tra gli altri risultati delle indagini durate mesi, le autorità rumene hanno diffuso le prove dei frequenti viaggi a Mosca delle guardie del corpo e dei collaboratori del candidato, che si dice estraneo ai fatti.

Mercoledì mattina i pubblici ministeri hanno dichiarato che sono state condotte 47 perquisizioni riguardanti persone e associazioni collegate a Georgescu nell’ambito di un’indagine penale più ampia su diversi reati, tra cui frode nel finanziamento delle campagne elettorali e atti contro l’ordine costituzionale. Al momento Georgescu non è considerato un sospettato.

Georgescu aveva vinto a sorpresa il primo turno delle elezioni presidenziali in Romania il 24 novembre. Tuttavia, poco prima del ballottaggio, la Corte costituzionale ha annullato il primo turno a causa di irregolarità nel finanziamento della campagna elettorale. Le elezioni saranno perciò ripetute in primavera.

La Procura della Repubblica sta indagando su Georgescu dal dicembre 2024 in relazione al finanziamento poco chiaro della campagna elettorale. Anche i servizi segreti rumeni avevano criticato le interferenze russe nella campagna elettorale di Georgescu. I rappresentanti del partito AUR, che sostiene Georgescu, hanno espresso solidarietà dopo il suo arresto.

In merito alle decine di perquisizioni domiciliari nelle case dei sostenitori di Georgescu in tutto il Paese, la Procura generale di Bucarest ha spiegato che le indagini non riguardano unicamente il finanziamento della campagna elettorale, ma pure la sospetta propaganda illegale di estrema destra che sarebbe legata al candidato.

Georgescu intende ricandidarsi alle nuove consultazioni elettorali del 4 maggio. La Corte costituzionale deve però ancora decidere se gli sarà permesso di farlo. Il termine ultimo per l’approvazione di tutte le candidature è il 15 marzo.

Il 62enne – che aveva ottenuto risultati tutto sommato modesti nei sondaggi precedenti il voto dello scorso autunno e dichiarato di non aver speso nulla per la campagna elettorale – è stato una sorpresa per molti: infatti, si è imposto al primo turno per il voto presidenziale il 24 novembre, dopo il quale però sono emerse ripetute accuse di violazioni elettorali e interferenze russe.

Georgescu, che ha elogiato i leader fascisti della Romania degli anni Trenta e ha espresso ammirazione per il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e per il leader della Russia Vladimir Putin, rimane la prima scelta degli elettori nei sondaggi in vista del voto previsto in maggio, anche se non è chiaro se gli sarà permesso di candidarsi.

Il politico ha accusato le autorità di un comportamento che ricorda il passato comunista della Romania. “Il sistema comunista bolscevico sta continuando a commettere abusi atroci”, ha dichiarato mercoledì Georgescu sul suo account Facebook. “Stanno cercando di inventare prove per giustificare il furto delle elezioni e per fare di tutto per bloccare una mia nuova candidatura”.

Il suo team di comunicazione ha dichiarato in un post sui social media che le autorità lo hanno portato in tribunale per interrogarlo il giorno in cui aveva intenzione di presentare la sua candidatura per la nuova tornata delle elezioni presidenziali.