BUSTO ARSIZIO – «Quella di oggi è una testimonianza civica a difesa della Costituzione. Un imperativo etico ci costringe ad assumere posizione. Siamo qui per difendere un principio che è il fondamento della nostra democrazia: una giustizia indipendente, libera da condizionamenti e interessi di parte». Oggi, giovedì 27 febbraio, si tiene uno dei rarissimi scioperi che nel corso degli anni hanno visto la magistratura protagonista. A Busto Pm e giudici hanno sfilato insieme con toga e coccarda tricolore.
Una sola voce
«Oggi in tutti gli Uffici giudiziari italiani, la Magistratura parla con una sola voce». A Busto Arsizio è record di adesioni così come sta accadendo in tutta Italia. I temi sul piatto, del resto, sono fondamentali per tutti i cittadini. E i forti rimandi a Calamdrei e alla Costituzione spiegano perfettamente il perché. «Il tema della separazione delle carriere è fondamentale. Il Pm è il primo garante per i cittadino che incappa nella giustizia sia come parte offesa che come imputato. Il Pubblico Ministero non è succube della polizia giudiziaria ma ha il compito di cercare prove a carico e a discarico. Che si voglia eliminare questa garanzia per i cittadini ci preoccupa molto. I problemi della giustizia sono altri: mancanza di personale, mancanza di risorse, la digitalizzazione del processo penale. Tutti temi che abbiamo cercato di rappresentare nella mostra allestita nel palazzo di giustizia. Invitiamo i cittadini a visitare questa mostra, per potersi formare un’opinione autonoma su questa riforma della giustizia. Siamo qui come cittadini prima che come magistrati, siamo preoccupati e vogliamo condividere questa nostra preoccupazione da cittadini con i cittadini», hanno spiegato i rappresentanti dell’Associazione Nazionale Magistrati Busto Rossella Ferrazzi, giudice e segretaria Anm, e Massimo De Filippo, sostituto procuratore e presidente Anm.
Le ragioni in mostra
Una mostra allestita nel palazzo di giustizia di Busto illustra le ragioni dello sciopero, i problemi della giustizia e spinge i cittadini a una riflessione. L’invito dei magistrati è a visitare l’esposizione per potersi formare un’opinione autonoma sulla riforma della giustizia.
Uniti per la giustizia
I magistrati, con toga e coccarda tricolore, hanno quindi raggiunto l’ingresso della procura partendo dal tribunale di via Volturno. «Oggi siamo qui perché in gioco c’è qualcosa di più grande e più importante della Magistratura: la Giustizia stessa. La Giustizia è un bene comune e abbiamo il dovere come cittadini di custodirla insieme».
Siamo preoccupati
Oggi 27 febbraio 2025, in tutti gli Uffici giudiziari italiani, la Magistratura parla con una sola voce. Un imperativo etico ci costringe ad assumere posizione. Siamo qui per difendere un principio che è il fondamento della nostra democrazia: una giustizia indipendente, libera da condizionamenti e interessi di parte. Il nostro non è uno sciopero per ragioni lavorative o professionali ma è un atto di testimonianza civica a difesa della Costituzione. Siamo qui per manifestare ai cittadini – e come cittadini – la nostra preoccupazione. Siamo preoccupati perché la riforma sulla separazione delle carriere modifica in modo radicale la Costituzione intaccando il sistema di garanzia dei diritti dei cittadini. Siamo preoccupati perché principi e valori, che per oltre settant’anni hanno guidato il nostro Paese, vengono messi in discussione. Siamo preoccupati perché questa riforma non renderà una giustizia più giusta né più efficiente, ma aumenterà i costi senza ridurre i tempi dei processi. Siamo preoccupati perché la riforma del Ministro Nordio riscrive il modello di giustizia stabilito dai nostri Padri costituenti: espone la Magistratura al rischio di ingerenze esterne che provocheranno inevitabilmente disuguaglianze nel giudizio tra ricchi e poveri, potenti e cittadini comuni.
Questa riforma a chi serve davvero?
Oggi siamo qui perché in gioco c’è qualcosa di più grande e più importante della Magistratura: la Giustizia stessa. La Giustizia è un bene comune e abbiamo il dovere come cittadini di custodirla insieme.
“Dietro ogni articolo della Carta Costituzionale stanno centinaia di giovani morti nella Resistenza. Quindi la Repubblica è una conquista nostra e dobbiamo difenderla, costi quel che costi”.
Sandro Pertini
Giudice di Pace al tracollo, il grido d’allarme degli avvocati di Busto
busto sciopero magistrati riforma giustizia – MALPENSA24
Visited 332 times, 348 visit(s) today
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link