Il tema degli alberghi di lusso concessi dal Comune in deroga agli strumenti urbanistici in vigore e usando lo Sblocca Italia come previsto anche su queste pagine approfondisce le crepe nella maggioranza che sostiene il sindaco Tommasi. In un comunicato Sinistra italiana e Sinistra in Comune criticano la decisione di concedere a Palazzo Bottagisio il permesso di diventare hotel 5 stelle di lusso. E chiedono di mettere da parte le deroghe per gli hotel perché non rappresentano una urgenza per Verona. Ma soprattutto attaccano la vicesindaca Bissoli che, dicono, va avanti per la sua strada al di là (e anche al di qua) delle promesse del programma elettorale di Tommasi. La capogruppo in Consiglio Jessica Cugini voterà contro e l’assessore Bertucco non resterà certo a guardare. Albi e Perini infatti scrivono questo:
Sono ormai trascorsi tre anni dall’avvio di questa esperienza di governo della città, e le valutazioni praticate dall’assessorato all’urbanistica si allontanano sempre più dal programma elettorale in materia di gestione urbanistica e da quanto prospettato e condiviso da tutta la coalizione. Soprattutto è sempre meno comprensibile il motivo di riesumare vecchi progetti della precedente amministrazione, mai realizzati perché trovarono discordanza all’interno della stessa vecchia maggioranza. E appare ancora meno comprensibile, alla luce della volontà di ripensare e rivisitare gli obiettivi del nuovo PAT mediante strategie che esortano a cambiare rotta, di proseguire in questa riesumazione di vecchi progetti invece di aprire nuovi percorsi per ripensare una città che guardi alle future generazioni, a quali opportunità e a quale ambiente vogliamo ambire, affrontando contemporaneamente il tema dell’invecchiamento della popolazione e delle nuove generazioni, della precarietà del lavoro e più in generale della qualità della vita delle persone. Il grande tema che sta sempre più occupando le cronache riguarda il tema della casa che, pur con una disponibilità abitativa enorme fatta di case vuote vecchie e nuove, rimane una chimera per i tanti, sia per quelli che vorrebbero accedere ad una casa pubblica che non c’è, sia per chi non riesce più a trovarla nel mercato privato perché dovrebbe mettere a disposizione almeno la metà del proprio reddito mensile per l’affitto. In queste condizioni dobbiamo riconoscere di essere in una crisi abitativa e sociale che dobbiamo urgentemente prendere in carico. Invece l’Assessora all’urbanistica, dopo il discusso affaire Marangona, decide di occuparsi di hotel di lusso, nello specifico di una struttura in centro storico che sta già lavorando come residenza di lusso con annesso ristorante aperto anche alla cittadinanza. La richiesta della proprietà fonda il suo interesse nel modificare la destinazione d’uso da residenziale a turistico alberghiero, per “offrire” ai suoi clienti un’accoglienza “indimenticabile” a suon di quattrini! Tutto questo utilizzando uno strumento in deroga alla pianificazione vigente, lo Sblocca Italia, discutibile strumento che fallacemente intendeva ridare slancio ad alcuni settori strategici per l’economia nazionale, tra cui l’edilizia, attraverso misure principalmente di semplificazione. Semplificazione, che nel linguaggio della politica dei nostri tempi significa banalizzazione, riduzione concettuale, che rende labile e quindi derogabile il confine delle norme. Ed è proprio la deroga il sostantivo che nel programma elettorale era stato condannato e sostituito con pianificazione, partecipazione e trasparenza, elementi di piano che comportano scelte preventivamente ragionate, calibrate e condivise. Nel caso in oggetto si è individuato, per l’applicazione della deroga, un interesse pubblico, a beneficio della comunità, consistente nell’illuminazione e nella protezione degli scavi archeologici di porta Leoni per un valore complessivo di circa 190 mila euro, a fronte di un cambio di destinazione d’uso che aumenterà significativamente il valore economico dell’immobile. Senza voler entrare nel merito della congruità dell’operazione, appare più importante, in questa fase, rinviare all’approvazione del piano strategico tutte le proposte, vecchie e nuove, che riguardano opere di interesse privato non urgenti, concentrandoci fin da ora su criticità più gravi ed urgenti quali l’abitare per chi la casa non ce l’ha, per gli alloggi per studenti, per chi ha difficoltà ad arrivare a fine mese, per ripensare i servizi nei quartieri, per mettere in efficienza la città esistente. Nel rispetto del programma elettorale in questa fase si propone, quindi, di ricalibrare le operazioni urgenti concentrandoci nell’immediato alle sole vere emergenze e rinviando ogni altro tipo di intervento a PAT approvato. Il governo del territorio veronese merita, finalmente, soluzioni urbanistiche fondate e ragionate in una visione olistica e definitiva, che solo questa Giunta può ottenere. Ora è assai più urgente occuparsi di ridare vita all’organismo urbano, fermando l’espulsione delle classi più povere dalla città, del piccolo commercio e delle attività artigianali; è altrettanto urgente occuparci della carenza di servizi alla persona, di promuovere nuove infrastrutture verdi e di mitigare i disastrosi effetti dei cambiamenti climatici; quindi serve ripartire da un programma di recupero e riconversione del patrimonio pubblico dismesso, dove ogni spazio sia progettato per conformare l’ambiente urbano con azioni e modelli sociali capaci di incidere sulla qualità della vita di tutti i cittadini.
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