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Roma, 27 feb. (Adnkronos) – Tra piano interno e quello internazionale, reso vorticoso dal ciclone Trump. I due piani su cui si muove la relazione alla Direzione Pd della segretaria Elly Schlein, oggi a due anni dalla vittoria alle primarie, e iniziata con gli auguri di pronta guarigione a Papa Francesco. Schlein schiera nettamente il Pd sul campo europeo di fronte all’offensiva della nuova amministrazione Usa – difesa comune compresa purché non vada a scapito della spesa sociale-, in netta contrapposizione a Donald Trump che “non sarà mai nostro alleato” se i dem dovessero tornare al governo. Per la pace in Ucraina che non “può essere imposta a colpi di ricatti perché non siamo nel Far West” e deve vedere al tavolo del negoziato l’Ue e Kiev. E specifica: “Noi non siamo con Trump e col suo finto pacifismo e non siamo con l’Europa per continuare la guerra. Siamo con l’Europa per costruire una pace giusta”.

Quindi il primo affondo contro Giorgia Meloni il cui silenzio per non disturbare Trump, “sta relegando l’Italia ai margini”. Mentre Schlein spinge per una maggiore raccordo tra i socialisti e democratici in Ue di fronte al comporsi di una internazionale delle destre: “Il vocabolario del futuro non lo scriverà la destra”.

Sul versante interno, la segretaria batte sull’assenza di risposte del governo sui temi economici, a partire dal caro bollette. “Dal Cdm non esca un pannicello caldo”, avverte Schlein offrendo alla maggioranza le proposte Pd in materia. Quindi il versante partito, con il lancio di una mobilitazione per il progetto dell’Italia del Pd, l’impegno per le scadenze elettorale anche quella dei referendum: Schlein schiera il Pd a sostegno di quello contro il Jobs Act ma, a chi tra i dem non è dello stesso avviso, non chiede “abiure”, specifica.

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TRUMP E I SILENZI DI MELONI – “Giorgia Meloni si è affrettata a dire che sarebbe stata la pontiera tra Trump e l’Europa, ma è arrivato il momento di scegliere e tra essere la prima della classe o la vassalla di progetti di disgregazione europea il passo è breve”, dice Schlein. “Meloni deve dire da che parte sta se sceglie la maglia dell’Italia e quindi dell’Europa o il cappellino di Trump, non si possono portare insieme. Sono giorni che tace. Questo silenzio a testa bassa per non contraddire Trump sta relegando il nostro Paese ai margini”. Quindi chiede che la premier venga in Parlamento: “Abbiamo chiesto ai socialisti europei di fare un prevertice prima del Consiglio europeo del 6 marzo e abbiamo chiesto che Meloni venga in aula a discutere di quale ruolo l’Italia intende svolgere”.

UCRAINA, NO A PACE IMPOSTA ‘NON E’ IL FAR WEST’ – “Abbiamo chiesto sempre accanto al sostegno al popolo ucraino un più incisivo sforzo diplomatico da parte dell’Europa. Se ci fosse stato forse non ci troveremmo in questa situazione in cui l’ultimo arrivato, Trump, dà le carte. L’Europa e l’Ucraina -sottolinea- devono sedersi al tavolo e l’Ue rivendicare il suo protagonismo, il suo ruolo in questa pace che ridefinirà gli assetti. Non siamo nel Far West: la pace non può essere imposta con ricatti su terre rare e satelliti”.

UE – “L’Europa si trova a un bivio: è il momento del coraggio e non delle reticenze. Serve un salto quantico o sarà spazzata via. Per questo occorre superare l’unanimità: non è possibile permettere ai veti di un singolo Stato di bloccare tutto. E poi un Next Generation Ue da 800 milirdi per una autonomia strategica europea. Rischiamo altrimenti di essere stritolati tra Usa e Cina”. E “dentro questo schema c’è anche la difesa europea, che per noi non è la corsa al riarmo di ogni singolo stato dell’Unione”. Specifica poi Schlein: “Vogliamo essere chiari. Se l’Europa adesso procedesse soltanto” sul fronte della difesa “lasciando indietro le altre priorità ambientali e sociali, sarebbe un grave errore. La spesa in difesa non deve andare a scapito della spesa sociale”.

MOBILITAZIONE PD – “Il vocabolario del futuro non lo scriverà la destra. Riapriamolo sulla pagina della democrazia e dei diritti e scriviamo insieme un nuovo capitolo. E’ venuto il momento di discutere le nostre proposte con le migliori energie di questo paese. Per questo vi annuncio che presto lanceremo la mobilitazione del partito che ci terrà impegnati nei prossimi mesi in tutto il paese per costruire il progetto per l’Italia. In dialogo aperto con la società e le rappresentanze del lavoro e del mondo produttivo, del terzo settore e delle competenze migliori. Aperto anche ai nostri interlocutori politici, naturalmente”.

SOSTEGNO A REFERENDUM – “Non chiediamo abiure ma un partito deve saper scegliere su un appuntamento così importante: supporteremo il referendum sul lavoro e sulla cittadinanza”, dice Schlein alla Direzione del Pd, sottolineando: “Rispetto per chi non ha firmato il referendum ma un partito deve essere chiaro e lineare, sui diritti dei lavoratori non saremo mai alla finestra”.



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