Nel mirino l’incontro a Washington in cui si è parlato di cessate il fuoco. «Le iniziative dovrebbero essere condivise da tutti», dice la premier. La tensione al vertice e il problema dei soldati europei a Kiev
«Io vorrei sapere a che titolo sei andato a Washington». Durante il collegamento tra i leader europei di ieri la premier italiana Giorgia Meloni si è rivolta così nei confronti di Emmanuel Macron. Nel mirino di Meloni c’era l’incontro con Donald Trump alla Casa Bianca. In cui si è parlato di cessate il fuoco in Ucraina, sì. Ma anche – e soprattutto – dell’invio di soldati europei sul terreno di guerra. E dove il presidente francese ha detto in diretta al presidente degli Stati Uniti che l’Ue ha pagato il 60% del costo della difesa di Kiev. Macron ha risposto a Meloni di aver «rappresentato soltanto la Francia». Ma l’inquilina di Palazzo Chigi ha stigmatizzato le «iniziative che dovrebbero essere condivise preventivamente con tutti gli stati Ue».
La tensione al vertice
Il Corriere della Sera racconta che la frase è sintomatica del solco che si è creato negli ultimi giorni tra Francia e Regno Unito da una parte e l’Italia dall’altra. A causa dell’attivismo di Londra e Parigi sul piano del boots on the ground. Le due potenze nucleari con diritto di voto all’Onu potrebbero anche annunciare congiuntamente una nuova iniziativa nei prossimi giorni. Con Keir Starmer che sembra pronto a farle sapere proprio nel momento in cui sarebbe necessario, secondo Roma, il maggior multilateralismo possibile. C’è da dire che l’Italia non è l’unica a pensarla così. Anche Germania e Polonia non gradiscono l’attivismo di Macron e Starmer. La deadline è fissata per domenica a Londra. E potrebbe costituire l’ennesimo solco nel rapporto tra Europa e Stati Uniti. Già funestato dalle minacce di dazi.
Meloni, l’Ucraina e la Nato
La strategia di Meloni per la sicurezza dell’Ucraina è diversa. La premier pensa che al di là dell’adesione formale che i russi non accettano, l’ideale sarebbe estendere rete e garanzie della Nato a Kiev. Anche senza un ingresso nell’Alleanza Atlantica. Il vero obiettivo di Palazzo Chigi è quello di avere delle garanzie di sicurezza in cui la rete di missili, le capacità tecnologiche e lo spiegamento rapido di mezzi di difesa siano rapidamente utilizzabili. Ma c’è il problema dei 3500 soldati italiani da schierare in Ucraina. O meglio, l’opportunità. Matteo Salvini non è d’accordo. E si è detto possibilista soltanto in caso di missione sotto l’egida dell’Onu. Pare questo anche l’orientamento di Fratelli d’Italia. Che su una questione così complicata per ora – e forse per sempre – non vuole scoprirsi le spalle per lasciare l’argomento all’alleato-nemico leghista.
Le spese militari
Sul tavolo però c’è anche il problema dell’aumento delle spese militari. Lo scorporo dal patto di stabilità annunciato da Ursula von der Leyen a Roma viene definito come un buon primo passo. Che però non basta. Il governo invece rilancia l’idea degli eurobond, del Recovery, oltre che della Bei. E ieri Antonio Tajani ha parlato con Chris Cavoli, comandante delle forze Usa e Nato in Europa. Al vertice atlantico dell’Aia, il 24 giugno, l’asticella per gli stati europei potrebbe essere fissata al 3,6%-3,7% del Pil. E l’Italia oggi spende poco più dell’1,5, spiega Repubblica. La stessa Meloni ieri ha confermato che l’Europa deve «investire di più». Tajani ha ribadito l’impegno. Ma come ci si arriva in tempi rapidi?
L’Italia è un conto, l’Europa è un altro
Il tema preoccupa il governo. Così come l’annuncio di dazi che metterà in grave difficoltà l’export pregiato italiano in Usa. Anche se ieri Rudy Giuliani, grande amico del presidente americano, ha detto al viceministro agli Esteri Edmondo Cirielli che «per Trump l’Italia è un conto, l’Europa un altro», non solo «per le relazioni storiche» ma anche «perché con Meloni c’è piena sintonia». Tajani ha discusso anche degli aiuti all’Ucraina: con 1,1 miliardi, l’Italia è tra gli undici alleati che hanno fornito sostegni superiori al miliardo ma come Francia e Canada siamo sotto la quota che avremmo dovuto fornire, 1,7 miliardi. Mancano 600 milioni.
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