Roma, 27 feb. “Come Verdi siamo felici di constatare che lo scopo del Green Deal non è stato annullato con la presentazione del Clean Industrial Deal, ma un primo campanello d’allarme è dato dal fatto che non sono presenti obiettivi chiari sull’uscita dal fossile, che per noi è una priorità, anche perché sono questi i fattori che ci tengono ancorati a prezzi dell’energia molto alti e a Paesi terzi poco democratici e affidabili”. Così l’europarlamentare dei Verdi, Benedetta Scuderi.
“È inoltre preoccupante – prosegue Scuderi – la totale mancanza di azioni su inquinamento e perdita di biodiversità e che il Fondo per la Competitività e la Banca per la Decarbonizzazione non mettano tra le priorità l’elettrificazione diretta. Manca poi un piano chiaro per l’eliminazione dei sussidi ai combustibili fossili, così come è assente l’attenzione agli obiettivi di sviluppo sostenibile – oltre che ai diritti umani – quando si parla degli interessi industriali Ue in relazione ai partenariati internazionali”.
“Ma soprattutto siamo di fronte ad un sistema di governance debole: il riferimento è alla mancanza di un quadro partecipativo e scientifico per una transizione socialmente equa. In questo senso, anche la proposta Omnibus pone rischiosi limiti alla tutela dei diritti ambientali, umani e sociali, indebolendo ulteriormente la governance stessa”.
L’eurodeputata aggiunge: “Siamo piacevolmente sorpresi di vedere nel Clean Industrial Deal punti come: l’integrazione delle rinnovabili, la flessibilità del sistema e la trasparenza dei prezzi; la promozione di prodotti a basse emissioni, in particolare acciaio e cemento, e la revisione della direttiva sugli appalti pubblici per favorire criteri di preferenza europei e sostenibili; l’attenzione alla circolarità con iniziative come l’Ecodesign e le misure per ridurre le discariche; l’apertura a norme sugli investimenti esteri e il rafforzamento del meccanismo Cbam per le emissioni indirette”.
“Infine ci sono due passaggi che per noi restano in chiaroscuro. Sugli investimenti per la decarbonizzazione, il nuovo quadro sugli aiuti di Stato e le risorse per le start-up cleantech sono da accogliere positivamente, ma rimane grande ambiguità sulle fonti e sui criteri di assegnazione dei fondi. Inoltre, in merito a occupazione e formazione, bene le iniziative per il ‘social leasing’ e gli investimenti nelle competenze, ma le azioni per una transizione equa restano vaghe e troppo concentrate sulle competenze in sé, senza affrontare diritti e protezioni sociali più ampie”, conclude.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA
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