Bonus genitori separati, sbloccata la misura dopo quattro anni

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A metà strada tra un evento miracoloso e una ‘barzelletta’ tutta Italiana: se non fosse così grave la situazione infatti ci sarebbe da ridere, dopo oltre 4 anni dal vaglio di questa misura, la procedura per ricevere il bonus genitori separati è in procinto di essere operativa.


La misura fu, è bene dire, finalizzata a garantire un contributo economico a quei genitori individuati come ‘in stato di bisogno’ , cioè con un reddito non superiore a 8.174 euro lordi annui, un netto mensile inferiore ai 500 €, che nel periodo di emergenza epidemiologica da Covid-19 risultavano conviventi con figli minori o maggiorenni portatori di handicap grave e che, nel medesimo periodo, non avessero ricevuto l’assegno di mantenimento per inadempienza dell’altro genitore ex coniuge o ex convivente anch’ess* per qualche ragione magari impossibilitato o privo di reddito in quel buio periodo storico.

Il bonus, strutturato originariamente, era dovuto in tutti quei casi nei quali l’altro genitore, in conseguenza dell’emergenza epidemiologica, abbia cessato, ridotto o sospeso l’attività lavorativa a decorrere dall’8 marzo 2020 per una durata minima di 90 giorni oppure abbia subito una riduzione del reddito di almeno il 30% rispetto al reddito percepito nel 2019. Il contributo predetto, in base ai requisiti richiesti ai sensi dell’art. 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, spetta al genitore in stato di bisogno e tenuto a provvedere al mantenimento proprio e dei figli minori o dei figli maggiorenni portatori di disabilità grave.

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Bonus genitori separati: come funzionerebbe allo stato attuale?

Il bonus genitori separati, divorziati e/o non conviventi – si legge testualmente per come riportato dal sito dell’INPS – è corrisposto in un’unica soluzione in misura pari all’importo non versato dell’assegno di mantenimento e fino a concorrenza di 800 euro mensili. Il contributo è riconosciuto per un massimo di 12 mensilità, a valere su un del fondo che ammonta a 10 milioni di euro e tenuto conto delle disponibilità, vale a dire che le domande saranno soddisfatte fino a capienza del fondo stesso in maniera progressiva. Ovviamente come avviene di norma, il beneficio sarà erogato da INPS previa verifica dei requisiti di legge a cura del Dipartimento per le politiche della famiglia.

La procedura, allo stato attuale, prevede che, chi abbia provveduto a presentare la domanda entro il 2 aprile 2024, termine che aveva beneficiato della proroga dalla precedente prima scadenza indicata dal 31 marzo 2024, non dovrà fare altro che attenderne l’erogazione da parte dell’Inps, che avverrà con un pagamento in un’unica soluzione, fino a un massimo di 9.600 euro che andranno a coloro che risulteranno valutati aventi diritto al pieno importo.

L’origine della misura nel decreto sostegni

L’origine della misura di sostegno è da ritrovarsi nel c.d. decreto sostegni e, specificamente dall’art. 12-bis, comma 1, del decreto-legge 22 marzo 2021, n. 41, convertito dalla legge 21 maggio 2021, n. 69. Questo aveva dato vita alla creazione di un fondo per il sostegno in favore dei genitori separati o divorziati in stato di bisogno, al fine di garantire loro la continuità di erogazione dell’assegno di mantenimento.

Questo fondo, alla base dei successivi passaggi e provvedimenti, poteva contare su di  una dotazione di 10 milioni di euro per il 2022. Ovviamente tale fondo, in quella specifica fase storica, mirava a garantire un contributo al genitore che non avesse ricevuto, del tutto o solo parzialmente, l’assegno di mantenimento nel periodo compreso tra l’8 marzo 2020 e il 31 marzo 2022 cioè fino alla data nella quale cessava ufficialmente lo stato di emergenza epidemiologica dovuto alla pandemia da Covid19.

Un ragionamento ad alta voce, probabilmente una mera speculazione ci fa ragionare sul fatto che se quelle famiglie monogenitoriali fossero stati veramente in una difficoltà così grave, dopo tutti questi anni sarebbe rimasto davvero poco, se non la disperazione a sostenerli. Sembra di fatto davvero troppo il tempo intercorso tra le difficoltà ed il tentativo di arginarle.

Un impoverimento di coppia che colpisce in particolare il marito

Inoltre c’è, un ragionamento da fare tutti, che riguarda le numerose statistiche raccolte a partire dal 2019 che stanno ad indicare come, nonostante la legge obblighi entrambi i genitori a provvedere al sostentamento economico dei figli nati da una unione non più in essere, la realtà dimostra che vi un reale impoverimento della coppia a scapito di un coniuge, di solito il marito.

Dai dati raccolti ed elaborati da diversi studi, si veda il report Eurispes 2023, Ente privato italiano che si occupa di studi politici, economici e sociali, ed operante nel campo della ricerca, ad esempio, a soffrire di più per le ristrettezze economiche sarebbero infatti gli uomini, più spesso la parte non collocataria, i quali generalmente devono trovare, tanto per cominciare, un nuovo posto dove vivere. Budget mensile solitamente più che dimezzato nel quale si insediano, oltre all’assegno di mantenimento da versare ai figli, impegni economici presi in precedenza che non cessano con la rottura dell’unione coniugale.

La situazione critica dei padri separati nel post Covid

Come già segnalato dall’Eurispes diversi anni fa, e come divenuto urgente proprio a causa della pandemia, l’80% dei padri separati non riesce a vivere con ciò che resta del proprio stipendio, costringendo anche chi poteva contare su un buon tenore di vita durante la vita matrimoniale a dover stringere la cinghia, ad accettare compromessi, come ad esempio tornare a vivere in casa con i genitori o, peggio, chiedere ospitalità a parenti o amici se non si ha la possibilità di prendere una casa tutta per sé. Non manca chi è costretto, sempre secondo dati delle reti di accoglienza, dopo aver provato a dormire in macchina o anche sul posto di lavoro, a rivolgersi ai dormitori pubblici.

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Ci si augura, dunque, che questo bonus, pur rappresentando una goccia nel mare, con tante famiglie sempre più al limite del disagio, possa intervenire a sostenere famiglie in difficoltà. Come abbiamo visto, ai fini dell’erogazione del bonus, si considererà la disponibilità del fondo rispetto al numero dei beneficiari che ne hanno fatto richiesta,  presentandone tutte le caratteristiche e fino a esaurimento delle risorse. Se il fondo sarà rifinanziato, l’Inps attiverà, ovviamente, nuove finestre di domanda online, sempre accessibile dalla propri area personale.



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