Gaza gli aiuti umanitari italiani sono arrivati

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Il 13 febbraio, a margine dell’operazione umanitaria guidata dall’Italia Food for Gaza “Cibo per Gaza”, sono arrivati a Ciampino un gruppo di 15 bambini palestinesi malati oncologici, nell’ambito dei programmi di assistenza sanitaria del governo italiano per la popolazione palestinese.

A Gaza, intanto, il cessate il fuoco dichiarato il 19 gennaio scorso ha quasi concluso la prima fase. Delle 251 persone prese in ostaggio da Hamas il 7 ottobre 2023 ci sono 73 persone ancora nelle loro mani, di cui almeno 35 sono state dichiarate morte. Come previsto dalla prima fase dell’accordo del cessato il fuoco il 22 febbraio sono stati liberati 33 ostaggi israeliani . Il governo israeliano ha scarcerato in cambio oltre 1.600 prigionieri palestinesi.

Cos’è l’operazione Food for Gaza

La missione di invio di aiuti umanitari “Food for Gaza” è partita a marzo 2024: promotore è stato il ministro degli esteri italiano Antonio Tajani in coordinamento con l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), il Programma alimentare mondiale (WFP) e la Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (IFICRS).

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La missione è finalizzata a favorire il coordinamento tra le istituzioni internazionali e le organizzazioni locali attive sul territorio, per facilitare l’accesso degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. L’invio di aiuti contribuisce ad alleviare le sofferenze della popolazione e a garantire condizioni di vita più dignitose. Food for Gaza ha come obiettivo di garantire la sicurezza alimentare nella regione. Il programma italiano ha ottenuto il pieno sostegno di tutti gli attori principali presenti.

Il primo invio degli aiuti umanitari è partito a luglio 2024

Il 18 luglio 2024 è decollato il primo volo italiano dalla base logistica delle Nazioni Unite di Brindisi, gestita dal WFP, con oltre 60 tonnellate di generi alimentari e materiale sanitario raccolti in Italia. Quest’operazione ha avuto la collaborazione di Confagricoltura, Coldiretti e della Croce Rossa Italiana. I beni alimentari e umanitari destinati alla Striscia di Gaza contribuiranno a fornire assistenza alla popolazione non solo con il cibo, ma anche per offrire una prospettiva di ricostruzione, stabilità e di ripristino della normalità. Un passo essenziale per iniziare a ricreare il tessuto economico e sociale danneggiato dal conflitto.

Il pane come speranza di normalità

Il contributo italiano non è solo di aiuti alimentari e sanitari, ma anche finanziario, con 12 milioni di euro che serviranno a comprare circa 4.000 tonnellate di beni per consentire la riattivazione dei forni prima del conflitto.

La direttrice esecutiva del WFP ha spiegato: “L’Italia ha avviato l’iniziativa Food For Gaza. Come ogni azione volta a ridurre le difficoltà della popolazione di Gaza è importante. Il nostro impegno consiste nel collaborare con l’Italia per sostenere le comunità a Gaza non solo con assistenza umanitaria, ma anche offrendo speranza in questo periodo di necessità“.

Il secondo e terzo invio di aiuti umanitari prima dell’inizio del cessate il fuoco

Il 17 dicembre la missione ha consegnato nella Striscia di Gaza altre 20 tonnellate di aiuti italiani raccolte per la popolazione da Confagricoltura e 20 tonnellate di materiale sanitario raccolto dalla Croce Rossa Italiana. Gli aiuti sono stati consegnati grazie alla collaborazione delle autorità israeliane, giordane e palestinesi.

Il 15 gennaio 2025, con il coordinamento del WFP, l’Italia ha inviato per nave una spedizione di 19 camion speciali, che saranno utilizzati nei prossimi mesi all’interno della Striscia di Gaza. La stessa nave trasporterà altre 15 tonnellate di aiuti umanitari donati dalla Cooperazione Italiana. In contemporanea si è potuto organizzare il viaggio in Italia di un gruppo di bambini palestinesi malati oncologici, che il 13 febbraio sono stati ricoverati negli ospedali di Roma, Milano e Pisa.

Dopo 16 mesi di conflitto tra Hamas e Israele nella Striscia di Gaza, sembra ci siano i presupposti perché il cessate il fuoco possa continuare a reggere. La prima fase, una volta avvenuto il rilascio degli ostaggi israeliani, dovrebbe portare l’esercito di Tel Aviv a ritirarsi verso una zona cuscinetto ai confini della Striscia di Gaza, mentre i palestinesi sfollati potranno rientrare nelle proprie case insieme ad un ulteriore incremento degli aiuti umanitari.
A marzo infine si dovrebbe assistere alla seconda fase dell’accordo in cui gli aiuti internazionali, soprattutto da parte dell’UE e dell’Italia, continueranno e anzi si intensificheranno. Il momento in cui, finalmente, ci si potrà iniziare a concentrare sulla ricostruzione.

 

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