Riparte il Giro d’Italia della Csr 2025

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(Adnkronos) – Il Giro d’Italia della CSR, l’evento itinerante de Il Salone della CSR e dell’innovazione sociale, riparte con l’edizione targata 2025, sempre con l’obiettivo di valorizzare le esperienze concrete di imprese e territori, promuovere la cultura della sostenibilità e stimolare un’emulazione virtuosa.

Quest’anno sono al momento cinque le tappe in programma, scelte per offrire a esperti e organizzazioni la possibilità di confrontarsi e di approfondire alcune delle principali tematiche della sostenibilità.  

La prima tappa, andata in scena al DumBO di Bologna e organizzata in collaborazione con Impronta Etica e SCS Consulting, è stata gestita con un format laboratoriale: i partecipanti, appartenenti sia al mondo delle imprese che al terzo settore e alla pubblica amministrazione, sono stati suddivisi in sei gruppi di lavoro con l’obiettivo di confrontarsi e proporre soluzioni concrete su tre diversi aspetti dello sviluppo sostenibile, ma accomunati da un obiettivo: tessere reti per realizzare il cambiamento. L’argomento rientra nel solco più ampio del tema pensato per la tredicesima edizione del Salone nazionale, in programma a Milano in Università Bocconi l’8, 9, 10 ottobre 2025, dal titolo “Creare futuri di valore”. 

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Come si legge in una nota, “la costruzione del programma delle tappe del Giro d’Italia della CSR e dell’edizione nazionale è frutto del dialogo con esperti, accademici, operatori di diversi settori e ha l’obiettivo di coinvolgere gli stakeholder, registrare i cambiamenti in corso, comprendere le esigenze vecchie e nuove delle persone e delle organizzazioni”. “Nessuna organizzazione può essere un sistema chiuso – commenta Rossella Sobrero, del Gruppo promotore del Salone – ma deve saper gestire la relazione con altri attori sociali: solo grazie alla capacità di dialogare e confrontarsi si creano reti capaci di condividere le azioni da mettere in campo per generare un impatto positivo per le comunità e i territori”.  

Ad aprire i lavori sono stati Giuseppina Gualtieri, Presidente di Impronta Etica, Anna Lisa Balestra, Head of Area People & Change Management e Director Reti e Sistemi di Impresa SCS Consulting e Irene Priolo, Assessora all’Ambiente, Programmazione territoriale, Mobilità e Trasporti, Infrastrutture della Regione Emilia-Romagna. Prima delle attività dei gruppi si è svolto un dibattito sul tema del futuro sostenibile. Al centro della conversazione, il tema dell’etica e del valore pubblico, frutto della contaminazione di approcci tra imprese e PA, all’insegna della reciprocità e della cross fertilisation.  

Al centro del primo tavolo di lavoro della tappa di Bologna ci sono state le crisi climatiche e ambientali, che segnano in modo sempre più stringente il contesto in cui viviamo. Proprio l’Emilia-Romagna, secondo quanto segnalato dall’Osservatorio Città Clima di Legambiente, nel 2024 è stata la regione italiana maggiormente colpita dai danni legati al cambiamento climatico. Per far fronte a queste emergenze, la Regione ha presentato un progetto infrastrutturale per la realizzazione di 111 opere strategiche. Ma un vero cambiamento di rotta è possibile solo strutturando soluzioni sistemiche e collettive, capaci di creare un effetto di contaminazione rivolto ad altre iniziative e percorsi.  

Nella identificazione di iniziative sinergiche nel territorio sono stati citati diversi interventi, come la co-progettazione e la realizzazione di impianti di biometano e la collocazione di arnie per la misurazione degli impatti ambientali attraverso indicatori di biodiversità. È emersa inoltre la necessità di ampliare i progetti di rinaturalizzazione delle città per limitare i danni derivati dagli eventi climatici estremi. Anche dal punto di vista della gestione idrica, fare rete risulta fondamentale: l’esempio virtuoso è quello del Patto per l’acqua, l’impegno assunto da Impronta Etica e da 15 imprese socie per intraprendere azioni destinate a una migliore gestione dell’acqua, dall’ottimizzazione di consumi e prelievi idrici fino alla gestione dei rischi. 

“Pur in un contesto difficile, è importante l’impegno delle aziende verso obiettivi e percorsi di sostenibilità anche come fattore di competitività; in questo ambito è fondamentale la collaborazione tra imprese, istituzioni e società civili – ha dichiarato Giuseppina Gualtieri, presidente di Impronta Etica –. Rafforzando le sinergie e costruendo sistemi collaborativi tra diversi soggetti possiamo sviluppare soluzioni sostenibili, innovative e condivise, capaci di generare un impatto concreto sulla comunità. In tale contesto, la tappa bolognese del Salone della CSR rappresenta un’importante occasione per Impronta Etica per riprendere esperienze e evidenze sul ruolo chiave della collaborazione per costruire insieme un futuro più sostenibile e inclusivo.” 

I partecipanti al tavolo dedicato al lavoro hanno riflettuto sulla complessità e le diverse sfaccettature che questo tema comporta. Quando si parla del lavoro del domani, non si può non affrontare aspetti quali l’inclusione nell’ambiente lavorativo, la gestione del tempo, i nuovi valori e la diversa concezione di lavoro delle generazioni più giovani, la necessità di un nuovo senso di appartenenza all’interno delle organizzazioni. 

Dai lavori della tappa è emersa la necessità di una governance aziendale sostenibile ed empatica: finché l’impresa non costituirà una governance lungimirante, solida, inclusiva, sostenibile e aperta al dialogo, sarà estremamente difficile riuscire a far fronte a tutte le sfide del futuro e a tramutarle in opportunità. 

Un processo emerso dalle esperienze dei partecipanti come fortemente strategico in questo campo è quello del “reverse mentoring”. Questa procedura va a sradicare la classica concezione che vede le persone più mature e con più esperienza formare i giovani, ponendo anche le nuove generazioni in una condizione di insegnamento e condivisione della propria visione. Ognuno all’interno dell’organizzazione merita di poter trasmettere ed insegnare qualcosa agli altri, superando logiche gerarchiche di genere, età e diversità di qualsiasi altro tipo. 

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“In SCS siamo convinti che solo attraverso una visione comun e generando una sinergia concreta tra gli attori del settore pubblico e privato si possano costruire soluzioni efficaci e durature per il nostro ecosistema economico e sociale – aggiunge Stefano Dall’Ara, presidente di SCS Consulting –.Per questo, all’interno della nostra società, abbiamo creato anche una specifica direzione reti e sistemi di impresa con l’obiettivo di strutturare e facilitare la costruzione di network capaci di produrre valore condiviso”. 

Di fronte alla trasformazione digitale che ormai permea ogni ambito delle nostre vite, è indispensabile capire come costruire reti che consentano di affrontare le innovazioni del domani in modo sostenibile. Partendo dalla consapevolezza della necessità di adottare una visione sistemica, capace di includere i diversi aspetti che la spinta all’innovazione porta con sé, dal tavolo di lavoro dedicato sono emersi nodi critici e possibili leve abilitanti. Se da una parte persiste la diffidenza nell’integrazione della tecnologia nei processi e meccanismi di un’organizzazione, una certa quota di rifiuto del cambiamento e un divario digitale all’interno della popolazione aziendale, dall’altra sono state suggerite soluzioni di lungo periodo nell’ascolto attivo e nella diffusione di competenze attraverso la formazione e una comunicazione chiara e trasparente delle possibilità offerte dalla tecnologia. L’obiettivo è quello di garantire una transizione digitale inclusiva, che non lasci indietro nessuno. Il prossimo appuntamento con il Giro d’Italia della CSR è a Gorizia, Capitale europea della Cultura insieme a Nova Gorica, il 24 marzo 2025: si parlerà di futuro e frontiere, sempre nell’ottica della sostenibilità. 



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