Nicolò Fatai, giovane 33enne milanese ci racconta la sua passione per il volo nata quand’era bambino. Dall’età di 16 anni la sua famiglia si trasferisce da Milano a Palma di Maiorca, in Spagna. Lì, una volta completate le scuole superiori si iscrive in una scuola di volo non prima di aver imparato bene lo spagnolo. Consegue la licenza di pilota di volo privato che è il primo step per diventare pilota di linea. “Con la mia fidanzata, – ci racconta Nicolò – nonché mia attuale moglie e mamma dei nostri due bambini, abbiamo deciso di trasferirci negli Usa. Nel 2013 eravamo a Chicago, poi a Dallas. Mia moglie si è laureata a Chicago e oggi lavora come maestra elementare. All’epoca lei entrò subito nel mondo della scuola, mentre io continuavo a studiare per prendere altri brevetti e perfezionarmi. Vivevamo con un solo stipendio, il suo. Guadagnava 40mila dollari all’anno. Se mi fossi trovato in Italia sarei stato costretto a vivere con i miei genitori”.
La gavetta per Nicolò è stata dura ma come in tutte le cose occorre avere la passione per riuscire a raggiungere il proprio obiettivo. “Ricordo che studiavo tanto e sapevo di dovermi dare da fare per trovare un lavoro una volta ottenuto tutti i certificati di idoneità. Divenni a breve pilota con licenza commerciale, ma avevo zero esperienza. Il primo lavoro è stato pulire gli aerei in una scuola di volo a Dallas, il cui gestore era un italiano. Nel frattempo mandavo curriculum. Nessuno mi rispondeva, poi un giorno, un venerdì pomeriggio, lo ricordo ancora, mi chiamò una compagnia di skydiving. Il loro pilota stava male e ne avevamo bisogno di un altro. Dovevo pilotare un aereo, un Cessna 182, fino in quota, a 10mila piedi, e accompagnare le persone a lanciarsi con il paracadute. Prendevo 10 dollari a lancio per 45 minuti di lavoro. Era l’inizio, andava bene qualsiasi cosa”.
In seguito ad un atterraggio di emergenza per via del suo secondo volo è successo che si è aperto il tappo dell’olio durante il decollo e l’olio si è riversato tutto sul vetro anteriore creando una macchia nera oleosa e limitandone la visuale. Lì Nicolò ha avuto un momento di panico. “Ho cercato di mantenere la calma – ci spiega Nicolò – e sono riuscito ad atterrare, insieme alle altre persone a bordo. Sono sceso dall’aereo quasi in lacrime, pensavo che mi avrebbero licenziato e di terminare lì la mia carriera. Invece, con mia grande sorpresa, il mio responsabile mi ha fatto i complimenti per l’atterraggio d’emergenza, ben riuscito, e mi ha promosso. Da lavoratore part time sono passato a full time. Questo è stato il mio inizio. Poi, poco a poco, negli anni ho fatto carriera. Nel 2016, a 24 anni, sono stato selezionato per lavorare per la mia prima compagnia aerea come Primo Ufficiale sul CRJ700”. A 26 anni diventa comandante sull’Embraer-175 e dal 2022 vola per American Airlines, come comandante Boeing 737-800. Qual’è il tuo aeromobile preferito? “Il Boeing 737, aereo iconico, ha segnato la storia dell’aviazione mondiale, mi sento un bambino a guidarlo. Per questo, come dico spesso, sento ancora di vivere un sogno”.
Un bella soddisfazione lavorare in American Airlines, vorresti tornare in Italia e lavorare per ITA? “Si per me è l’apice della carriera. American Airlines, possiede negli Usa il 23% di tutti i voli. Sono molto orgoglioso dei traguardi raggiunti, ma il mio sogno è sempre stato quello di lavorare per Alitalia. Poi le cose sono cambiate drasticamente. Oggi non mi dispiacerebbe lavorare per ITA Airways. Ma non penso di cambiare solo perché ITA, come molte altre compagnie, quando ti assume, non tiene conto della tua esperienza. Hanno una lista di anzianità aziendale. In ITA dovrei ricominciare da zero. Cioè, non potrei entrare come comandante ma come primo ufficiale”.
Su Instagram hai oltre 86mila follower e un’ampia community di appassionati di volo. Quali sono le richieste più frequenti? “La maggior parte – conclude Nicolò la nostra intervista – mi chiede consigli per superare la paura di volare. Un sentimento davvero molto diffuso tra sempre più persone. Infatti a breve farò partire un corso, con uno psicologo, proprio centrato su questo tema. E nel frattempo ho pubblicato sul mio canale YouTube video a riguardo. Altre richieste arrivano dagli aspiranti piloti. Tanti ragazzi di 14 anni vogliono conoscere la mia esperienza. Infine, ricevo richieste di informazioni in caso di incidenti aerei. Le persone vogliono sapere come e perché si verificano”.
Fabio Gigante
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