Mensa scolastica, aumentano i costi per le famiglie. Caos in Forza Italia

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PESCARA. Entreranno in vigore dall’8 marzo le nuove tariffe della mensa nelle scuole di Pescara. Ad annunciare tutte le novità che riguardano l’alimentazione di circa 3.600 bambini che usufruiscono della mensa (1.844 nelle scuole dell’infanzia, 1.721 alla primaria e 36 alle medie, più 400 insegnanti), sono stati ieri mattina l’assessore alla Pubblica istruzione Valeria Toppetti e il consigliere Loris Mazzioli. Sarà da quella data che la rti Elior Ristorazione spa di Milano-Sh Gestioni di Chieti, vincitrice dell’appalto da 20 milioni di euro, entrerà nelle cucine delle scuole e dei centri cottura, dopo che il Tar Abruzzo ha respinto il ricorso proposto dalla Serenissima (gestore del servizio con il precedente appalto e risultata seconda nella nuova gara).

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«Sarà una mensa biologica, con prodotti a filiera corta e a chilometro zero, pesce fresco da acquacoltura biologica, in conformità con quanto previsto dalla normativa europea», ha detto entusiasta l’assessore. «L’alimentazione incide notevolmente sulla prevenzione delle malattie, da quelle derivanti dalle intolleranze e gastrointestinali a quelle oncologiche e il nostro obiettivo è tutelare il diritto alla salute dei più piccoli». Anche il trasporto delle derrate avverrà a basso impatto ambientale, con mezzi elettrici.

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SCONTRO POLITICO

Ma l’annuncio di Toppetti, scappata via da un incontro con i capigruppo per annunciare le nuove tariffe, ha aperto uno scontro in Forza Italia: «Toppetti è convinta che l’assessore sia superiore ai consiglieri», ha detto in consiglio Marcello Antonelli, «ma quello che non deve venire meno in quest’aula è rispetto, onestà intellettuale, correttezza, tutto ciò che è mancato nell’atteggiamento dell’assessore Toppetti e non solo. Lasciare la conferenza dei capigruppo per andare a comunicare alla stampa lo straordinario risultato ottenuto è una cosa vergognosa che, per quanto mi riguarda, lo dico nella sacralità di quest’aula, non resterà privo di conseguenze politiche».

NUOVO CENTRO COTTURA

Con il nuovo appalto, verrà aperto un nuovo centro cottura in via Puccini, che andrà ad aggiungersi agli altri due già operativi, Giardino e Carducci oltre alle cucine attive direttamente in alcuni plessi scolastici. Per vigilare sulla qualità è previsto un controllo costante del cibo attraverso un software, inoltre «da gennaio è operativa una commissione», ha annunciato Mazzioli, «con sopralluoghi nei centri cottura e nei plessi scolastici per alzare costantemente l’asticella della qualità».

LE TARIFFE CONTESTATE

Con la nuova gestione, verranno introdotte le nuove tariffe. Quelle attuali, che risalgono al 2016, valide fino al 7 marzo prevedono tre fasce, gli esenti, ovvero gli Isee inferiori a 6 mila euro, le leggi 104 e altre gratuità come i bimbi ucraini, le famiglie con Isee tra i 6 mila e i 10 mila 600 euro con costo del pasto pari a 1,85 centesimi e tutti gli altri che pagavano 3,71. Il nuovo sistema delle tariffe (vedi tabella) prevede invece 11 fasce, distinte per Isee, ma anche per la presenza di uno o più bambini in uno stesso nucleo familiare. «Questo metodo», ha spiegato l’assessore, «ci consente di attuare una politica di supporto alle famiglie anche promuovendo la natalità. Delle 11 fasce individuate, per le prime sette (fino alle famiglie con Isee di massimo 22mila euro) abbiamo ottenuto una diminuzione rispetto alle tariffe attuali, fatta eccezione per una fascia che registra un più 20 centesimi», ha aggiunto Toppetti.

PROTESTA IL PD

Di tutt’altro avviso il Pd, con il capogruppo Piero Giampietro che accusa l’amministrazione di aver raddoppiato le tariffe. Il costo dei pasti della mensa era stato oggetto di due conferenze dei capigruppo, durante le quali erano state stabilite le 11 fasce, rispettate nel nuovo sistema, ma altre tariffe (che partivano da 89 centesimi per la fascia sopra i 6 mila euro, fino ai 5,93 dell’ultima): «Fino al 4 febbraio l’amministrazione ci ha confermato quelle tariffe, che sono state oggetto di accordo per il bilancio», dice Giampietro, «e che erano state promesse in campagna elettorale. Nella conferenza dei capigruppo ieri l’assessore ci ha liquidato, invece devono a noi e alle famiglie delle spiegazioni. Erano partiti con uno stanziamento in bilancio di 1,25 milioni, noi abbiamo ripristinato la cifra a 1,75 milioni, ma se sapevano che non sarebbe bastato nemmeno quell’importo per garantire quelle tariffe, avrebbero dovuto dirlo».

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