Municipi senza personale, ecco i sindaci che scendono in strada per fare i vigili

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FREGONA – «È dura. Io non sopporto la burocrazia e tra cambi di residenza, domicilio, notifiche e altre scartoffie, fare il vigile mi sta impegnando davvero molto, con la conseguenza che devo lasciare indietro altre cose, come progetti o bandi a cui vorrei partecipare. Ma dopotutto, in un Comune piccolo come il nostro, che ha solo 11 dipendenti, di cui 5 part-time, altro non posso fare. Spero solo che presto possa arrivare un agente di polizia locale». Allarga le braccia il sindaco-vigile Giacomo De Luca, 79 anni, tracciando un bilancio del suo primo mese trascorso anche nelle vesti di vigile urbano. Ad agosto del 2023 l’unico agente in servizio a Fregona si è trasferito in un altro Comune dopo aver vinto un bando di concorso. Fino a gennaio le attività di competenza dell’agente, per la parte burocratica, sono state gestite da un funzionario comunale. Poi, dal primo di febbraio, l’onere è passato al sindaco. «Speriamo arrivi presto il nuovo vigile tramite un bando di mobilità. E se così non sarà, attiveremo un concorso pubblico. Quello che è certo – afferma De Luca – è che mi dovrò sacrificare ancora un po’. Le giornate sono davvero piene, tra risposte da dare ai cittadini, cambi di residenza e di domicilio. Insomma: sono assorbito dalla burocrazia che io, tra l’altro, non sopporto, essendo un uomo del fare».


IL NODO MULTE

«Quello che davvero mi dispiace non poter fare è correggere certi errati comportamenti stradali, cioè multare chi sosta selvaggiamente e chi viaggia oltre i limiti di velocità – specifica il primo cittadino – non per fare cassa, ma per dare delle regole». Il sindaco ha anche scritto al prefetto Angelo Sidoti chiedendo di poter staccare multe: «Mi è stato risposto che non posso. Purtroppo la gente, sapendo che non abbiamo il vigile, sta sempre più mettendo in atto violazioni al Codice della strada, tra alta velocità e soste vietate». Non solo. «In questo mese mi hanno chiamato 3 volte per sedare situazioni generate da persone che, forse per un bicchiere di troppo, si stavano scaldando e avevano iniziato ad alzare i toni – rivela – non che possa fare molto in queste situazioni, ma forse anche grazie ai miei capelli bianchi mi hanno ascoltato e gli animi si sono quietati. Comunque, in contesti del genere sono sempre pronto con il telefonino per allertare il 112». In tutto ciò, a Fregona manca anche un operatore contabile e a breve il posto in segreteria sarà vacante: «Se non ci fossero volontari, oltre alla squadra di giunta, a collaborare, sarebbe da mettersi le mani nei capelli».

SINDACI DI PATTUGLIA

Qui i furti in aumento, la preoccupazione dei cittadini e la carenza di personale hanno spinto i Comuni di Chiarano, Meduna e Cessalto a organizzare delle pattuglie miste, composte da agenti di polizia locale e da sindaci. «I Comuni devono occuparsi anche della sicurezza urbana e le polizie locali sono chiamate a un impegno sempre maggiore – spiega Stefano De Pieri, sindaco di Chiarano – negli ultimi 10 anni gli organici si sono ridotti drasticamente: servono soluzioni alternative per mantenere standard di sicurezza adeguati. Noi siamo riusciti a organizzare pattuglie congiunte e a garantire servizi come controlli serali e pronto intervento». L’aumento dei furti nelle scorse settimane ha reso ancora più urgente un’azione coordinata. «Abbiamo deciso di fare squadra tra vigili, che nei piccoli comuni sono pochissimi – aggiunge Arnaldo Pitton, sindaco di Meduna – il consorzio ci ha permesso di ottenere un finanziamento regionale per acquistare nuove autovetture, e per noi è importante». Il riferimento è in particolare a un contributo regionale di 32mila euro che consentirà di acquistare due auto per Cessalto e Meduna. «Non possiamo fare miracoli, ma l’idea di unirci in pattuglie miste ha già dato buoni risultati. È un segnale forte per i cittadini, che vedono un impegno concreto da parte delle amministrazioni – conclude Pitton – a Meduna, per esempio, abbiamo deciso di investire 80mila euro di fondi comunali per nuove videocamere di sorveglianza, perché oltre alla presenza sul territorio, anche la tecnologia può aiutarci a garantire più sicurezza nei nostri comuni».





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