Ranieri in conferenza stampa in vista di Roma-Como

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Claudio Ranieri ha incontrato i giornalisti in conferenza stampa in vista in Roma-Como, giornata numero 27 di Serie A.

Ecco le parole del tecnico giallorosso.

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Le condizioni di Dovbyk? E, a proposito del centravanti ucraino, le chiedo: secondo lei rappresenta il futuro della Roma o in questo ruolo servirà migliorare?

“Intanto, godiamocelo quest’anno. Il ragazzo sta migliorando, da domani dovrebbe essere a mia disposizione. Poi vediamo, siamo tutti sotto esame, nel calcio. Non Dovbyk, ma tutti, dal numero 1 al numero 26 in rosa”.

Si susseguono nomi sul suo successore. Questo fatto destabilizza un po’? Dà fastidio? E, nella scelta finale del tecnico, il suo parere conterà?

“Mi hanno preso anche con questa mansione, io posso consigliare, poi sarà la proprietà a dire questo o quello. Il mio compito è dare un ampio ventaglio di persone che possono guidare la Roma. Questo è quello che io farò. Il fastidio? I ragazzi lo sanno, sanno che siamo tutti sotto esame. Loro si devono impegnare. Penso che abbiano sofferto molto l’inizio del campionato e la parte centrale, ora stanno raccogliendo quello che è nelle loro possibilità. A me non dà fastidio perché so qual è la mia cosa. A me non infastidisce, neanche alla squadra, voi vi potete sbizzarrire perché ogni settimana potete dire un nome, arriva questo, arriva quell’altro. Siamo tutti contenti”.

Da Como al Como la Roma ha fatto parecchia strada. Così come anche il Como. Ha già fatto i complimenti a Fabregas, lui sarebbe pronto per la panchina della Roma?

“Non so se sarebbe pronto. Io vi posso dire che questo ragazzo in 3-4 anni al top. E vi dirò un’altra cosa: io credo che il Como è il Parma degli Anni 90, è una squadra destinata a salire tanto. Oltre non posso dire. Se non aggiungere una cosa: tempo fa Guardiola diceva che affrontare l’Atalanta è come andare dal dentista. Ecco, affrontare il Como adesso è come andare dal dentista, senza anestesia. Questo io mi aspetto domenica. Sarà una partita difficilissima, dove dovremo essere super attenti, super preparati ad ogni evenienza. Sono bravi, bravi, bravi”.

Hummels è tornato ai suoi livelli migliori? E ha capito in che direzione andrà sul futuro?

“Io al ragazzo non chiedo tanto per il futuro. Gli ho detto che lui è un esempio per tanti giovani. Poi sta a lui la scelta, dobbiamo rispettarlo in tutto e per tutto. Se ha ancora voglia di correre, di sacrificarsi. Per quanto riguarda la stagione, dobbiamo giocare tre partite a settimana. Cercherò di mettere quelli giusti per battere gli avversari. A volte ci si riesce, a volte no. Ma io non faccio conto sul nome, sul cognome, sullo stipendio. Io guardo gli allenamenti e mi convinco di determinate scelte guardandoli giocare. Lui è tornato, ha pagato qualcosa, ma ora è disponibile”.

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Lei giustamente dice, devo suggerire l’allenatore, poi l’allenatore lo deve scegliere il presidente. Non è un po’ poco suggerire soltanto per uno della sua esperienza?

“Io credo che la presidenza si fidi di me. Io dirò di ogni allenatore pregi e difetti. Poi saranno loro a chiedermi ulteriori delucidazioni. Se io gli porto dei nomi è perché sono nomi che mi convincono. Sicuramente potrò dire, “questo per me è quello che va bene”, “questo di qua”, “questo di su” e “questo di giù”. Io credo che il presidente abbia il dovere di dire se gli convince più uno o l’altro. Io gli porterò dei nomi validi, che reputo validi per guidare la Roma”.

Daniele De Rossi potrebbe essere uno dei profili da suggerire a Friedkin?

“Ho visto anche le interviste di Walter Sabatini. Da quello che mi hanno detto è un grande allenatore. Io concordo. Deve fare il suo percorso e poi tornerà alla Roma più forte di quello che è stato qua”.

Ha già sondato qualcuno degli allenatori? Ed è rimasto contento del riscontro eventuale che ha avuto?

“Io, giuro, ho sondato soltanto le squadre contro le quali devo giocare. A me interessa quello, altre cose non dovete chiedermele. È la prima volta anche per voi, eh? Che chiedete ad un allenatore “chi è che ti viene a sostituire?”. È una cosa nuova. Ma parliamo di calcio, per favore. Domenica ci aspetta una partita tremenda, tremenda. Credetemi. Ne abbiamo parlato troppo poco. Guardate quel Nico Paz che fenomeno che è. Diao anche. Erano sulla bocca di tutti. Poi, con un allenatore spagnolo, che ha la sua filosofia, stanno facendo bene. Si sentono dentro al progetto alla grande. Ed è una squadra che gioca molto bene. Ed è una squadra. Il Como è una squadra”.

Le avrei chiesto di Gasperini, ma a questo punto vado su un altro tema.

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“Mah, scrivete, no? Tanto una volta è Allegri, una volta è un altro, scrivete”.

Veramente, era proprio per evitare di scrivere.

“No, scrivete, ragazzi miei. Guardate, il mio lavoro è difficilissimo, ma il vostro non lo invidio. Il vostro non lo invidio perché riempire ogni giorno dei fogli non è facile. Se io vi dicessi “tizio”, voi in quattro giorni riempite tutte le pagine e poi che me richiedete? Chi sono i nuovi, i vecchi giocatori. Così voi quando dovete scrivere qualcosa, direte: “Ho saputo da Trigoria che è questo”. E andate”.

Qual è la logica che lei applica in alcune partite per gestire i giocatori?

“Io credo che un giocatore possa stare sempre allo stesso livello nel corso del campionato. Tante volte togli quei 10 minuti per non caricare troppo il minutaggio, però non credo che se tu gestisci lo stato di forma fisico e psichico, non dura 12 mesi. E se tu lo inframezzi, i 12 mesi non li riempi. Per la mia esperienza sono convinto che un giocatore, magari in forma per 3-4 mesi, poi va in calo, bisogna vedere se quel calo è così piccolo da non creare problemi, ma tanto i meccanismi sono oleati, oppure se è giusto cambiarlo e dare alcuni turni di riposo, come ho fatto con alcuni giocatori. Questo è il mio modo di pensare”.

Il cambio di Angelino nell’ultima partita con il Monza, a 10 minuti dalla fine, che scopo aveva? Prevenire eventuali infortuni? O altro?

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“L’allenatore alcune volte ha paura a fare dei cambi perché così si possono mandare dei messaggi del tipo: “Va bene, adesso abbiamo finito la partita”. Io questo non lo voglio dare. Voglio che la partita finisca quando deve. E così ho aspettato un po’ di più e poi ho cambiato”.

Burdisso era presente in tribuna nell’ultima partita. È un profilo che state seguendo per l’organigramma societario?

“E che facciamo? Viene lui e vado via io?”.

No, per fare il dirigente.

“L’ho visto pure a San Siro”.

E infatti lo hanno accostato al Milan.

“Allora, continuiamo così. Chi viene all’Olimpico, lo accostiamo alla Roma”.

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Gourna-Douath: come sta andando il suo inserimento?

“Lui è arrivato, piano piano lo sto conoscendo meglio. Gli sto dicendo alcune cose. Naturalmente, la squadra ora è come un orologio, funziona alla perfezione. Aspetto che lui possa entrare negli ingranaggi. Ma questo tutti i nuovi, è normale. Sono tre mesi che lavoro con determinati giocatori, loro sono arrivati da poco, è normale che debbano entrare in sintonia con tutti quanti”.

Il futuro di Saelemaekers sarà alla Roma? Lo riscatterete a prescindere da Abraham?

“Questo non dipende da me. Io posso dare i miei giudizi tecnici, poi i giudizi economici non mi appartengono”.



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