Bob Farrell è uno degli strateghi di mercato più apprezzati di sempre. Dopo una lunga e brillante carriera in Merrill Lynch e oltre 50 anni di esperienza sui mercati finanziari, ha raggiunto la celebrità grazie alla formulazione delle sue 10 regole di investimento.
Si tratta di una raccolta di principi che, ancora oggi, aiutano gli investitori a orientarsi tra gioie e rimpianti dei mercati finanziari.
Tra queste, una delle più semplici e, forse, più vere afferma che i mercati rialzisti sono più divertenti dei mercati ribassisti. Come dargli torto?
Per quanto divertenti, i bull market possono offuscare la nostra lucidità.
Ecco 10 domande da porsi durante un mercato rialzista che possono aiutarci a rimanere con i piedi per terra.
E se non fossi così furbo?
Nello slancio di un bull market, ogni nostra scelta d’investimento riesce a dare ottimi risultati, talvolta inaspettatamente. Più aumentano le performance, più cresce la percezione del nostro fiuto da investitori.
Può essere utile fermarsi a riflettere sul fatto che i brillanti risultati possano non essere frutto delle nostre accresciute abilità quanto del trend favorevole. Il bull market non ci ha reso magicamente investitori più abili.
Un mercato rialzista riesce a perdonare tutti i nostri errori che saremo costretti ad affrontare nel successivo mercato ribassista (cit.).
Come ho reagito al precedente bear market?
Nei documenti informativi dei prodotti finanziari compare sempre la solita avvertenza: “I rendimenti passati non sono indicativi dei risultati futuri”.
Più che un avviso suona quasi come una minaccia che, tuttavia, molti fanatici dei backtest continuano a ignorare.
Se è vero che non possiamo affidarci alle performance passate per prevedere quelle future, è altrettanto vero che il nostro comportamento passato è un indicatore piuttosto affidabile di come reagiremo in futuro.
Come ho vissuto il bear market del 2022?
E il flash crash del covid?
Cosa pensavo nel 2008 quando il mondo finanziario globale implodeva su se stesso?
Sono stato sufficientemente disciplinato?
In quale di questi tristi periodi non sono riuscito a ribilanciare diligentemente il mio portafoglio?
In quale ho venduto azioni attendendo tempi migliori?
Fare un bilancio del proprio comportamento e delle proprie emozioni durante i crolli azionari passati è un backtest comportamentale molto efficace per capire come reagiremo alla prossima crisi.
Se, invece, non hai ancora vissuto una di queste crisi è molto probabile che tu non conosca ancora la tua reale tolleranza al rischio: nell’incertezza meglio approssimare per difetto.
Il mio portafoglio è coerente con il mio orizzonte temporale e i miei obiettivi?
Nelle fasi di mercato favorevoli è facile perdere di vista il perché si sta investendo.
Non si tratta di un inutile concetto astratto.
L’entusiasmo per i guadagni più o meno facili può farci dimenticare che un portafoglio ben costruito non è quello che massimizza i rendimenti nel breve termine ma quello che massimizza le probabilità di successo nel medio lungo periodo
E cosa significa “medio lungo periodo”?.
E’ il tempo entro il quale dovrò ragionevolmente raggiungere obiettivi concreti come l’acquisto di una casa al mare, avviare un’attività in proprio o un lungo viaggio intorno al mondo.
Sto investendo in modo avveduto o mi sto assumendo rischi inutili cercando di accorciare il mio orizzonte temporale approfittando della generosità mercato rialzista?
Fermarsi a riflettere su quali siano i ➡️ ribassi massimi, ➡️ tempi di recupero e ➡️ possibili scenari di rendimento positivi e negativi (cd. worst e best case) è un esercizio fondamentale per mantenere il portafoglio allineato ai propri obiettivi.
Il mercato rialzista può essere il momento ideale per “correggere il tiro” in modo da non farsi trovare impreparati al prossimo contesto avverso.
Le mie aspettative di rendimento sono realistiche?
E’ naturale predisporre il proprio piano ipotizzando un rendimento: questo può servire a capire quali siano i tempi necessari per raggiungere un determinato obiettivo e quale sia la “necessità di rischio” da assumere per riuscire ad arrivare a destinazione.
E’ importante che le nostre aspettative di rendimento siano realistiche: nel corso di un mercato rialzista generoso diventa facile convincersi che i guadagni a doppia cifra siano la norma. Finiamo così per credere di avere il diritto di ottenere sistematicamente ritorni a due cifre. E quando questi non arrivano, cediamo alla tentazione di aumentare il rischio.
Per ottenere un rendimento di lungo termine soddisfacente è importante preoccuparsi anche di contenere i ribassi.
Un portafoglio costruito sulla base di aspettative irrealistiche nella migliore delle ipotesi ti deluderà, nella peggiore ti farà pagare un caro prezzo.
In questo articolo puoi trovare uno strumento interattivo gratuito per stimare i rendimenti in modo realistico.
Se il mercato scendesse del 20% sarei ancora a mio agio con il mio portafoglio?
Uno degli errori più comuni che commettiamo è credere di poter aggiustare la nostra asset allocation in base al contesto del momento e alle nuove prospettive future.
Per quanto, in teoria, possa sembrare una strategia logica, nella pratica è un’’approssimazione che può costare molto cara.
Modificare il portafoglio per renderlo adattabile alle evoluzioni di mercato la maggior parte delle volte significa comprare sui massimi e vendere sui minimi. C’è un detto molto efficace che recita: Il mercato è come un gatto: raramente fa quello che vuoi che faccia quando vuoi che lo faccia (cit.)
L’asset allocation (e quindi “il portafoglio”) è per sempre.
Il miracolo dell’interesse composto si compie solo nel lungo periodo ed è impossibile coglierne i frutti se si cede alla tentazione di cambiare continuamente rotta nel breve termine.
Per questo è fondamentale pianificare una strategia con cui sentirsi a proprio agio il più a lungo possibile: nella buona e nella cattiva sorte.
Se una strategia funziona bene nelle fasi rialziste ma diventa insostenibile nei ribassi, prima o poi ci arrenderemo all’impulso di modificarla (puntualmente nel momento peggiore).
Un portafoglio posizionato esclusivamente per cavalcare i mercati rialzisti si comporterà bene la maggior parte delle volte.
Purtroppo, tuttavia, i mercati talvolta scendono, raramente crollano.
E’ quindi necessario prepararsi per tempo alla prossima correzione o al prossimo bear market.
Ho un portafoglio o un piano di investimento?
Una cosa è avere assemblato una lista di strumenti, un’altra è aver redatto un vero e proprio piano di investimento.
Costruire un portafoglio significa scegliere e assemblare i singoli strumenti.
Creare un piano significa stilare una lista di regole per guidare la gestione del portafoglio durante le fasi positive e negative.
Durante un mercato rialzista, possiamo ottenere risultati brillanti con un portafoglio.
E’ tuttavia importante ricordare che il portafoglio non servirà a molto se non si è predisposto un piano da seguire quando il vento cambierà direzione.
Hai deciso come impostare l’attività di ribilanciamento?
Come investire la nuova liquidità?
Come approcciarsi al Bitcoin?
E’ fondamentale che queste regole siano redatte in condizioni di calma piatta sui mercati quando, cioè, non si subisce l’influenza dei titoli dei giornali che gridano all’apocalisse, dei segni rossi nei rendiconti e dalle prospettive del cambio di regime.
Le regole dovrebbero essere interpretate nello stesso modo in cui è concepito il portafoglio: non dovrebbero, cioè, essere modificate sulla base di presunte sopraggiunte nuove necessità.
Sono adeguatamente diversificato?
Durante un mercato rialzista la diversificazione e la gestione del rischio sembrano attività inutili.
Spesso pensiamo di essere adeguatamente diversificati soltanto perché abbiamo organizzato un elenco di strumenti con diversi isin.
Possedere tanti titoli non significa necessariamente aver costruito un portafoglio diversificato.
Il problema è che, spesso, scopriamo di non esserlo soltanto quando diventa troppo tardi.
Ho investito soltanto nei trend dirompenti del momento o ho adeguatamente diversificato l’esposizione azionaria?
Molti portafogli sono diversificati sui soliti temi noti: Stati Uniti, tecnologia, megacap:
scelte che hanno funzionato benissimo fino a ieri ma che, non è detto, continuino a funzionare anche domani.
Come ho strutturato la parte difensiva del mio portafoglio?
Ho attribuito ad ogni asset class il ruolo che riveste o mi sono preoccupato esclusivamente di perseguire il rendimento?
Diversificare significa bilanciare attacco e difesa: da un lato dovrò preoccuparmi di differenziare i motori di performance dall’altro pensare a come organizzare efficacemente gli asset difensivi.
Ho abbastanza liquidità?
La liquidità è un peso inutile durante un mercato rialzista ma un asset dal rendimento inestimabile durante un bear market.
Questo vale tanto per il denaro contante parcheggiato in conto corrente in ottica precauzionale per spese impreviste quanto per la liquidità strategica del portafoglio.
Aver stanziato un adeguato fondo di emergenza eviterà che mi possa trovare nella spiacevole condizione di dover attingere dal mio portafoglio proprio nel momento più sbagliato.
Aver previsto di mantenere una parte del proprio patrimonio investito in liquidità e strumenti a breve termine mi permetterà di trasformare in opportunità di acquisto potenziali ribassi di mercato.
Non sempre le strategie difensive funzionano nei tempi e nei modi che ci aspettiamo.
Poter contare sulla stabilità garantita dalla liquidità rende le nostre strategie meno imperfette e più flessibili.
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Sto confrontando le mie performance con quelle degli altri?
Il portafoglio è soltanto il passaggio finale di un processo di pianificazione finanziaria accurato. L’asset allocation è il frutto di un’analisi approfondita dei bisogni, delle circostanze e delle preferenze personali.
Farsi influenzare dalle decisioni e dalle scelte degli altri significa andare contro la propria natura: non è detto che ciò che funziona per gli altri debba, necessariamente, funzionare anche per te.
Inoltre, spesso, le persone raccontano soltanto ciò che vogliono far sapere tralasciando errori e insuccessi (ovviamente anche finanziari).
Piuttosto cerca di rimanere consapevole, disciplinato, e coerente con la tua strategia.
Cosa sembrerà ovvio col senno del poi?
Come afferma Warren Buffett, in finanza, lo specchietto retrovisore è sempre più chiaro del parabrezza.
A posteriori sembra tutto così evidente e prevedibile:
era ovvio che i tassi sarebbero saliti, che l’inflazione sarebbe scesa, che le Megacap avrebbero dominato lo scenario, che a tecnologia sarebbe stata il miglior settore.
Se il mercato azionario continuerà a salire sembrerà ovvio col senno di poi proprio come, a posteriori, apparirà scontato un suo eventuale crollo.
E’ importante ricordare che il passato è sempre chiaro, il futuro molto meno.
La lezione è semplice: essere umili quando le nostre strategie funzionano e indulgenti quando sbagliamo pesantemente.
Conclusioni
I mercati che crescono in modo esponenziale di solito durano più di quanto si pensi ma non si correggono con un movimento laterale.
Bob Farrell
Un mercato in crescita rappresenta la condizione più frequente e duratura, dunque è assolutamente giusto preoccuparsi di cavalcarne il rialzo. Tuttavia il successo ne lungo termine dipende molto da come si reagisce e da come si comporta il portafoglio nei momenti di panico.
Nelle fasi di mercato positive riflettere in modo lucido e imparziale può aiutarci a prendere decisioni più consapevoli che possono fare la differenza nel lungo termine.
Porsi le domande giuste contribuisce a mantenerci ancorati alla realtà quando tutto sembra andare per il meglio.
Prendersi il giusto tempo per esaminare criticamente il proprio portafoglio, le proprie aspettative e il proprio piano di investimento quando i mercati ci sorridono, è l’atteggiamento che distingue l’investitore consapevole dall’entusiasta occasionale.
La vera abilità di investitori non sta tanto nel cavalcare l’onda dei rialzi quanto nel costruire strategie capaci di farci sopravvivere finanziariamente al prossimo inatteso shock.
Saranno proprio queste riflessioni a trasformare una crisi in una potenziale opportunità.
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