Alla cortese attenzione del Prefetto di Palermo Dott. Massimo Mariani
Eccellenza, mi vedo costretto a scrivere la presente per metterla al corrente di un’incresciosa situazione che si protrae ormai da più di 15 anni e che, nonostante le numerose segnalazioni agli organi di competenza, non ha mai trovato reale risoluzione.
Ma vado con ordine.
Abito in via Imera numero 5, nel centro pulsante dell’asse Corso Finocchiaro Aprile – via Imera dove a vigere, con gran mio grande sgomento, non sembrano essere le leggi dello Stato ma le regole della strada. A far da padrone sono la prepotenza e l’orgogliosa prevaricazione sul più debole, la furberia, l’atteggiamento criminale e mafioso. Qui si raccoglie, insieme all’imperante inciviltà della gente, una delle più grandi e riconosciute discariche a cielo aperto della città.
I cassonetti di via Imera sono infatti noti come punto di raccolta per le più disparate tipologie di rifiuto: dalla normale indifferenziata conferita dai residenti ai rifiuti ingombranti lasciati da criminali di passaggio (elettrodomestici, mobili, materassi, rifiuti edili, materiale di sgombro), dai bancali di rifiuti prodotti da attività commerciali e supermercati ai perpetui materiali di scarto prodotti dai venditori abusivi che occupano prepotentemente il suolo pubblico e la carreggiata. Di tanto in tanto – fatto documentato e già trasmesso alle autorità competenti senza però sortire alcun effetto – è possibile trovare perfino qualche rifiuto speciale come amianto o barili colmi di liquidi chimici.
Questa perenne e ben nota situazione, oltre ad essere un danno al decoro della città e a far svalutare economicamente tutti gli immobili dei proprietari che hanno la sfortuna di trovarsi nelle sue immediate vicinanze, è un serio rischio per la salute pubblica dei cittadini.
Come più volte segnalato infatti, con l’arrivo delle alte temperature, l’enorme quantità di rifiuti conferiti nei cassonetti di via Imera inizia un veloce processo di decomposizione che rilascia miasmi che raggiungono perfino gli appartamenti posti ai piani più alti della zona. Questi miasmi rendono l’aria insalubre e irrespirabile, anche per chiunque si trovi a passare, volente o nolente, nelle vicinanze (tra cui il sempre crescente numero di turisti che trovano dimora nel quartiere).Questa mail in realtà nasce da una ironica scoperta: stamane ho appreso che l’uomo che si occupa delle pulizie del nostro condominio è stato multato per aver conferito un sacco della spazzatura fuori dall’orario consentito. Il sacco era colmo di rifiuti raccolti sul marciapiede e sulla strada prospiciente al nostro portone di ingresso, intervento reso necessario da un lato dalla condotta incivile delle persone e dall’altro dall’insufficiente e sporadico lavoro dei netturbini stradali.
Dico ironico, mi permetta, perché non riesco a trovare altre parole per descrivere questa assurda situazione. Davanti a cassonetti colmi di ogni tipo di rifiuto, sotto gli occhi degli impuniti venditori ambulanti, il pover’uomo si è visto conferire una multa per aver pulito la strada.
Ebbene, mi trovo quindi qui a chiederle che la stessa severità venga applicata con zelo a chi giornalmente, ad ogni ora, in quei cassonetti riversa quintali e quintali di rifiuti.
Che la stessa severità venga applicata ai noti venditori abusivi che piantano tende e fanno attività in barba a chi paga un affitto e emette scontrini.
Che la stessa severità venga applicata a tutti i pigri avventori dei negozi che si sentono in diritto di lasciare impuniti le macchine in doppia fila trasformando la carreggiata in uno stretto corridoio.
Dia una mano alle forze dell’ordine – che interrogate su tutte queste problematiche si dicono sempre a corto di personale, impossibilitate a sgomberare gli abusivi per paura di ritorsioni, incapaci di cogliere in fallo gli incivili per mancanza di volanti disponibili – a dare un freno a questa ormai insostenibile situazione.
Non voglio che l’unica soluzione percorribile – come suggeriva al telefono non troppo tempo fa un membro del Comando della Polizia Municipale in occasione dell’ennesima mia segnalazione – sia quella di abbandonare casa, di “cambiare zona”. Di fuggire da un problema risolvibile con l’applicazione della legge e con l’impiego del controllo.
In ultimo, la invito a farsi un’idea in prima persona della gravità del problema . Sarei più che felice di mostrarle io stesso quanto questa città, a due passi dal Palazzo di Giustizia, di giustizia sembra non averne affatto.
Cordiali saluti,
Etrio Fidora
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