Centinaia di migliaia di persone hanno partecipato alla manifestazione di venerdì 28 febbraio, la più grande nella storia recente greca, radunandosi a piazza Syntagma,nel centro di Atene, in occasione del secondo anniversario del disastro ferroviario di Tempe, in cui persero la vita 57 persone. Ma cortei si sono segnalati in tutte le città della Grecia, tra cui Salonicco, Patrasso, Chania e Iraklio.
Migliaia di manifestanti sono scesi in piazza anche a Ioannina, Rodi, Volos, Larissa, Lamia, Zante, Rethymno, Trikala, Karditsa, Chios, Mitilene, Samos, nella Macedonia orientale e a Xanthi. Tutte le attività commerciali sono rimaste chiuse, così come gli uffici, le banche, le scuole, i siti archeologici e i musei, i porti e gli aeroporti del paese. Centinaia di voli sono stati cancellati, le navi sono rimaste bloccate, sia in entrata che in uscita. La Grecia si è fermata completamente per chiedere giustizia.
La manifestazione principale è iniziata intorno alle 11:00 in una Atene praticamente paralizzata. Tutte le principali strade attorno al Parlamento, erano invase da una folla oceanica che gridava “Non ho ossigeno”, la frase presa a simbolo dai manifestanti, l’ultimo grido di aiuto di una delle vittime, registrato in una telefonata fatta proprio dalla giovane donna ai vigili del fuoco, che non hanno però fatto in tempo a soccorrerla.
I primi a prendere la parola alla manifestazione sono stati i rappresentanti degli studenti, poiché la maggior parte delle vittime erano giovani, che hanno letto ad alta voce i nomi delle 57 persone morte nel disastro. Dopo ogni nome, l’intera folla in piazza ha gridato “Presente”, concludendo con il canto “Immortali”. Significative le parole di Ilias Papaggelis, padre della studentessa diciannovenne Anastasia:
“Chiediamo giustizia, più ossigeno, per uscire dall’oscurità e andare alla luce, più trasparenza, e che tutto venga fatto in modo sicuro e corretto. Che non ci sia mai più un’altra Tempe.”
Vassilis Zavogiannis, rappresentante del sindacato dei ferrovieri, e Dimitris Kotsiaftis rappresentante dei macchinisti dell’OSE, hanno espresso il loro sostegno alle famiglie delle vittime nella loro lotta per una giustizia rapida. Hanno anche ribadito la richiesta di trasporti più sicuri e ferrovie modernizzate.
La manifestazione, durata oltre due ore, si è conclusa con un discorso emozionante della presidente della Associazione delle Vittime di Tempe, Maria Karystianou.
Dopo la fine degli interventi dei familiari delle vittime, ascoltati in silenzio dalla folla, la tensione è diventata fortissima e sono cominciati violenti scontri tra le forze di polizia antisommossa, che ha sparato raffiche di gas lacrimogeni, granate stordenti e idranti, contro gruppi di manifestanti che cercavano di raggiungere il Parlamento con lanci di molotov e pietre divelte dalla pavimentazione della piazza. Membri del gruppo anarchico Rouvikonas sono entrati negli uffici dell’Hellenic Train e sono saliti sul tetto, appendendo uno striscione con la scritta “Assassini”.
La polizia ha dichiarato di aver effettuato 125 fermi durante le proteste e gli scontri successivi, 57 dei quali si sono conclusi con arresti formali. Inoltre, a seguito dei disordini, una trentina di persone sono state soccorse per ferite lievi e problemi respiratori.
Il peggior disastro ferroviario della Grecia è diventato il simbolo di fallimento delle istituzioni, di cui il popolo greco non si fida più. Troppe reticenze, lentezze, risposte disattese, troppe responsabilità negate.
La giustizia in Grecia è sotto attacco, ci si interroga sull’indipendenza dei giudici, se i vertici delle corti superiori del paese siano influenzati dal potere politico. A due anni dall’incidente ancora nessun colpevole, nessun responsabile. Incredibile, poi, la decisione di rimuovere i resti e coprire il sito del disastro con ghiaia e cemento, impedendo, di fatto, di risalire alla verità.Chi ha dato l’ordine di ricoprire? I giudici del distretto di Larissa hanno negato di aver dato l’ordine di rimozione. Soprattutto, i parenti delle vittime vogliono sapere quale sostanza infiammabile e proibita trasportasse il treno merci, senza alcuna segnalazione, mentre transitava il treno passeggeri. Proprio il giorno prima, il 27 febbraio, è stata resa nota la conclusione ufficiale da parte del Politecnico di Atene e di un gruppo di esperti per chiarire se il treno merci fosse carico di materiale esplosivo pericoloso e non legale. “La relazione ha confermato che il materiale trasportato era estremamente pericoloso, e trasportato segretamente, non si sa per conto di chi. Il governo è accusato di aver insabbiato la verità, di omertà, di aver ingannato il popolo greco…soprattutto le famiglie” ci dice Anastasia G.
E poi, che ne è stato delle promesse di ammodernamento delle infrastrutture? Che ne è stato dei fondi europei, dove sono stati utilizzati? I greci stanno chiedendo il conto a gran voce. Il fondamento della democrazia è scosso. E il governo conservatore di Kyriakos Mitsotakis traballa.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link