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Dopo lo spettacolo rivoltante offerto al mondo civile dalla Casa Bianca venerdì sera, è urgente che leader politici ed elettori prendano atto della nuova realtà. L’ordine internazionale che ci ha accompagnato per più di settanta anni non esiste più, e il cambiamento storico che vediamo dispiegarsi in tempo reale influenzerà ogni aspetto del nostro quotidiano, compreso il tenore di vita.
A beneficio dei distratti, è di vitale importanza fare il punto della situazione.
Come ha affermato la vicepresidente della Commissione Europea, Kaja Kallas, gli Stati Uniti non sono più il paese guida del mondo libero. Il mondo libero ha bisogno di un nuovo leader.
Tale leader non può essere trovato che in Europa – per certi versi è l’Europa stessa. Unico argine all’autoritarismo dilagante a livello globale.
L’Alleanza atlantica è morta. Trenta anni dopo aver vinto la guerra fredda, gli Stati Uniti hanno deciso di perderla. Buona fortuna a Trump, che dovrà fronteggiare la Cina avendo al suo fianco soltanto la Russia, la cui economia ha dimensioni risibili rispetto a quelle dell’Unione Europea.
Negli Stati Uniti è in corso un colpo di Stato. Questa è forse la parte più difficile da digerire per molti. Lo scenario è cambiato radicalmente rispetto al primo mandato di Trump. Nel 2017, il presidente era circondato da ministri competenti o almeno non eversori. Aveva contro una parte significativa del Partito Repubblicano, l’apparato dello Stato manteneva la sua imparzialità e il sistema di contrappesi al potere del presidente – dal potere giudiziario alle forze armate e di sicurezza e la stampa libera – era ancora in piedi. Tutto questo non esiste più.
Musk e Trump hanno azzerato l’apparato pubblico, licenziando decine di migliaia di funzionari non allineati, decapitando i vertici di tutti gli organismi di garanzia – comprese le forze armate e le agenzie di sicurezza come CIA e FBI – e sostituendoli con estremisti che condividono il loro progetto eversivo. Il presidente si è posto al di sopra della legge, arrogandosi la prerogativa di interpretarla contro il potere giudiziario e azzerando la magistratura militare (che interpreta la legge e la Costituzione per i vertici delle forze armate). In un contesto istituzionale simile, la regolarità delle elezioni (che certamente continueranno a svolgersi) e il rispetto dei diritti civili e politici non saranno più garantiti. Una descrizione più accurata di questo cambio di regime si trova qui.
Trump è un asset della Russia. Non significa che sia stato arruolato segretamente come sostengono indiscrezioni che, considerate le condizioni attuali dell’apparato pubblico e mediatico degli Stati Uniti, non sarà mai possibile verificare. Significa che il presidente è disponibile a dire e fare tutto ciò che Putin gli suggerisce. In parte perché ama le dittature e crede che gli interessi del dittatore russo coincidano con i suoi. In parte perché, nella sua ottica di brevissimo periodo, non è in grado di capire le conseguenze.
Gli Stati Uniti interromperanno gli aiuti militari all’Ucraina e non solo elimineranno le sanzioni alla Russia: inizieranno a farci affari, rianimando un’economia che da anni è sull’orlo del collasso.
L’Ucraina rischia di perdere la sovranità. Se accade, avremo alle porte un nemico più forte e aggressivo di prima che, dopo essersi impossessato dell’arsenale ucraino, perseguirà insieme agli Stati Uniti l’obiettivo di smembrare l’Europa, favorire l’affermazione di regimi autoritari sul modello della Turchia di Erdogan, l’Ungheria di Orban e l’America di Trump, e spartire il vecchio continente in sfere di influenza. Secondo voi, in quale sfera di influenza cadrà l’Italia?
La democrazia non è scontata. L’unità d’Europa è il nostro unico argine contro l’autoritarismo e l’oscurantismo dilaganti. In questo momento, la difesa di un’Europa unita e la difesa della democrazia coincidono.
Dobbiamo e possiamo sviluppare la capacità di difenderci da soli contro la minaccia esistenziale rappresentata dall’imperialismo russo, l’avanzata dell’autoritarismo e la disinformazione promossa da Russia e Stati Uniti. La nostra economia è enorme, rispetto a quella russa. I mezzi non mancano. Ora va costruita e consolidata la volontà politica.
Dobbiamo dimenticare Brexit e riaccogliere il Regno Unito nell’unione. Considerare l’allargamento dell’unione a chiunque condivida i valori fondamentali della democrazia liberale, Canada compreso. Formare un soggetto politico unico nella politica estera e di difesa, con una forza economica e negoziale immensamente superiore a quella russa. Sviluppare una forza militare di deterrenza credibile che, piaccia o meno, comprenda anche la difesa contro la minaccia nucleare. Nessuno di noi vuole pensarci, ma è così, facciamocene una ragione. Sulle regolamentazione e le politiche fiscali e monetarie non mi soffermo, non è il momento. Ma è chiaro che dovranno essere elaborati nuovi meccanismi che consentano di preservare la coesione, anzitutto politica, senza prestare il fianco alla propaganda di populisti e autoritaristi.
Questi punti devono essere il fulcro del programma politico di ogni forza democratica che abbia a cuore la sovranità dell’Europa e dell’Italia, adesso. Non è più tempo di posizioni pilatesche di chi non vuole stare con Putin, ma neanche sostenere l’Ucraina o contraddire Trump.
Se riusciremo anche soltanto ad avviare il cambiamento, l’Europa emergerà da questa crisi storica molto più ricca, non solo sul piano economico e politico, di come ci entrata.
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