Caso Paragon, Mantovano: “Tutto quello che si poteva dire è stato detto”. Renzi: “Se il Papa fosse stato intercettato sarebbe uno scandalo mondiale”

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Il leader di Italia viva parla di “una lesione del Concordato e della libertà religiosa”. Attesa per l’audizione al Copasir del direttore dell’agenzia per la cybersecurity Bruno Frattasi

Incalzato dai cronisti, Alfredo Mantovano è tornato sul caso Graphite, il software dell’azienda Paragon usato contro giornalisti e attivisti. “Tutto quello che si poteva dire è stato detto, con una prima nota della presidenza del Consiglio, con risposte a interrogazioni parlamentari, con i direttori delle agenzie che hanno riferito al Copasir” ha affermato l’autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, a margine della presentazione della relazione annuale dell’intelligence. Ma quella dello spyware israeliano è una storia ancora senza risposte. Per ora sono in corso due indagini delle procure di Napoli e Palermo, dove sono state presentate le denunce del direttore di Fanpage, Francesco Cancellato, e dell’attivista capo missione dell’ong Mediterranea, Luca Casarini. Ma alla lista, negli ultimi giorni, si è aggiunto anche il cappellano di Mediterranea, don Mattia Ferrari. Se lo spionaggio venisse confermato, per Matteo Renzi si tratterebbe di “una lesione del Concordato e della libertà religiosa”.

Domande (ancora) senza risposta

Oggi pomeriggio, 4 marzo, sarà il direttore dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, Bruno Frattasi, a essere ascoltato dal Copasir, il comitato per la sicurezza della Repubblica in cui i giorni scorsi sono sfilati i vertici delle agenzie d’intelligence italiani. Tutti hanno negato di aver usato degli spyware per intercettare giornalisti e politici. E anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha escluso che un software-spia sia stato usato dalla polizia penitenziaria, l’ultima forza dell’ordine rimasta all’appello dopo che polizia, carabinieri e finanza avevano escluso di averlo utilizzato. Chi è stato quindi? E perché sono stati intercettati Cancellato, Casarini e, si è scoperto più recentemente, anche don Mattia Ferrari? Per Mantovano, che ha la delega ai servizi segreti, “qualsiasi cosa venga aggiunta in pubblico danneggerebbe l’attività di intelligence e le indagini”.

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Le agenzie dei servizi segreti, quelli interni (Aisi) e quelli esteri (Aise), con i rispettivi direttori Bruno Valensise e Giovanni Caravelli, hanno ammesso di avere in uso Graphite, ma hanno escluso di averlo utilizzato contro giornalisti e attivisti. Nei prossimi giorni verranno sentiti come persone informate dai fatti dai magistrati di Napoli e Palermo che stanno coordinando le due indagini in corso. E intanto il presidente del Copasir, Lorenzo Guerini, ha promesso che “il lavoro sarà rigoroso e attento. Contiamo di audire numerosi soggetti e non è escluso che possiamo presentare poi una relazione al Parlamento.

Renzi: “Violato il Concordato”

Tra i politici che più si stanno battendo affinché venga fatta luce sul caso Paragon c’è Matteo Renzi. “L’Italia è diventato il Paese in cui ciascuno fa come gli pare tra intercettazioni, trojan e spie – ha detto il parlamentare di Italia Viva nella sua ultima Enews –. Ci sono giornalisti e attivisti politici spiati in modo non rispettoso delle regole del trojan israeliano. E forse anche della legge italiana”. L’ex premier, parlando della possibilità che anche Papa Francesco possa essere stato intercettato nelle sue conversazioni con don Mattia Ferrari, ha aggiunto: “Se venisse provato che è stato spiato anche il sacerdote scelto dalla Cei per aiutare i migranti sarebbe una lesione del Concordato della libertà religiosa. Se poi qualcuno avesse intercettato anche il Papa sarebbe uno scandalo mondiale”. Anche Angelo Bonetti ha risposto, a distanza, alle parole di Mantovano. “La dichiarazione secondo cui il Copasir è espressione del Parlamento ignora un punto essenziale: il Copasir non rappresenta l’intero Parlamento, ma solo una parte di esso – ha sottolineato il leader, con Nicola Fratoianni, dell’Alleanza Verdi Sinistra –. Avs non ha rappresentanti in questo organismo dove tutto viene secretato e, di conseguenza, siamo esclusi da questioni fondamentali per la sicurezza del Paese”. Poi si chiede: “Chi ha autorizzato queste operazioni (di spionaggio, ndr)? Con quale scopo? L’opinione pubblica deve sapere che cosa è successo e che cosa sta accadendo”.

 

 



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