Emergenza Fentanyl: anche in Italia preoccupa la “droga degli zombie” che dilaga negli Stati Uniti

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Il commercio illegale di sostanze stupefacenti è in continua espansione a livello globale. Oltre a quelle tradizionali, emergono costantemente nuove droghe psicoattive, responsabili di migliaia di decessi in tutto il mondo. Tra le più letali spicca il Fentanyl.

Assoluto relax, euforia, incapacità di articolare il pensiero e persino di reggersi in piedi, tanto da far sembrare coloro che lo assumono dei morti che camminano. Sono proprio questi gli effetti del Fentanyl, meglio conosciuto come la “droga degli zombie”. 

Il Fentanyl è un oppioide sintetico estremamente più potente della morfina e dell’eroina. Si tratta di un farmaco molto prezioso, impiegato in medicina per il trattamento di forme di dolore intense, come quello cronico o oncologico, ma anche come sedativo per l’anestesia.

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L’assunzione del Fentanyl, infatti, ha effetti diretti sul cervello. Tra i vari recettori cerebrali, quelli oppioidi svolgono un ruolo fondamentale: la loro stimolazione riduce la trasmissione degli impulsi nervosi legati al dolore provocando un profondo rilassamento. Il dolore è ancora presente, ma viene percepito in modo attenuato. Allo stesso tempo, influisce sulla risposta emotiva ad esso, determinando uno stato di euforia.

Se assunto sotto supervisione medica, il Fentanyl non comporta particolari rischi. Tuttavia, sono sempre più numerosi coloro che ne fanno un uso improprio, alla ricerca di quella combinazione di euforia e totale rilassamento, andando però incontro a gravi effetti indesiderati o a forme di dipendenza.

Nel breve termine, tra gli effetti collaterali più comuni si riscontrano nausea, vomito, stipsi e confusione mentale. Ma l’abuso di questa sostanza può avere conseguenze ben più gravi, talvolta letali. Il Fentanyl agisce sui recettori oppioidi che regolano anche la respirazione, e proprio questa sua azione lo rende estremamente pericoloso. L’arresto respiratorio è infatti la principale causa di morte per overdose da oppioidi, inclusa quella da Fentanyl. Sono sufficienti solo 2/3 mg per provocare il soffocamento e risultare fatali. Sebbene il naloxone, un antidoto contro le overdosi da oppioidi, possa contrastarne gli effetti, la sua efficacia può essere limitata dall’intensità e dalla prolungata azione del Fentanyl.

Essendo una sostanza stupefacente, questo oppioide non è facilmente reperibile al di fuori degli ambiti ospedalieri o terapeutici. Può essere distribuito esclusivamente su prescrizione medica ed è disponibile in diverse forme, come cerotti, fiale, compresse e soluzioni per iniezione endovenosa. Tuttavia, parallelamente al mercato legale, si è sviluppato un pericoloso traffico illecito. Le principali piattaforme di spaccio si trovano nel dark web e nel deep web, dove sono difficilmente individuabili grazie all’utilizzo di sofisticati sistemi criptati. 

Negli Stati Uniti, la prima causa di morte tra i giovani adulti è ormai rappresentata proprio dalla dipendenza da oppioidi, in particolare dal Fentanyl. A partire dagli anni Novanta, le case farmaceutiche hanno incentivato i medici a prescrivere oppiacei ad alti dosaggi creando dipendenza tra i pazienti, i quali poi spesso continuano ad abusarne ben oltre la prescrizione medica, anche per via del costo relativamente basso. Questo ha fatto la fortuna non solo delle aziende stesse, ma del mercato illegale controllato dai narcotrafficanti. I componenti chimici per la sintesi del Fentanyl vengono prodotti in Cina e poi esportati in Messico, dove i narcos si occupano della trasformazione chimica della sostanza, distribuendola infine nel mercato statunitense.

Secondo il Centers for Disease Control and Prevention (CDC), il numero di vittime per overdose da Fentanyl è in continua crescita, con una media di circa 200 morti al giorno. Tra questi si possono annoverare diversi volti noti, come l’attore di “Euphoria” Angus Cloud, l’attore Adam Rich della sitcom “La famiglia Bradford”, il rapper Coolio, noto per il brano “Gangsta’s Paradise”, il cantante Prince e altre celebrità.

Ma il Fentanyl non è un problema che coinvolge solo l’America. Questo oppioide si sta diffondendo anche nelle piazze di spaccio europee e italiane, tanto che nel nostro Paese, dove comunque sono presenti avvisaglie della sua circolazione illegale, è scattata un’allerta di terzo grado, ossia una comunicazione di massima urgenza inviata a forze di polizia, Ministero della Salute, Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco), tossicologie forensi, ospedali e assessorati regionali alla Salute, compreso quello della Sardegna.

Nell’Isola, infatti, la presenza di queste sostanze non è una novità: nel 2023, Cagliari è risultata la città italiana con il più alto carico di massa di Fentanyl, oltre che di mefredone, nelle acque reflue, su un totale di 19 città analizzate. Il dato è emerso da uno studio condotto dall’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, pubblicato sulla rivista scientifica “Science of the Total Environment”, nell’ambito di un’inchiesta nazionale sull’uso di nuove droghe psicoattive in Italia.

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Per contrastare il fenomeno, il 12 marzo 2024 il Governo italiano ha perciò presentato un Piano nazionale di prevenzione contro l’uso improprio di fentanyl e altri oppioidi sintetici. L’auspicio è che queste misure riescano a contrastare la diffusione di questa sostanza stupefacente, prima che l’emergenza assuma anche in Italia proporzioni incontrollabili.



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