i Dati del Turismo Invernale in Italia

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Per l’inverno 2025 si registrano 8,2 milioni di persone che hanno scelto il turismo montano entro i confini nazionali, con un giro d’affari di 5,8 miliardi di euro. Gli alberghi continuano a essere la scelta più frequente per il soggiorno. Vediamo quali sono i dati sulla tipologia, il comportamento e le preferenze dei viaggiatori.

Secondo il rapporto realizzato da Tecnè per Federalberghi, nel primo trimestre 2025, le montagne italiane continuano ad essere una meta di riferimento per chi desidera vivere la passione per lo sci, ammirare la bellezza delle cime e approfittare delle numerose attività di svago e relax offerte dalle località alpine e appenniniche. 

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Numeri e tendenze

Stando ai dati raccolti, tra gennaio e marzo 2025, 5,9 milioni di italiani hanno già trascorso o trascorreranno una settimana bianca, mentre 600 mila hanno scelto di prolungare l’esperienza aggiungendo uno o più weekend in montagna. A questi si aggiungono 2,3 milioni di italiani che hanno optato esclusivamente per un soggiorno breve nel fine settimana, portando il totale dei viaggiatori sulla neve a 8,2 milioni. 

L’Italia resta la meta privilegiata per la grande maggioranza dei viaggiatori: solo il 3,9% ha scelto di trascorrere una settimana bianca all’estero. Tra le mete più gettonate, il Nord Italia guida la classifica con il 73,7% delle preferenze, mentre il 22,3% ha scelto il Centro-Sud. Piemonte, Trentino-Alto Adige, Valle d’Aosta, Lombardia e Veneto si confermano le regioni più frequentate dagli amanti della neve. 

Per chi ha scelto di trascorrere solo un fine settimana in montagna, invece, la preferenza è andata alle località più vicine al proprio luogo di residenza, con un incremento delle destinazioni nel Centro-Sud, sebbene le mete settentrionali rimangano le più frequentate.

Spesa e impatto economico

Il turismo invernale rappresenta una risorsa significativa per l’economia locale, con il 72% della spesa che resta nei territori montani, contribuendo direttamente all’economia locale. La spesa media pro capite per una settimana bianca si attesta sui 675 euro, suddivisa tra pernottamento (28%), ristorazione (28,9%), trasporti (19,6%), shopping (9%) e altre attività come corsi di sci, escursioni e gite (14,5%).

Anche chi opta per un solo weekend sulla neve contribuisce in modo rilevante all’economia montana: la spesa media pro capite per un fine settimana è di 273 euro, mentre per chi aggiunge un weekend alla settimana bianca la cifra sale a 371 euro. 

Preferenze di soggiorno e prenotazioni

Gli hotel restano la scelta più popolare tra i turisti della neve, con il 36,2% delle prenotazioni, seguiti da b&b (22,8%), case di parenti o amici (15,6%), rifugi alpini (13,6%) e case di proprietà (4,8%). Il 53,2% dei viaggiatori che ha soggiornato in una struttura ricettiva, ha prenotato direttamente attraverso i siti web degli alberghi o tramite contatto telefonico, confermando una tendenza crescente verso la prenotazione diretta, che offre maggiore flessibilità e vantaggi economici.

Fattori di scelta e il ruolo delle famiglie

Le bellezze naturali rappresentano il principale criterio di selezione delle località sciistiche per il 73,2% dei turisti, seguite dalla varietà di divertimenti e dalla facilità di accesso (23%). La tradizione familiare e il legame con località già frequentate influenzano il 20,8% delle scelte, mentre il 20,5% degli intervistati dichiara di essere motivato dall’opportunità di praticare sport o dedicarsi al relax.

Le famiglie continuano a essere un target importante per il turismo invernale: il 37% dei viaggiatori è accompagnato da almeno un bambino o ragazzo sotto i 18 anni.

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Conclusioni

La preferenza per le destinazioni nazionali e il ruolo centrale degli hotel confermano la capacità del settore di mantenere un’offerta competitiva. Con una spesa che ricade per la maggior parte sui territori montani, le vacanze sulla neve rappresentano un’importante risorsa per l’economia locale. 

Secondo il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, la stagione ha ottenuto risultati soddisfacenti nonostante alcuni fattori critici, come la scarsità di nevicate e l’aumento del costo della vita. Ha inoltre evidenziato che la presenza di diversi ponti nei mesi successivi potrebbe aver spinto molti italiani a rimandare la vacanza, pianificandola più avanti nel corso dell’anno. Un contributo importante alla tenuta della stagione è stato dato anche dalla politica di contenimento dei prezzi adottata dal settore alberghiero, che ha cercato di mantenere competitiva l’offerta nonostante il contesto economico complesso.

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