Il triplo valore del wallet digitale europeo: identità, attributi e pagamenti

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I wallet digitali sono uno degli strumenti centrali nella trasformazione digitale dell’Unione Europea, con l’ambizione di fornire a cittadini e organizzazioni un mezzo sicuro, interoperabile e versatile per gestire identità digitali, attributi personali e, in futuro, pagamenti.

Con il regolamento eIDAS 2.0, l’Europa si prepara a lanciare il wallet digitale europeo, un progetto che mira a standardizzare e armonizzare questi strumenti in tutti gli Stati membri, offrendo una soluzione che sia al tempo stesso locale e transnazionale.

La complessità di questa iniziativa risiede nella necessità di integrare diverse tecnologie, schemi di identificazione e standard nazionali, senza compromettere l’interoperabilità a livello europeo. Inoltre, il successo del wallet dipenderà dalla capacità di creare un ecosistema sostenibile, in cui attori pubblici e privati possano collaborare per sviluppare modelli di business solidi e innovativi, incentivando la partecipazione di tutti i protagonisti.

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La Reference Architecture Framework di eIDAS

Il pilastro tecnico su cui si basa il wallet digitale europeo è la Reference Architecture Framework (ARF), che definisce i moduli fondamentali per garantire interoperabilità, sicurezza e conformità a livello europeo. Tra i componenti principali del framework figurano la gestione delle identità e degli attributi e il trust model, che stabilisce i ruoli e le responsabilità di tutti gli attori coinvolti, come issuer di attributi, provider di wallet e relying parties. Questo trust model è cruciale per assicurare che le interazioni siano sicure e affidabili, basandosi su standard rigorosi.

Un aspetto non ancora incluso nel perimetro della ARF, ma che potrebbe essere aggiunto in futuro, è l’integrazione dei pagamenti digitali, come il Digital Euro (una forma digitale di “moneta di banca centrale” emessa dalla Banca centrale europea per essere utilizzata nei pagamenti al dettaglio). Sebbene questa funzionalità rappresenti una prospettiva interessante, al momento l’attenzione è focalizzata su identità e attributi, con l’obiettivo di consolidare le fondamenta del sistema.

Certificazioni e il ruolo di ENISA

Le certificazioni dei wallet giocano un ruolo cruciale nell’assicurare sicurezza e conformità. Poiché i wallet devono integrare sia standard europei che schemi locali di identità digitale, come SPID e CIEid in Italia, ogni Stato membro sarà responsabile di definire i propri schemi di certificazione nazionali. Tuttavia, per garantire un approccio armonizzato, l’ENISA (Agenzia Europea per la Sicurezza Informatica) ha istituito un gruppo di esperti con l’obiettivo di fornire linee guida comuni, promuovendo una convergenza che eviti frammentazioni e assicuri l’interoperabilità tra i diversi sistemi.

Modelli di business e la sostenibilità dell’ecosistema

Un elemento chiave per il successo del wallet digitale europeo è la creazione di modelli di business sostenibili. Sebbene sarà il mercato a sviluppare tali modelli, è fondamentale che l’architettura del sistema crei le condizioni affinché questo mercato possa nascere e prosperare. L’architettura deve quindi prevedere elementi abilitanti, come infrastrutture scalabili e meccanismi standardizzati per la gestione di attributi e verifiche.

Tra i modelli più promettenti spicca la monetizzazione degli attributi, con due approcci principali:

  • il pagamento per utilizzo, in cui le relying parties pagano gli issuer di attributi per ogni verifica effettuata tramite il wallet
  • il pagamento per rilascio, dove l’utente sostiene un costo per ottenere un attributo certificato, come avviene già oggi per documenti ufficiali.

Questi modelli possono generare valore per tutti gli attori, creando un ecosistema economicamente autosufficiente e favorendo lo sviluppo di nuove funzionalità.

Prepararsi a gestire la complessità

Un aspetto cruciale dell’implementazione del wallet è la gestione della complessità operativa, resa ancora più impegnativa dal fatto che il suo utilizzo sarà volontario. Ciò significa che il wallet dovrà convivere con schemi di identificazione esistenti, come SPID, CIEid o altre soluzioni, generando flussi di onboarding articolati e variabili. Ad esempio, un cittadino potrebbe utilizzare il wallet con il relativo attributo per certificare il proprio indirizzo di residenza, mentre un altro potrebbe caricare manualmente una fattura di utenza domestica da verificare dopo un’identificazione effettuata in altra modalità.

Questa coesistenza richiederà flussi di lavoro flessibili e infrastrutture scalabili, capaci di adattarsi a diverse modalità di identificazione e di gestire la convivenza di più sistemi per lungo tempo. Governare questa complessità sarà essenziale per garantire un’esperienza utente fluida nei flussi di onboarding, sfruttando le opportunità derivanti dall’integrazione anche del wallet.

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Opportunità per l’ecosistema del wallet

Il wallet digitale europeo non è solo uno strumento di gestione dell’identità digitale, ma un mezzo per certificare attributi personali e, in prospettiva, gestire pagamenti digitali. Questa versatilità apre la strada a una serie di opportunità per tutti gli attori coinvolti. Per i cittadini, il wallet rappresenta un accesso semplificato a servizi pubblici e privati, mentre per le relying parties e gli issuer di attributi offre un modo più efficiente di gestire verifiche e certificazioni.

Nel medio termine, l’integrazione con il Digital Euro potrebbe trasformare il wallet in uno strumento essenziale per le transazioni quotidiane, ampliandone ulteriormente il potenziale. Questo potrebbe innescare un meccanismo virtuoso di crescita, con un aumento simultaneo di utenti, wallet providers, relying parties e issuer di attributi, favorendo lo sviluppo di nuovi servizi e applicazioni.

La timeline e l’avvio in Italia con l’IT Wallet

La roadmap europea prevede che tutti gli Stati membri debbano offrire ai cittadini un wallet conforme entro Natale 2026, i primi atti implementativi sono stati approvati a Novembre 2024, ma l’Italia anticiperà i tempi con il lancio dell’IT Wallet. E’ verosimile che una prima versione (IT-Wallet pubblico) con flusso remoto venga resa disponibile dalla seconda metà del 2025 dopo l’approvazione delle Linee Guida tecniche da parte di AgID, emesse dopo aver sentito il Garante, ACN, la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome e che dovranno riguardare sia il wallet pubblico che quelli privati che dovranno essere accreditati. Questo permetterà di testare le soluzioni tecniche e i flussi operativi, ponendo l’Italia tra i paesi leader nell’implementazione del progetto.

Le aziende e le organizzazioni interessate dovrebbero iniziare a prepararsi già ora, considerando i tempi stretti per l’adozione di standard tecnici e per lo sviluppo delle infrastrutture necessarie. Chi agirà tempestivamente avrà un vantaggio competitivo, posizionandosi al meglio per sfruttare le opportunità offerte dal nuovo ecosistema.

Conclusioni

Il wallet digitale europeo rappresenta un’opportunità unica per costruire un ecosistema digitale sicuro, interoperabile e inclusivo. Il successo del progetto dipenderà dalla capacità di armonizzare standard e schemi nazionali, dalla creazione di modelli di business sostenibili e dalla gestione della complessità tecnica e operativa. Con una roadmap chiara e un avvio anticipato in Italia, il futuro del wallet digitale è già in costruzione: ora è il momento di agire per trasformare questa visione in realtà.



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