Le armi e gli aiuti statunitensi che mancheranno di più all’Ucraina

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La decisione dell’amministrazione statunitense di Donald Trump di sospendere gli aiuti militari all’Ucraina, anticipata dai giornali americani, crea una serie di problemi all’Ucraina che da più di tre anni resiste all’invasione su larga scala ordinata dal presidente russo Vladimir Putin nel 2022. 

Uno di questi problemi sarà la mancanza di sistemi di difesa aerea contro i bombardamenti russi. Ogni settimana la Russia lancia missili balistici, missili da crociera e centinaia di droni a lungo raggio contro le città ucraine per colpire anche obiettivi civili come ospedali, ristoranti e centrali elettriche. Gli Stati Uniti in questi anni hanno fornito un buon numero di batterie di Patriot e di Nasams, che sono missili in grado di intercettare e distruggere in volo i missili russi. Ma le scorte di questi missili intercettori prima o poi finiranno e lasceranno l’Ucraina più esposta ai bombardamenti. 

Gli ucraini hanno già vissuto questa situazione. Quando i Repubblicani statunitensi al Congresso sospesero l’autorizzazione all’invio di aiuti militari all’Ucraina deciso dall’amministrazione Biden tra il dicembre del 2023 e l’aprile del 2024, i militari ucraini dovettero decidere come usare la scorta di intercettori che stava finendo. In una situazione ideale avrebbero potuto sparare un numero di intercettori sufficiente a distruggere ogni missile russo. In una situazione di scarsità furono costretti a scegliere quanti missili russi provare a intercettare e quanti lasciare passare, sperando che non andassero a segno. Arrivarono quasi a decidere di intercettare soltanto un missile russo ogni dieci, ma poi la sospensione degli aiuti finì. 

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La protezione delle città ucraine dai bombardamenti russi è come una gara: i russi devono produrre abbastanza missili da rendere inutili gli intercettori degli ucraini e viceversa gli ucraini devono procurarsi abbastanza intercettori da rendere inutili i missili russi. I russi sono ostacolati nella produzione di missili e droni dalle sanzioni internazionali, finché dureranno, ma acquistano droni dall’Iran e missili balistici dalla Corea del Nord.

Alcune zone dell’Ucraina, che è un paese vasto, sono più protette dai sistemi di difesa aerea rispetto ad altre. Il centro della capitale Kiev, inclusa via Bankova con i palazzi del governo dove si prendono le decisioni, è una delle aree meglio difese. Ma senza gli intercettori americani anche il centro di Kiev potrebbe restare sguarnito. In questi anni i paesi europei inclusa l’Italia hanno fornito sistemi di difesa, ma non abbastanza da colmare il vuoto che ora sarà lasciato dagli Stati Uniti. E non possono produrne una quantità maggiore di colpo.

L’azienda che produce i Nasams, la norvegese Kongsberg, ha annunciato la decisione di cominciare la produzione in Ucraina, ma ci vorrà del tempo prima di vedere batterie ucraine in funzione.

Un secondo problema della sospensione decisa dal presidente Trump sarà, tra molti altri, la mancanza di rifornimenti di razzi e pezzi di ricambio per i sistemi d’artiglieria HIMARS e GMLRS, che sono lanciarazzi mobili su ruote o cingoli talmente efficaci da incidere molto sull’andamento del primo anno di guerra. Il concetto degli HIMARS/GMLRS è quello delle vecchie katiuscia dell’esercito sovietico: un camion che spara razzi dal cassone e si sposta dove c’è bisogno. Ma i razzi americani sono una versione aggiornata e possono raggiungere bersagli a 80 chilometri di distanza con un margine di errore di 9 metri. 

I militari ucraini furono particolarmente rapidi ad apprendere come funzionavano gli HIMARS/GMLRS e nell’estate del 2022 li usarono contro i depositi di munizioni e di carburante nelle retrovie russe. Il risultato fu che i soldati russi dovettero spostare tutti gli snodi più importanti della loro logistica ad almeno cento chilometri di distanza dal fronte per essere al sicuro, ma questo comportava rifornimenti più lenti e a singhiozzo. Anche questa lentezza spiega perché i russi per adesso riescano a conquistare soltanto poche centinaia di metri di territorio ucraino per volta. 

Un terzo problema sarà la diminuzione della cosiddetta capacità Isr degli ucraini e la possibile fine della condivisione delle informazioni d’intelligence. Isr è una sigla in inglese che vuol dire Intelligence, Surveillance and Reconnaissance e indica la capacità di vedere e capire che cosa sta succedendo in una zona di guerra grazie al contributo di molte fonti diverse che lavorano assieme, come il video che arriva da un drone in volo e le intercettazioni delle radio del nemico. 

Gli americani hanno dato un contributo enorme alla capacità Isr dei militari ucraini. Senza, spiega tra gli altri l’Economist, sarà difficile fare il cosiddetto dynamic targeting, che vuol dire scoprire i bersagli nemici mentre si muovono e colpirli. Siano essi navi da guerra russe in navigazione al largo della Crimea oppure colonne di carri armati nella regione del Donbass.

Il New York Times scrive che non è ancora chiaro se anche la condivisione di intelligence tra americani e ucraini finirà: per ora non è successo, dice una fonte militare. 

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C’è anche la possibilità che gli Stati Uniti sospendano il servizio fornito da Starlink, il sistema commerciale reso disponibile da un’azienda di Elon Musk che provvede ai clienti una connessione internet via satellite. In questi giorni se ne sta parlando perché il 22 febbraio, quindi prima del disastroso incontro alla Casa Bianca di Zelensky e Trump, Reuters ha scritto che gli Stati Uniti stavano già prendendo in considerazione la possibilità. Avere una buona connessione internet lungo la linea del fronte, dove spesso manca tutto, è ovviamente un aiuto importante per l’esercito. I militari ucraini stanno studiando alcune alternative a Starlink, che però non sono altrettanto valide. 

L’Ucraina è sempre stata consapevole della sua dipendenza dagli aiuti militari che arrivano dall’estero e del fatto che i governi alleati possono cambiare idea da un giorno all’altro, come è appena successo negli Stati Uniti. Per questo motivo ha cercato di rimediare a questa situazione e di diventare sempre più autonoma nella produzione di armi. C’è stata una rapida evoluzione. Adesso il 40 per cento delle armi usate sul campo di battaglia è fatta in Ucraina, ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un’intervista

Un esempio di questo sforzo ucraino per fare sempre più da soli è quello che è successo con i droni. All’inizio della guerra i droni usati dall’esercito ucraino erano in stragrande maggioranza apparecchi commerciali cinesi usati soltanto per osservare i movimenti dei russi e spesso comprati online per iniziativa dei soldati. Poi i tecnici ucraini hanno cominciato a trasformare gli stessi droni cinesi acquistati in massa online in bombe volanti che lungo la linea del fronte danno la caccia a bersagli russi. Fonti militari ucraine dicono al Post che in molte situazioni i droni usati in questo modo sono più efficaci dell’artiglieria. 

Nel 2024 l’Ucraina ha investito due miliardi di dollari per produrre almeno un milione di droni senza più acquistarli all’estero, ma ha superato la produzione prevista e a ottobre ne aveva già prodotti un milione e mezzo. Adesso le stime sulla produzione annua di droni in Ucraina sono state riviste a 4 milioni l’anno.

La dipendenza ucraina dagli aiuti militari stranieri si è ridotta rispetto agli anni passati e un collasso istantaneo del fronte non è lo scenario più probabile. Ma la tenuta sul lungo termine senza le armi statunitensi diventa più dura e complicata ed è esattamente quello su cui faceva conto Putin. Il presidente russo è stato ispirato da quello che è successo in Afghanistan, dove gli Stati Uniti hanno abbandonato il governo di Kabul dopo vent’anni di guerriglia contro i talebani e i talebani hanno vinto

Nella stessa intervista, Zelensky diceva che «il contributo degli Stati Uniti alla capacità difensiva e alla sicurezza dell’Ucraina è ora di circa il 30 per cento. Potete immaginare cosa ci accadrebbe senza questo cruciale 30 per cento».

La sospensione degli aiuti militari da parte dell’amministrazione Trump crea anche un problema serio per i negoziati per il cessate il fuoco, perché la Russia non avrà incentivi ad accettare compromessi e a smettere di combattere adesso che combattere contro gli ucraini è diventato più facile rispetto a prima.

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