Space economy, in Italia il settore è destinato a crescere. Ed il Veneto potrebbe dominare la scena

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Il Veneto punta a diventare un hub internazionale per la space economy italiana, generando 4,5 miliardi di euro di valore e creando fino a 2.400 nuovi posti di lavoro, incluso l’indotto, entro il 2040. Secondo un rapporto realizzato da Venice Sustainability Foundation e Boston Consulting Group la regione ha tutte le carte in regola per affermarsi in questo campo grazie alla combinazione di eccellenze accademiche, capacità manifatturiere e innovazione tecnologica.

Il contesto

La Space Economy è la catena del valore che, partendo dalla ricerca, sviluppo e realizzazione delle infrastrutture spaziali abilitanti arriva fino allo generazione di prodotti e servizi innovativi “abilitati” (servizi di telecomunicazioni, di navigazione e posizionamento, di monitoraggio ambientale previsione meteo, ecc). Essa rappresenta una delle più promettenti traiettorie di sviluppo dell’economia mondiale dei prossimi decenni.

L’Italia vanta una lunga tradizione nelle attività spaziali: tra le prime nazioni al mondo a lanciare ed operare in orbita satelliti, è tra i membri fondatori dell’Agenzia Spaziale Europea, di cui è oggi terzo paese contributore.

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I numeri in Italia

Secondo i dati del SEE LAb sono 415 le aziende attive nel settore della space economy in Italia. In termini economici, considerando i finanziamenti pubblici e il fatturato generato dalle società focalizzate nella produzione di beni e servizi basati su tecnologie spaziali, il settore ha raggiunto un valore complessivo di 2,9 miliardi di euro nel 2021. Si contano anche 7 mila addetti, con un tasso di crescita del +15% rispetto agli ultimi 15 anni.

Tra le aziende del settore, solo il 10% opera strettamente nel segmento spaziale, mentre il 90% lavora in altri settori collegati come quello dell’aviazione (46%), dell’industria metalmeccanica (44%), dell’ICT e dell’elettronica (41%) e dell’automotive (34%), secondo un’analisi condotta dall’Osservatorio Space Economy del Politecnico di Milano in collaborazione con il Cluster Tecnologico Nazionale Aerospazio.

Nel periodo 2023-2027 i finanziamenti pubblici destinati all’ecosistema spaziale nazionale ammonteranno a oltre 7 miliardi di euro. Di questi circa 4,4 miliardi sono finanziamenti pubblici (compreso 1,5 miliardi del PNRR) e 3,1 come fondi allocati sui programmi ESA. Con finanziamenti pubblici di tale portata, l’obiettivo, per l’Italia, è crescere ancora nel settore space economy su cui il Paese ha puntato sempre molto, tanto da essere uno dei fondatori dell’ESA, l’Agenzia Spaziale Europea, e oggi terzo finanziatore con 3,1 miliardi all’anno, dopo Germania e Francia.

Il Piano strategico

L’Italia ha definito un “Piano Strategico Space Economy” che prevede un investimento paese di circa 4,7 miliardi di euro, di cui circa il 50% coperto con risorse pubbliche, tra nazionali e regionali, aggiuntive rispetto a quelle ordinariamente destinate alle politiche spaziali.

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Il Piano si articola in 5 linee programmatiche, in linea con le iniziative condotte a livello europeo e con l’obiettivo di valorizzarne al massimo l’impatto a livello nazionale:

Telecomunicazioni satellitari (Mirror GovSatCom)
Supporto alla partecipazione nazionale a GALILEO (Mirror Galileo)
Infrastruttura Galileo PRS
Supporto a Copernicus (Mirror Copernicus)
Esplorazione spaziale e sviluppi tecnologici connessi.

L’Europa e il valore globale

Secondo Euroconsult il valore del mercato spaziale globale è pari a 464 miliardi di dollari nel 2022. Un quadro che vede l’Europa (con 94 miliardi) terza dietro l’Asia (102 miliardi) e il Nord America (131 miliardi). Secondo McKinsey &Company, invece, nel 2023 il valore della space economy è stato pari a 630 miliardi di dollari, di cui 330 miliardi costituiti dalla “spina dorsale” dell’industria aerospaziale (satelliti, lanciatori e servizi come tv broadcast, Gps, materia prima spaziale) e altri 300 miliardi composti da servizi derivati dallo “sfruttamento” dei dati spaziali. Sempre secondo il rapporto McKinsey & Company nel 2035 il valore della space economy arriverà a 1790 miliardi di dollari, con una crescita stimata del 9% anno su anno.

Il potenziale della space economy in Veneto

Nel 2022 il comparto aerospazio e difesa ha generato in Veneto 1,1 miliardi di euro, pari allo 0,6% del Pil regionale. La Regione, terza in Italia per Pil, ha ancora un grande margine di crescita nel settore spaziale. Attualmente Lazio, Piemonte e Lombardia dominano la scena, ma il Veneto sta guadagnando terreno grazie a realtà come Zoppas Industries, Forgital e Officina Stellare, specializzate nella produzione di componenti ad alta precisione. Le università di Padova, Venezia e Verona rappresentano un altro punto di forza, formando talenti e sviluppando programmi di ricerca avanzati in collaborazione con le aziende. La sinergia tra industria e accademia è un elemento chiave per il successo della Space Economy regionale.

Lo studio di Vsf e Bcg individua tre strategie per far crescere il settore in Veneto: l’ampliamento delle attività esistenti per migliorare la capacità produttiva, il passaggio a segmenti di mercato più complessi come la produzione di sistemi satellitari e una trasformazione radicale della filiera, con l’integrazione di nuovi settori come i servizi di lancio e la produzione completa di satelliti.

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Il presidente di Vsf, Renato Brunetta, ha evidenziato come il Veneto disponga di un ecosistema industriale e tecnologico avanzato, capace di attrarre investimenti strategici e creare nuove opportunità economiche e occupazionali. Se la Regione riuscirà a sviluppare un cluster spaziale coeso, oltre a rappresentare un simbolo di cultura e storia grazie a Venezia, potrà diventare un centro d’innovazione tecnologica e sviluppo sostenibile per la Space Economy del futuro.


FOTO: SHUTTERSTOCK





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