ecco perché è così importante (anche per i negoziati)

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Mosca vuole attraversare il fiume Dnipro, in Ucraina, ad ogni costo. Un obiettivo complesso, ma anche e soprattutto rischioso in termini di vite umane. Lo scopo sarebbe quello di ottenere vantaggi territoriali da far pesare poi nei futuri negoziati di pace: lo sostiene Oleksandr Prokudin, governatore ucraino della regione di Kherson, citato dal Guardian. 

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Per questo motivo, le forze russe stanno tentando ripetutamente di stabilire una testa di ponte lungo il fiume Dnipro, inviando truppe in missioni particolarmente rischiose, alcune delle quali vere e proprie «missioni suicide».

Secondo Prokudin, Mosca sta cercando di attraversare il fiume in quattro punti strategici per legittimare la sua rivendicazione sull’intero oblast di Kherson, una delle quattro regioni ucraine che il Cremlino ha dichiarato unilateralmente di voler annettere.

Le «missioni suicide»

«Ogni giorno provano ad attraversare – ha affermato il governatore, attualmente in visita ufficiale nel Regno Unito – Secondo le nostre informazioni di intelligence, un vicecomandante russo ha detto alle truppe che dovevano forzare il passaggio del fiume a qualsiasi costo, anche se non tutti i soldati sono disposti a farlo».

Prokudin, nominato direttamente dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha spiegato che, secondo le informazioni in suo possesso, i soldati russi avrebbero ricevuto l’ordine di conquistare un villaggio sulla sponda occidentale del Dnipro per farlo diventare parte dei negoziati di pace. Tuttavia, ad oggi l’operazione non ha avuto successo. Le perdite tra le truppe russe sono state elevate, con molti soldati uccisi o feriti quasi immediatamente. «I russi sanno perfettamente che si tratta di una missione suicida», ha dichiarato il governatore. I documenti recuperati dai corpi dei soldati russi rivelano che alcuni erano reclute recenti, mentre altri combattevano in Ucraina da oltre due anni.

Il ruolo chiave di Kherson

La regione di Kherson era stata quasi interamente occupata dalle forze russe nelle prime fasi dell’invasione, ma a novembre 2022 Mosca è stata costretta a ritirarsi dalla riva occidentale del Dnipro, compresa la città di Kherson, poiché impossibilitata a mantenere le linee di rifornimento. Poche settimane prima della ritirata, il presidente russo Vladimir Putin aveva annunciato unilateralmente l’annessione dell’intera regione, insieme ad altre tre, affermando dal Cremlino che gli abitanti di quei territori sarebbero stati «cittadini russi per sempre». Kherson è una zona chiave per il controllo dell’Ucraina meridionale, poiché si trova alla foce del fiume più importante del Paese.

Prima della guerra, la regione contava circa un milione di abitanti, ma oggi ne restano solo 155.000 nella parte controllata da Kiev, sottoposta a continui attacchi di droni e bombardamenti di artiglieria. Le ambizioni territoriali della Russia restano invariate, e Mosca sta cercando di conquistare quanto più territorio possibile prima di eventuali colloqui di pace. Sebbene l’Ucraina abbia dichiarato più volte di non voler cedere ufficialmente alcun territorio, la sua leadership è consapevole delle difficoltà nel riconquistare ampie aree sul campo di battaglia. Prokudin ha spiegato che la Russia sta cercando di dimostrare di avere il controllo della riva occidentale del Dnipro per rafforzare la sua posizione negoziale. «Vogliono poter dire: “Siamo presenti sulla sponda destra del fiume” e quindi giustificare la loro pretesa sull’intera regione», ha detto. La battaglia per Kherson è diventata ancora più urgente con l’intensificarsi delle discussioni diplomatiche sulla fine del conflitto.

Il mese scorso, gli Stati Uniti hanno avviato colloqui diretti con la Russia escludendo Kiev. Nel frattempo, gli attacchi russi si stanno concentrando su quattro aree: le isole paludose alla foce del Dnipro; i ponti stradale e ferroviario di Antonivka, a est di Kherson; e i villaggi di Lvove e Zmiivka, quest’ultimo situato a monte della diga distrutta di Nova Kakhovka.

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I tre scenari per la fine della guerra

Secondo Prokudin, esistono tre possibili scenari per la conclusione del conflitto. Il primo, il più temuto, vedrebbe la sostituzione di Zelensky con un presidente filo-russo, portando alla cessione di territori a Mosca e spingendo «i confini della Russia ancora più vicini all’Europa».

L’opzione più favorevole per Kiev sarebbe un accordo di pace che garantisca all’Ucraina solide garanzie di sicurezza da parte dell’Europa e di altri Paesi. Tuttavia, Prokudin ha espresso dubbi sul fatto che il Vecchio Continente sia disposto a prendere impegni senza il supporto degli Stati Uniti.

Infine, lo scenario che il governatore considera «il più probabile» è il congelamento del conflitto lungo l’attuale linea del fronte. «Il rischio per l’Ucraina è che questo darebbe alla Russia il tempo di riorganizzarsi e ricostituire le sue scorte di munizioni», ha avvertito.

Prokudin si trova nel Regno Unito per firmare un accordo di partenariato economico con il consiglio della contea di Lincolnshire. Kherson e Lincolnshire sono entrambe regioni agricole, e la contea inglese ha accolto circa 1.000 rifugiati ucraini nell’ambito del programma «Homes for Ukraine».

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