A parità di reddito, oggi le coppie sposate pagano di più – a titolo di imposta federale diretta (Ifd) – rispetto ai concubini. Per sanare una situazione che il Tribunale federale ha dichiarato incostituzionale nel… 1984 (quando “Leon Schlumpf era presidente e con Gorbaciov l’Unione Sovietica cominciava ad avvicinarsi all’Occidente”, ha ricordato martedì il ‘senatore’ del Plr Hans Wicki), il Consiglio federale lo scorso anno ha trasmesso al parlamento una proposta di trasformazione «radicale» (la ministra delle Finanze Karin Keller-Sutter) del sistema impositivo. È il controprogetto indiretto all’iniziativa popolare lanciata due anni fa dalle Donne del Plr proprio per mettere governo e parlamento sotto pressione: questa si chiama anche Iniziativa per imposte eque, e chiede esplicitamente il passaggio alla tassazione individuale (ai tre livelli: federale, cantonale e comunale) per tutti. Conseguenza: tutti – coniugi compresi – dovranno compilare due dichiarazioni d’imposta distinte. Il governo raccomanda di respingere l’iniziativa, privilegiando la via (più rapida) della modifica di legge. Le resistenze politiche però sono forti: erano emerse già nella fase di consultazione, sono riaffiorate poi durante i dibattiti parlamentari. Martedì ne abbiamo avuto la riprova.
Le risposte alle principali domande.
Cos’è stato deciso?
Dopo quasi tre ore di un intenso dibattito, il Consiglio degli Stati è entrato in materia di strettissima misura – 23 voti contro 22 – sul controprogetto governativo con il quale si vuole porre fine alla cosiddetta penalizzazione fiscale del matrimonio (vedi box). La decisione non era scontata: si sapeva che sarebbe giunta sul filo di lana. Lo scorso autunno, al Nazionale, pochi voti avevano separato favorevoli (98) e contrari (93). La commissione preparatoria della Camera dei cantoni aveva adottato il disegno di legge con una maggioranza risicata (7 a 6, col voto decisivo del suo presidente Hans Wicki). Una forte minoranza Udc/Centro chiedeva di non entrare in materia.
Chi ha votato come?
L’alleanza dei ‘progressisti’ a favore del passaggio all’imposizione individuale – formata da Plr, sinistra (Ps, Verdi) e Partito verde liberale (Pvl) – ha retto, imponendosi su quella dei ‘tradizionalisti’ (Centro e Udc). Al Consiglio degli Stati la prima contava 24 voti (in realtà 23: il presidente Andrea Caroni non vota), la seconda 22. Tutti i ‘senatori’ dunque hanno seguito gli ordini di scuderia. Non capita tutti i giorni al Consiglio degli Stati. Anzi.
Quali sono stati gli argomenti a favore?
- La tassazione individuale non solo elimina lo svantaggio fiscale del matrimonio rispetto al concubinato a livello di Ifd. Incoraggia pure l’occupazione della persona che consegue il secondo reddito (in massima parte donne), favorendo così le pari opportunità. Attualmente, soprattutto nelle famiglie con bambini la tassazione congiunta spinge molte donne a rinunciare a lavorare o a ridurre l’attività lavorativa.
- “Il sistema attuale non rispecchia più le scelte di vita della maggioranza delle famiglie svizzere”, ha affermato Johanna Gapany (Plr/Fr). L’imposizione individuale invece è al passo coi tempi: tiene adeguatamente conto dell’evoluzione della società e della famiglia (ripartizione diversa dei ruoli tra uomo e donna, maggiore occupazione delle donne ecc.).
- L’imposizione individuale rafforza l’indipendenza finanziaria delle donne, alleviando dunque il fenomeno della povertà dopo il pensionamento.
- Nel complesso, il numero di persone che beneficeranno di una riduzione dell’onere fiscale è nettamente superiore a quello di coloro che subiranno un onere maggiore. A essere sgravate saranno in particolare le coppie sposate con una ripartizione dei redditi piuttosto uniforme (coniugi pensionati compresi). Anche le persone sole senza figli beneficeranno di uno sgravio. La classe di reddito più bassa (vi rientra il 19% delle coppie) continuerà a non pagare l’Ifd.
Quali sono stati gli argomenti contro?
- Centro e Udc temono per il modello tradizionale di famiglia. Werner Salzmann (Udc/Be) ha parlato di “interventi ingiustificati nella vita delle famiglie”, di un “attacco frontale al matrimonio”, che oltretutto non sortirà l’effetto auspicato in termini di maggiore occupazione delle donne.
- Dopo la famosa sentenza del 1984, molti cantoni hanno fatto la loro parte, adottando svariati modelli per annullare o alleviare la penalizzazione fiscale delle coppie sposate. La Confederazione invece è rimasta al palo. E ora, “oltrepassando le sue competenze” (l’Udc Jakob Stark), vuole imporre ai cantoni una soluzione che fa a pugni col federalismo.
- Spetterà ai cantoni esaminare le 1,8 milioni di dichiarazioni d’imposta supplementari. Solo in Ticino si dovrebbero assumere 80 tassatori, ha fatto notare Salzmann. Non a caso i direttori cantonali delle finanze e la maggioranza dei governi cantonali sono contrari alla tassazione individuale. Un periodo transitorio di 10 anni è stato deciso proprio per ovviare a quest’aggravio amministrativo, hanno ricordato Karin Keller-Sutter (Plr) e il presidente del suo partito, Thierry Burkart.
- La tassazione individuale (“una rivoluzione”, secondo il ‘centrista’ Pirmin Bischof) è foriera di “nuove ingiustizie” (il collega di partito Benedikt Würth): penalizza le coppie con una ripartizione diseguale del reddito (un reddito alto, l’altro basso) e quelle monoreddito (oltre che le persone sole e le coppie con redditi modesti). I ‘senatori’ ne hanno voluto tenere conto, stabilendo la possibilità di trasferire le deduzioni per i figli da un genitore all’altro (sposati o no, non conta). La sinistra intravede qui un’inopportuna occasione di ottimizzazione fiscale.
- Confederazione (già alle prese con deficit strutturali miliardari e una drastica manovra di risparmio) e cantoni riceveranno ogni anno – stando alle stime più recenti – circa 870 milioni di franchi in meno dall’Ifd. Per limitare le minori entrate, è stato deciso che la deduzione per i figli debba sì essere aumentata (da 6’800 a 10’700 franchi), ma non tanto quanto auspicato da Consiglio federale e Nazionale (12mila).
Cosa succede adesso?
Il Consiglio degli Stati ha interrotto i dibattiti per mancanza di tempo. La discussione di dettaglio proseguirà lunedì. Non è escluso che alla fine il controprogetto venga respinto. L’alleanza che lo sostiene vacilla. Alcuni ‘senatori’ socialisti hanno annunciato che nella votazione sul complesso diranno no se le perdite fiscali risulteranno ancor più consistenti di quelle previste, a causa della volontà della maggioranza (nel frattempo concretizzatasi con la decisione di consentire il trasferimento delle deduzioni per figli da un genitore all’altro) di “ottenere un regalo fiscale per i più abbienti” (Carlo Sommaruga). Vada come vada, il dossier tornerà entro l’estate al Nazionale, che potrà correggere il tiro. Se invece in giugno approderà alle votazioni finali, l’esito è imprevedibile. Basterebbero pochi voti per far cappottare il tutto. Senza contare un possibile referendum, da parte del Centro o dell’Udc. Il partito di Gerhard Pfister attende al varco, pronto a perorare la sua soluzione: l’iniziativa ‘Sì a imposte federali eque anche per i coniugi’. Questa propone l’introduzione di un calcolo fiscale alternativo: le coppie sposate effettueranno un calcolo congiunto della tassazione, poi uno che corrisponde alla tassazione delle coppie non sposate. Alla fine, verrà pagato l’importo fiscale più basso.
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