Domenica, 18 maggio si disputa la nona tappa del Giro d’Italia da Gubbio a Siena. La frazione della Corsa Rosa ripercorre parte del percorso della Strade Bianche, la famosa “Classica del Nord più a Sud d’Europa”. Dopo aver raggiunto il territorio senese, i ciclisti affrontano 5 tratti di sterrato, per un totale di 29,5 km, resi celebri proprio dalla Strade Bianche. L’ingresso a Siena avviene da Fontebranda, con il Muro di Santa Caterina, prima di arrivare in piazza del Campo. Lunghezza 181 km, il giorno successivo il Giro riposa.
La nona tappa del Giro d’Italia partirà da Gubbio per arrivare a Siena
Giro d’Italia tra Gubbio e Siena: cosa vedere
Piazza Grande è il centro della vita cittadina di Gubbio. Realizzata nel Trecento su una struttura sostenuta da archi, ospita il Palazzo dei Consoli e il Palazzo Pretorio. Il Palazzo dei Consoli, con la sua facciata gotica e il campanile, oggi accoglie il Museo Civico, dove sono esposte le Tavole Eugubine. Il Palazzo Ducale, costruito da Federico da Montefeltro, conserva una copia dello studiolo quattrocentesco. Il Palazzo del Bargello ospita il Museo della Balestra, di fronte alla Fontana dei Matti. Il Duomo, rimaneggiato nel Trecento, presenta una navata unica con archi gotici. La Basilica di Sant’Ubaldo, raggiungibile in funivia, custodisce le spoglie del patrono della città. Il Teatro Romano, risalente al I secolo a.C., conserva resti di pavimenti a mosaico e strutture sceniche.
Siena è la destinazione di questa frazione della Corsa Rosa
Siena è una delle città più affascinanti d’Italia, con un centro storico perfettamente conservato e un’atmosfera unica. Il cuore della città è Piazza del Campo, celebre per la sua forma a conchiglia e per il Palio, la storica corsa di cavalli che anima la città due volte l’anno. Qui si trovano il Palazzo Pubblico, con il Museo Civico e gli affreschi di Ambrogio Lorenzetti, e la Torre del Mangia, da cui è possibile osservare il panorama della città. Il Duomo di Siena rappresenta un esempio di architettura gotica e conserva un pavimento intarsiato di rilievo. Nelle vicinanze si trovano il Museo dell’Opera del Duomo, la Pinacoteca Nazionale e la Basilica di San Domenico, legata alla figura di Santa Caterina. Le strade del centro offrono un percorso attraverso edifici storici e luoghi di interesse culturale.
Giro d’Italia tra Gubbio e Siena: dove mangiare, bere e dormire
La tappa prende l’avvio a Gubbio, per arrivare a Siena. Lungo il percorso non mancheranno soste e deviazioni, alla ricerca di gusto e accoglienza. Come nella frazioncina Montelovesco del comune di Gubbio, a circa 700 metri di altitudine, in quella parte dell’Umbria che va carezzevolmente a porsi tra le Marche, che si lascia al suo oriente, e la Toscana che si lascia al suo occidente. Per amor di precisione e per doverosità di notizia, siamo a Piemontino. Il luogo esprime la magia del Creato. Mistico il Santuario di Santa Cecilia, meta di pellegrinaggio; ancora vi si officia la Messa.
Tenuta Borgo Santa Cecilia
Il posto giusto è il D&B Tenuta Borgo Santa Cecilia: cinque suite e il grazioso ristorante con calda dominante legno. Nel lontano 2013 Giuseppe Onorato e la moglie Serena Sebastiani lasciarono Roma e approdarono in Umbria, che è come dire che lasciarono l’orologio e si appropriarono del tempo. Il tempo quello vero, quello che non si lascia scandire dalle lancette, bensì dalla natura. Giuseppe e Serena accolgono gli ospiti nella loro Tenuta Borgo Santa Cecilia, 320 ettari tra boschi e campi. La Tenuta la si visita a bordo di un gippone. La guida, al volante del mezzo, che spiega amorevolmente è Giuseppe. Può capitare di vedere da vicino cinghiali, caprioli, starne. Si comprende che i prerequisiti per cena memorabile ci sono tutti: la qualità delle materie prime, la filiera corta, la genuinità. Il binomio Giuseppe-Serena, per quanto attiene alla conduzione del ristorante diviene trinomio. Il terzo fondamentale elemento è il giovane chef eugubino Alessio Pierini (scuola Alma), che Serena validamente coadiuva. In sala, garbatamente palesando robuste competenze di sommelier, il prode Giuseppe.
Un piatto a base di cinghiale a Tenuta Borgo Santa Cecilia
Menu saggiamente non sterminato. Proposte poche ma ben calibrate e coerenti con la Tenuta. Come si fa, in specie dopo aver visitato la cantina dove stagionano i salumi, a non cominciare con la Selezione “Onorato Salumi” da maiale e cinghiale? Ed ecco nel piatto il prosciutto crudo tagliato al coltello. I maiali allevati sono una ventina (altrettante le pecore), di razza Duroc e Cinta Senese. La macellazione avviene con i primi freddi, ad inizio novembre e cessa ad inizio marzo. Oltre ai prosciutti, qui si fanno anche salami in budello naturale e con stagionatura dai 6 agli 8 mesi, salsicce di maiale, coppa di testa, pancetta tesa, lardo tenuto un anno dentro le conche di legno. Insomma, qui è proprio vero che del maiale non si butta via nulla. Siamo al primo piatto: Spaghettoni, elicriso, bottarga di cuore di capriolo. Ben vistosa ed apprezzata la maestria dello chef in sintonia con la bontà dei singoli ingredienti. Secondo piatto: Agnello arrosto, yogurt e spezie tandoori. Quanto garbo e quale esito felice in questa fusion effettuata in sobrio understatement. Il dolce è opera di Serena nel suo ruolo di pastry chef: Carota, mandorla e fava tonka. Gradevolissima armonia di sapori. Per quanto versato nei calici, ci si è saggiamente affidati al sommelier Giuseppe. In successione: Cremant d’Alsazia; “Nasciolo” Umbria Rosato Igt, ottenuto da sole uve barbera, fatto in Valnerina da Francesco Annesanti. A seguire il Trebbiano macerato di Roberto Lepri e a chiudere il Montefalco riserva di Domenico Pennacchi. Su per antica scala si raggiunge la suite: spaziosa, ben arredata, molto confortevole. A cullare il sonno il dolce suono del silenzio. L’indomani mattina, pregevole prima colazione.
Strada Provinciale 206 al km 15,500 06024 Frazione Montelovesco, Gubbio (PG)
Tel +39 075 9252157
Officina dei Sapori
Si va a Gubbio, nel cuore del borgo. In Piazza Grande troviamo il Palazzo dei Consoli, simbolo della città, sede del Museo Civico e della Pinacoteca Comunale, che ospita le Tavole Eugubine. È ora di pranzo? Bene, dalla piazza/terrazza, poche centinaia di metri in discesa e siamo al ristorante Officina dei Sapori. Giovane la brigata di cucina, altrettanto giovane la brigata di sala, qui l’età media non arriva a 30 anni. Come talvolta accade nei ristoranti a conduzione familiare, il timone dell’impresa è in mano ad una coppia. Anche qui è così. Però la coppia non è data da marito e moglie, bensì da fratello e sorella. Sono Giacomo Ramacci (34 anni) chef, e Veronica Ramacci (39 anni) sommelier e direttrice di sala, i titolari e i due fuochi ellittici dell’Officina dei Sapori, al compimento del primo decennio di attività. L’immagine dell’ellisse diviene elegantemente tangibile nella forma dei tavoli: né tondi, né quadrati, né rettangolari, bensì a forma di armonica ellisse. Locale elegante, sedute confortevoli, cucina a vista, luci soffuse e contrasti di colori: ci si sente subito a proprio agio.
La Steak tartare di manzo, con salsa al midollo di Officina dei Sapori
Giacomo tiene viva e vivace la tradizione culinaria umbra, ravvivandola naturalmente con proposte innovative. Veronica ha garbo innato e vistosa competenza anche sui vini. Sapiente e suadente narratrice delle proposte in carta, sa bene come deliziare il cliente. Piacevole constatazione: fine dining no frills. Ovvero cene che appagano per qualità del cibo e del servizio, il tutto in assenza di sgraditi fronzoli. Alla memoria, ancora prima che agli appunti ricorrendo, narriamo del pranzo. In coerenza con la grande passione e la sempre crescente competenza che lo chef Giacomo ha sulle carni, di cui sa governare abilmente texture e cottura, partiamo con un eccellente antipasto: Steak tartare di manzo con salsa di midollo. A seguire, dacché anche la Crescia una comparsa in tavola deve farla, altrimenti non saremmo a Gubbio: Prosciutto al coltello di maiale allo stato brado con Crescia di Gubbio. E poi, in ruolo di primo piatto, “Imbrecciata Mista”: zuppa di legumi umbri e pasta mista. Si va sul gioco forte, adesso, con le carni di cui Giacomo è maestro. Si opta per una squisita Tagliata di Chianina. Cosa nel mentre sta accadendo nei calici? Ci si affida a Veronica e non si sbaglia: Montecucco Rosato Doc “Grottolo” 2023, ottenuto da uve 70 % Sangiovese, 15% Ciliegiolo, 15% Montepulciano, fatto da Castello Colle Massari. Siamo al dulcis in fundo. Qui subentra, bene accolta e gradita, la maestria del Pastry chef Lorenzo Pisapia. Tutte ghiotte le sue proposte, la scelta che si rivela felice e corroborante, cade su Bavarese al caffè e cremoso al cioccolato su crema di nocciola e il suo crumble. In Giacomo e Veronica osserviamo, restandone affascinati, la luminosità e la pulizia dello sguardo. La loro energia è virtuosamente contagiosa e tange i clienti che qui vivono in conviviale allegria un’esperienza memorabile. Nel luogo in cui Francesco ammansì il lupo promettendogli che mai più avrebbe patito la fame poiché gli “umani” lo avrebbero nutrito, scopriamo luogo in cui quanti hanno appetito di cose buone, piacevoli al palato e non solo, trovano gioioso appagamento. Insomma, senza timore di irriverente blasfemia, potremmo pur dire: “laudati siano Giacomo e Veronica”.
Via dei Consoli, 13 06024 Gubbio (PG)
Tel +39 075 9271424
Cantina Berioli
Prendiamo dunque la strada verso Siena e subito ecco la prima deviazione e la prima sosta. La Cantina Berioli si trova all’interno di locali storici ristrutturati, dove il vino matura in Barriques e Tonneaux di rovere francese. L’azienda ha completato la conversione dei propri vigneti alla coltivazione biologica, adottando un approccio che rispetta i ritmi naturali senza interventi invasivi. Attualmente, l’azienda coltiva 12 ettari di vigneti, grazie a recenti acquisizioni e al reimpianto di nuove varietà. La gestione attenta delle viti garantisce ogni anno una vendemmia con uve sane e mature. Tra i vitigni rossi si trovano Merlot, Sangiovese e Cabernet Sauvignon, mentre tra i bianchi Grechetto, Chardonnay e Trebbiano Toscano.
I vigneti di Cantina Berioli a Magione
L’esperienza e la ricerca costante hanno permesso di migliorare la qualità dei vini, pur mantenendo un legame con le tradizioni. Innovazioni nel settore viticolo hanno ottimizzato la produzione, con particolare attenzione alla vigna, considerata il punto di partenza per un buon vino. La vendemmia viene eseguita a mano e l’uva è pressata poche ore dopo la raccolta. L’azienda, guidata da Roberto Berioli con sua moglie Cristina e i figli Matteo e Assunta, prosegue la tradizione familiare con un lavoro quotidiano orientato alla qualità. Dalla vigna alla bottiglia, il processo produttivo è basato su cura e attenzione costanti.
Via del Moscatello, 3 06063 Frazione Montesperello, Magione (PG)
Tel +39 345 2586604
The Monna Lisa Resort
Scollinata La Cima, uno dei gran premi della montagna di tappa, alle porte di Arezzo si trova The Monnalisa Resort posto tra le colline, in un’area legata all’ispirazione di Leonardo Da Vinci per la Gioconda. Il resort combina elementi storici con un’ospitalità moderna, offrendo ai suoi ospiti un soggiorno immerso nella natura. Il progetto nasce dall’idea di Jonathan Polotto e Claudio Piazzai, che hanno unito le loro esperienze nei settori della tecnologia e dell’ospitalità per creare una struttura che richiama il Rinascimento. Il resort propone mostre, workshop e tour dedicati a Leonardo Da Vinci, integrando la sua eredità nel design e nelle attività offerte.
Il The Monna Lisa Resort ad Arezzo
La cucina è affidata allo chef Giovanni Acelti, che propone un menu ispirato alla tradizione italiana con un approccio contemporaneo. La carta dei vini include etichette toscane e nazionali, selezionate per accompagnare le proposte gastronomiche. Il resort dispone di cinque suite indipendenti immerse nel verde, con parcheggio custodito. Gli ospiti possono usufruire di un ambiente tranquillo e di una colazione a base di prodotti locali. Nei dintorni, è possibile visitare Arezzo, praticare trekking e mountain bike o esplorare la Riserva Naturale di Ponte Buriano e Penna, dove si trova il ponte raffigurato sullo sfondo della Gioconda. Il resort è inoltre ben collegato con Firenze e Perugia, offrendo l’opportunità di scoprire il patrimonio culturale della regione.
Località Pratantico, 95 52100 Arezzo (AR)
Tel +39 +39 378 0681427
Vecchia Cantina di Montepulciano
Prima di entrare in Siena, tappa doveroso tra Montepulciano e Montalcino, due borghi iconici per la produzione di vino. La prima tappa è alla Vecchia Cantina di Montepulciano. Fondata nel 1937, è una delle realtà vinicole più consolidate della Toscana, con circa 400 soci. L’obiettivo comune è produrre vini di qualità accessibile, valorizzando il territorio e rispettando la tradizione. I vigneti si trovano nei comuni di Montepulciano, Pienza, Cetona, Torrita di Siena, Sinalunga, Foiano della Chiana, Castiglion Fiorentino, Cortona e Chiusi, in Toscana, e nei territori umbri di Città della Pieve e Castiglion del Lago. La cooperativa coinvolge quindi due regioni e tre province: Siena e Arezzo in Toscana, Perugia in Umbria.
I vigneti della Vecchia Cantina di Montepulciano
La struttura offre ai soci supporto tecnico con agronomi ed enologi, oltre all’uso di moderne tecnologie di lavorazione. Tra i vini prodotti, il Vino Nobile di Montepulciano DOCG è il più rappresentativo, con una produzione che la rende leader a livello locale e internazionale. Il simbolo della cooperativa è un leone alato rampante, ispirato alla storia di Montepulciano e all’influenza fiorentina sulla città. La sede, costruita nel 1970, si trova alle porte della città e ospita uffici, magazzini, impianti di imbottigliamento, un punto vendita e una bottaia sotterranea di 2800 mq. La cooperativa punta a migliorare continuamente la qualità dei vini, con un’attenzione crescente alla sostenibilità, testimoniata anche dal Bilancio di Sostenibilità.
Via Provinciale, 7 53045 Montepulciano (SI)
Tel + 39 0578 716092
Pinino
L’azienda Pinino nasce nel 1874 con l’avvocato Tito Costanti, tra i primi a valorizzare il Brunello di Montalcino. Dal 1950 è parte del Consorzio del Brunello ed è oggi gestita dalla famiglia Ferragamo, con Salvatore Ferragamo alla guida. L’acquisizione si inserisce nella strategia della famiglia di espandere la produzione vinicola, combinando tradizione e innovazione con un approccio sostenibile. La tenuta si estende su 21 ettari, di cui 16,24 coltivati a vigneto: 7,67 ettari destinati al Brunello di Montalcino, 5,42 al Rosso di Montalcino e 3,15 al Sant’Antimo Sangiovese. I vigneti si dividono tra due aree con caratteristiche pedoclimatiche differenti: le Vigne di Pinino, situate a nord in prossimità di Montosoli, e le Vigne Canchi, esposte a sud-est. Il suolo, composto da galestro, alberese, tufo e argilla, e il clima favoriscono la produzione di vini con buona struttura ed equilibrio.
I vigneti di Pinino a Montalcino
La vendemmia avviene manualmente a ottobre. I grappoli vengono raccolti in cassette da 10 kg e selezionati in vigna per garantire qualità e integrità. La fermentazione avviene in tini d’acciaio a temperatura controllata, con una macerazione fino a 25 giorni. L’affinamento, in botti e barriques di rovere, dura tra i 30 e i 36 mesi a seconda della tipologia di vino. L’azienda adotta pratiche sostenibili, come l’uso di concimi organici, la confusione sessuale per il controllo dei parassiti e il sovescio tra i filari, evitando l’uso di diserbanti chimici per preservare l’ambiente e migliorare la qualità del suolo.
Località Il Pinino, 327 53024 Montalcino (SI)
Tel +39 0577 849381
Caffè Fiorella
Arriviamo a Siena. E adesso che siamo a Siena, un caffè che sia caffè, ce lo prendiamo? Certo che sì. E dove? Al Caffè Fiorella, a due passi da Piazza del Campo. Quest’anno si festeggia il ventennale dell’attività e da oltre trent’anni produce caffè artigianale con metodi naturali per preservare il gusto e l’aroma. La torrefazione seleziona con attenzione le materie prime e adotta una tostatura artigianale, trasmettendo l’esperienza acquisita in generazioni.
Il Caffè Fiorella a Siena
Dopo aver aperto la prima caffetteria a Follonica, la famiglia ha ampliato l’attività con sedi a Castiglione della Pescaia e Siena. Oggi, Francesco, figlio della fondatrice, continua a gestire l’azienda, mantenendo la stessa passione e attenzione per la qualità. Caffè Fiorella fornisce anche caffetterie locali e internazionali.
Via di Città, 13 53100 Siena (SI)
Tel +39 370 3165497
La Macelleria di Alessio e Riccardo
Ci è tornato l’appetito e non ci si scandalizza se mangiamo carne (e che carne) sia a pranzo che a cena? Con la promessa di non eccedere, e quindi piatto unico (sì, ma che piatto), si va in allegria al ristorante La Macelleria, a due passi da Porta Pispini. Valorosi e simpatici i titolari Alessio e Riccardo.
Alessio e Riccardo dietro il bancone della macelleria
Tra le allettanti proposte, e non è che ci sia solo carne, scegliamo la Tagliata di scottona al lardo di cinta senese. Buonissima e buone anche le patate al forno poste a contorno. E nel calice? Chianti Classico Docg 2021 fatto da Dievole. Oscar Wilde ci soccorre al riguardo della proposta dolce. Siccome anche noi, così come il poeta, sappiamo resistere a tutto tranne che alle tentazioni, abbiamo degustato golosamente Cantucci e Vin Santo.
Via Aretina, 10 53100 Siena (SI)
Tel +39 0577 222743
Castel Monastero
Domani il Giro riposa. Non sia mai detto che noi non si faccia altrettanto. E allora si fa così: si va a Castelnuovo Berardenga a poco più di 20km da Siena. Prenotammo a tempo debito e adesso finalmente ci godiamo il resort cinque stelle Castel Monastero. Castel Monastero è circondato da boschi di castagni, filari di cipressi e i vigneti del Chianti. Le origini di Castel Monastero si trovano nella storia della Toscana medievale. Menzionato per la prima volta con il nome di Sarna nel 1044, a partire dal 1050 il castello fu principalmente chiamato Monastero, in relazione all’adiacente Abbazia di Berardenga. Relax completo alla “Spa Monasterii”: hammam, piscina, sauna.
Castel Monastero si trova a Castelnuovo Berardenga
Si cena al ristorante Contrada, insignito quest’anno della stella Michelin. Lo chef è Davide Canella, toscano con esperienze internazionali. Al governo della sala e la bravissima maître Manuela Lucarini. Si comincia con un antipasto davvero squisito: gamberi e panzanella. A seguire, imperdibile, il Fusillone al pesto di cavolo nero con genovese di lumache. Ottimo anche il petto d’anatra e il suo hosomaki. L’hosomaki è un sushi arrotolato, caratterizzato dalla presenza dell’alga all’esterna e di un solo ingrediente contenuto all’interno del riso. Gli squisiti dolci sono fatti dalla pastry chef Francesca Benedettelli. Riposo notturno. Prima colazione molto buona.
Loc. Monastero D’Ombrone, 19 53019 Castelnuovo Berardenga (SI)
Tel +39 0577 570570
Cecchi
Prima di dirigersi verso Lucca, sede di partenza della decima tappa, altra sosta vinicola, questa volta da Cecchi, a Castellina in Chianti (Si). Dal 1893, l’azienda porta avanti la tradizione viticola toscana, tramandando di generazione in generazione l’impegno nella produzione di vini di qualità. Fin dalla fondazione, l’attenzione è stata rivolta al territorio e alla cura del dettaglio, per ottenere vini che riflettano le caratteristiche della regione. L’esperienza maturata nel tempo ha permesso all’azienda di consolidarsi nel panorama vitivinicolo toscano, con un percorso in continua evoluzione.
I vigneti dell’azienda Cecchi a Castellina in Chianti
Le attività di ricerca si concentrano sulla selezione dei cloni di Sangiovese, sulla zonazione dei vigneti e sulla conversione al biologico, oltre allo sviluppo di nuove pratiche agronomiche. L’approccio alla sostenibilità guida ogni fase della produzione, con l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale e preservare l’ecosistema circostante. L’azienda ha integrato soluzioni per garantire un equilibrio tra innovazione e tutela del territorio, adottando pratiche che rispettano sia l’ambiente che le persone coinvolte nella filiera produttiva. Il centro produttivo di Castellina in Chianti ha beneficiato di investimenti mirati alla conservazione e all’efficienza operativa, permettendo di lavorare in armonia con il paesaggio e il contesto locale.
Loc. Casina dei Ponti, 56, 53011 Castellina in Chianti (SI)
Tel +39 0577 54311
Le tappe del Giro d’Italia
- 9 maggio 2025 Durazzo (Durrës) – Tirana (Tiranë)
- 10 maggio 2025 Tirana (Tiranë) – Tirana (Tiranë)
- 11 maggio 2025 Valona (Vlorë) – Valona (Vlorë)
- 13 maggio 2025 Alberobello (Pietramadre) – Lecce
- 14 maggio 2025 Ceglie Messapica – Matera
- 15 maggio 2025 Potenza – Napoli
- 16 maggio 2025 Castel di Sangro – Tagliacozzo
- 17 maggio 2025 Giulianova – Castelraimondo
- 18 maggio 2025 Gubbio – Siena
- 20 maggio 2025 Lucca – Pisa
- 21 maggio 2025 Viareggio – Castelnovo ne’ Monti
- 22 maggio 2025 Modena – Viadana (Oglio-Po)
- 23 maggio 2025 Rovigo – Vicenza
- 24 maggio 2025 Treviso – Nova Gorica/Gorizia
- 25 maggio 2025 Fiume Veneto – Asiago
- 27 maggio 2025 Piazzola sul Brenta – San Valentino (Brentonico)
- 28 maggio 2025 San Michele all’Adige (Fondazione Edmund Mach) – Bormio
- 29 maggio 2025 Morbegno – Cesano Maderno
- 30 maggio 2025 Biella – Champoluc
- 31 maggio 2025 Verrès – Sestrière (Vialattea)
- 1 giugno 2025 Roma – Roma
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