BARI – A 24 ore dal crollo si riaccende la speranza. Le operazioni di scavo nell’area in cui c’erano le scale del palazzo crollato tra via Pinto, via De Amicis e via De Robertis hanno fatto emergere la possibilità che ci sia una persona ancora viva. E sarebbe la 74enne Rosalia De Giosa, che al momento del crollo era in casa nonostante l’immobile dichiarato pericolante nel febbraio 2024 doveva essere sgomberato. Secondo voci (al momento non confermate) la donna avrebbe risposto ai soccorritori.
I Vigili del Fuoco stanno utilizzando sonde per verificare la posizione della persona dispersa. E ci sarebbero indicazioni confortanti circa il fatto che la 74enne possa essere ancora viva. Anche per questo oggi pomeriggio erano stati fatti tornare i cani sul punto in cui è stato registrato il “contatto”. Il loro fiuto serviva per avere conferma della presenza di una persona al di sotto delle macerie: i Vigili del fuoco erano infatti certi di aver individuato il punto corrispondente all’appartamento della donna, ma di lei non hanno trovato traccia. Dopo aver fatto lavorare i cani per circa mezz’ora, i soccorritori si sono quindi spostati in un altro punto e precisamente sul perimetro della zona del crollo nella zona corrispondente alle scale dello stabile. L’ipotesi è infatti che la donna si sia accorta del pericolo imminente e abbia provato a scappare, ma non abbia fatto in tempo. Tra gli effetti personali trovati nella prima fase di ricerche, spiegano diverse fonti, non c’è il cellulare della 74enne, che è stato fondamentale per stabilire la posizione dell’appartamento.
Sul cratere si è inizialmente operato spostando le macerie a mano, con l’utilizzo di sonde a fibre ottiche che garantiscono una alta sensibilità. Per cercare nella zona del vano scale si stanno invece utilizzando le ruspe, perché vanno spostati alcuni solai, ed è necessario lavorare alla luce delle fotoelettriche. A seguito dell’individuazione del divano bordò – quando si pensava che l’individuazione della donna dispersa fosse imminente – è arrivato sul posto anche il procuratore aggiunto di Bari, Ciro Angelillis. La speranza è che la donna possa essere ancora viva ma su questo, ovviamente, nessuno si sbilancia.
Le operazioni andranno avanti fino a quando la ricerca non sarà completata. Già in mattinata i vigili del fuoco hanno trovato alcuni effetti personali della 74enne dispersa, Rosalia De Giosa, tra cui i documenti immediatamente riconsegnati ai familiari. La donna viveva al quarto piano: secondo informazioni raccolte in zona, malgrado l’ordinanza di sgombero sarebbe rimasta nell’edificio (o comunque rientrata, in violazione del divieto) insieme ad almeno altre due famiglie.
Secondo i primi accertamenti, l’edificio sarebbe imploso per il cedimento di un pilastro centrale. Era stato dichiarato inagibile, sgomberato e puntellato nel febbraio del 2024 proprio perchè erano stati rilevati problemi statici ad un pilastro.
I lavori di consolidamento erano partiti da meno di una settimana ed erano stati affidati all’azienda Dell’Aera Costruzioni srl di Casamassima per circa 550mila euro. Le prime indagini hanno permesso di accertare che ieri mercoledì 5 marzo gli operai al lavoro nella palazzina di via Edmondo De Amicis avrebbe avuto avvisaglie del crollo, da alcuni scricchiolii. A quel punto, gli operai sarebbero riusciti a scappare in tempo e ad avvisare anche una delle famiglie con un bambino, che dunque si sarebbe messa in salvo a pochi istanti dal crollo del palazzo. La circostanza è emersa dalla visione delle telecamere di sorveglianza della zona. Ma già nell’immediatezza della tragedia i residenti hanno riferito che «c’era gente che passava la notte qui dentro, che entrava di nascosto, che tornava per recuperare qualcosa dalle case».
I vigili del fuoco con squadre Usar (Urban Search And Rescue), cinofili, droni e saf giunti dai comandi di Bari, Taranto, Barletta e Foggia, e con il supporto di unità della Polizia e di numerosi volontari di Protezione civile, hanno fin da subito isolato la zona, staccando luce e gas: le due palazzine adiacenti a quella crollata sono state sgomberate a titolo precauzionale. Sul posto già ieri sera il pm di turno Carla Spagnuolo che ha delegato la Squadra Mobile: la Scientifica della polizia ha raccolto i primi elementi, effettuando rilievi e fotografie che potranno essere utili per i successivi approfondimenti. La Procura ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di crollo colposo, al momento nei confronti di ignoti.
E’ intervenuto sul posto anche il sindaco di Bari, Vito Leccese: segue minuto per minuto l’evolversi della situazione. «Quello che è successo – ha spiegato il direttore generale del Comune di Bari, Davide Pellegrino – è che il palazzo è crollato dopo l’inizio dei lavori di ristrutturazione, il che fa pensare che questi lavori non siano stati fatti a regola d’arte. Ma questo lo vedranno i tecnici. C’è un nesso di causalità da verificare». «Da un punto di vista amministrativo – ha proseguito Pellegrino – la pratica è stata fatta regolarmente. L’ordinanza del 24 febbraio 2024 dava 7 giorni di tempo per puntellare e mettere sicurezza la palazzina, il 29 febbraio 2024 era stato accertato che il palazzo era stato puntellato, recintato ed era stato inibito l’accesso alle persone».
Gli operai al lavoro nel cantiere della palazzina anche ieri 5 marzo avrebbero avvertito alcuni scricchiolii e sarebbero riusciti a scappare in tempo e ad avvisare anche una famiglia con un bambino, che dunque si sarebbe messa in salvo a pochi secondi dal crollo del palazzo. La circostanza è emersa dalla visione delle telecamere di sorveglianza della zona. I lavori di adeguamento, dal costo di circa 570mila euro, erano stati affidati all’azienda Dell’Aera costruzioni srl di Casamassima. Secondo il direttore generale Pellegrino su quei lavori ci sarebbero state «frizioni, non sappiamo se tra singoli condomini o tra il condominio e le ditte che avrebbero dovuto fare i lavori».
Ed è stata una notte complicata per le famiglie sgomberate dalle due palazzine vicine a quella crollata: in tutto 9 nuclei familiari in base a quanto riferito dal Comune. Immediatamente dopo il crollo le persone sono state spostate nella vicina scuola Carlo del Prete dove è stato allestito un punto di accoglienza. I residenti sono stati trasferiti in strutture messe a disposizione dal Comune (in particolare un noto albergo di Poggiofranco ospita 20 persone), anche se qualcuno ha trovato rifugio da parenti o amici. I servizi sociali hanno messo a disposizione una equipe di psicologi. La situazione è gestita dal Coc della Protezione civile, che ha anche coordinato l’assistenza per gli altri palazzi della zona: autobotti dell’Acquedotto pugliese, sacche d’acqua e allacci temporanei per rimediare alle difficoltà nell’erogazione idrica.
ALLARME PER LA PRESENZA DI AMIANTO
Tra le macerie sparse nell’area del crollo sono stati trovati pezzi di Eternit. Si tratta di un materiale tipico delle costruzioni del Dopoguerra, contenente amianto e molto pericoloso. I tecnici avvertono di non raccogliere i pezzi di macerie, di non spostarli e di usare le mascherine se si deve sostare nella zona del crollo: le fibre di amianto possono essere trasportate dal vento anche a distanza. Anche per questo i mezzi dell’Amiu stanno spargendo acqua nebulizzata sulle polveri sparse nella zona del crollo.
«UN CELLULARE VIBRAVA SOTTO LE MACERIE»
Ieri sera mercoledì 5 marzo i Vigili del Fuoco hanno delimitato il cratere del crollo, invitando tutti a fare silenzio. Secondo alcuni si sarebbe avvertito il suono di un cellulare: i Vigili del Fuoco hanno poi specificato che si trattava della vibrazione del cellulare, che ha consentito di identificare il posto in cui la donna potrebbe trovarsi. Al momento la 74enne sembrerebbe essere l’unica dispersa. La donna sarebbe l’inquilina del quarto piano dello stabile crollato in cui, nonostante l’ordinanza di sgombero, almeno altre due famiglie continuavano ad abitare.
LA TESTIMONIANZA: «QUALCUNO E’ SCAPPATO POCO PRIMA DEL CROLLO»
E’ possibile che alcune persone siano riuscite a mettersi al riparo pochissimi minuti prima del crollo del palazzo. A dirlo ai giornalisti in attesa nella zona è stato un residente. «Mi hanno detto – ha riferito – che la famiglia del primo piano è uscita dal palazzo pochissimi istanti prima del crollo. Stamattina qui c’erano operai al lavoro, sono andati via intorno a metà giornata». Lo stesso residente ha spiegato che entrare nel palazzo era facilissimo, perché gli accessi erano regolarmente aperti.
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