Energie rinnovabili, la Calabria tra le regioni con i ritardi più gravi

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 


L’Italia si trova ancora lontana dal raggiungere gli ambiziosi obiettivi di sviluppo delle energie rinnovabili fissati dal Decreto Aree Idonee, e la situazione nelle singole regioni è particolarmente preoccupante. Tra le regioni più critiche, la Calabria emerge come una delle realtà con il ritardo più grave. Nonostante i progressi parziali registrati negli ultimi anni, l’Italia rischia di arrivare con un ritardo di ben otto anni rispetto agli obiettivi fissati per il 2030, con un pericoloso slittamento al 2038.

Un recente report di Legambiente, intitolato “Scacco matto alle rinnovabili 2025”, ha lanciato l’allarme sul crescente rischio che l’Italia non riesca a rispettare le scadenze europee. Dal 2021 al 2024 sono stati installati 17.717 MW di energia da fonti rinnovabili, ma questo copre solo il 22% dell’obiettivo fissato per il 2030. Si stima che, per raggiungere gli obiettivi previsti, nei prossimi sei anni l’Italia dovrà installare 62.284 MW, con un ritmo annuale di circa 10.380 MW. Questo obiettivo sembra difficile da raggiungere, soprattutto alla luce delle attuali difficoltà burocratiche e politiche.

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

La Calabria si trova tra le regioni più in difficoltà nella transizione energetica. Con solo il 12% degli impianti necessari al raggiungimento degli obiettivi per il 2030 già installati, la regione rischia di accumulare un ritardo di ben 23 anni. Le prospettive di sviluppo energetico sono stallo, complice la mancanza di un piano energetico regionale definito e l’incertezza riguardo le aree idonee per l’installazione di impianti rinnovabili.

Sebbene la Calabria possieda risorse naturali straordinarie, con un potenziale solare ed eolico significativo, la regione continua a dipendere fortemente dalle fonti fossili, con tutte le conseguenze economiche e ambientali che ne derivano.

Un caso emblematico di questa difficoltà è rappresentato dai progetti come il rigassificatore di Gioia Tauro, una soluzione tecnologica ormai considerata anacronistica, che non si allinea con le necessità di un futuro energetico sostenibile. “Occorre puntare con decisione sulle rinnovabili, le uniche fonti ambientalmente sostenibili che possono realmente rendere i territori indipendenti dal punto di vista energetico”, afferma Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria.

Uno degli ostacoli principali alla transizione energetica in Calabria, come in altre regioni italiane, è rappresentato dal tema delle aree idonee. Queste aree, fondamentali per lo sviluppo delle rinnovabili, non sono ancora state completamente individuate in molte regioni, tra cui la Calabria. La definizione di queste zone è una fase cruciale, poiché limita notevolmente la possibilità di installare impianti a energie rinnovabili in modo rapido ed efficiente.

Anche altre regioni, come il Piemonte e la Sicilia, stanno affrontando difficoltà simili, con una parte significativa del loro territorio dichiarato “non idoneo” per gli impianti. Il ritardo nel processo di identificazione delle aree idonee sta frenando la crescita del settore e impedendo una pianificazione chiara e tempestiva per il futuro energetico dell’Italia.

A livello nazionale, Legambiente ha mappato ben 92 progetti di impianti rinnovabili bloccati, molti dei quali si trovano proprio in Calabria. La burocrazia e la mancanza di volontà politica sono le cause principali di questo stallo. Un esempio emblematico di queste difficoltà si trova ad Acri (CS), dove il Comune e la Regione si sono scontrati sullo sviluppo di impianti eolici. Questo episodio evidenzia le divisioni interne tra le istituzioni e la difficoltà di superare gli ostacoli legati alle procedure autorizzative.

L’Italia ha il potenziale per essere un leader nella produzione di energia rinnovabile, ma il quadro normativo e le lentezze nei processi autorizzativi stanno rallentando il progresso. È necessario superare questi ostacoli e semplificare i processi per permettere a regioni come la Calabria di sfruttare appieno le proprie potenzialità.

In questo scenario, Legambiente evidenzia l’importanza di una “rivoluzione culturale” a livello nazionale e locale. La transizione energetica non deve essere vista solo come una risposta alla crisi climatica, ma anche come un’opportunità economica e occupazionale. Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) rappresentano uno degli esempi di come la transizione possa essere condivisa e partecipata dai cittadini, ma è fondamentale che il governo e le regioni si impegnino a semplificare le normative e a velocizzare i processi autorizzativi.

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 

Nonostante l’Italia e la Calabria siano ancora lontane dall’obiettivo del 2030, c’è ancora speranza. Se gli ostacoli burocratici e le resistenze politiche vengono superati, l’Italia potrà imboccare la strada verso un futuro energetico sostenibile e indipendente. L’urgenza di una politica energetica chiara e lungimirante è ormai evidente: non solo per contrastare la crisi climatica, ma anche per garantire alle regioni, in particolare alla Calabria, un futuro di sviluppo economico e occupazionale.





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link