“Non è certo colpa delle piste ciclabili”

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“La crisi del commercio non si può imputare alle strategie sulla mobilità indirizzate verso un’implementazione di ciclabili urbane, infrastrutture, moderazione di traffico e velocità e aree pedonali. Soluzioni che in tanti altri comuni italiani hanno portato e ancora oggi portano grandi benefici, non solo di natura ambientale”. A sostenerlo sono i vertici di Messina Ciclabile, intervenendo su uno dei temi più sensibili e dibattuti della città dello Stretto. L’associazione, incrociando i dati forniti dalla Fiab – Federazione italiana ambiente e bicicletta – con gli studi condotti da Unioncamere, Istat e associazioni di categoria, dimostra come l’ampliamento delle aree ciclopedonali si accompagni allo sviluppo socio – economico del tessuto cittadino: “Ne siano prova realtà come Padova, Bologna, Reggio Emilia, Trieste, Trento, Bolzano. La lista è ancora lunga ma sono sufficienti solo alcuni esempi a far comprendere come i fattori dannosi per il commercio vadano ricercati altrove”.

“L’Istituto nazionale di statistica, per lo scorso dicembre – fanno notare i vertici di Messina Ciclabile – ha stimato, a livello nazionale, per le vendite al dettaglio, una variazione congiunturale positiva sia in valore (+0,6%) sia in volume (+0,8%). A Bolzano, la locale Camera di commercio certifica che, nonostante il debole quadro congiunturale europeo, le valutazioni delle imprese sulla redditività si confermano positive. Gli imprenditori guardano con un certo ottimismo pure al 2025, quando la redditività dovrebbe essere soddisfacente per oltre nove aziende su dieci”.

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Notizie incoraggianti anche dal Nordest: «La Confcommercio di Padova, riprendendo i dati Istat, parla di ripresa della vendita al dettaglio, a dicembre 2024, con un aumento dello 0,6% in valore e dello 0,8% in volume rispetto al mese precedente, mentre su base annua c’è un +0,6% in valore e un +0,1% in volume.

L’Osservatorio congiunturale Confcommercio del Friuli Venezia Giulia, riguardo a Trieste, comunica buoni risultati economici per i settori del turismo, dei servizi alle imprese e del commercio al dettaglio alimentare, in un quadro regionale di sostanziale stabilità”.

E volendo dare una sbirciatina al di là dei confini nazionali, è di queste ultime ore la classifica di Eurostat, aggiornata al 2023, sull’effettivo potere d’acquisto degli stipendi dei Paesi del Vecchio Continente: “Al secondo posto ci sono i Paesi Bassi che, da tantissimi anni, puntano su una mobilità urbana sostenibile”. Per la cronaca, nella classifica degli stipendi reali, l’Italia è ultima: «A fare pendere l’ago della bilancia sempre dalla parte sbagliata sono le regioni meridionali. La Sicilia è la regione dell’Unione Europea col più basso tasso di occupazione. Tra i più bassi anche il Pil pro capite. Messina è, poi, la città europea col più alto tasso di spopolamento. Tra il 2001 e il 2021, sempre secondo l’Istat, il deficit supera il 12%”.

Secondo i rappresentanti di Messina Ciclabile, la questione è semplice: “Piuttosto che ostinarci nelle vecchie logiche, evidentemente fallimentari, dobbiamo aprirci alla modernità. Che è, poi, un ritorno al passato. La città deve essere vivibile, a misura d’uomo. Ci si deve attivare per creare condizioni che favoriscano l’aumento dei posti di lavoro. Generando servizi, promuovendo il turismo ed aumentare così la platea dei consumatori.

Un turismo naturalistico, attento al territorio, in una sola parola, sostenibile. Che valorizzi le bellezze del centro città, ma promuova itinerari, anche cicloturistici, nei borghi collinari della zona Sud e Nord. Purtroppo, ci si ostina ad andare nella direzione contraria. I crocieristi, vengono dirottati a Taormina, gli affitti dei negozi sono cari, così come il carburante, che costa più che nella vicina Catania o in Lombardia. Tutto questo fa inevitabilmente lievitare i prezzi. Ed è per questo che sempre meno persone hanno la disponibilità economica necessaria ad acquistare, provocando la chiusura dei negozi”.

Bisogna invertire il trend, concludono gli esponenti dell’associazione, «dando vita a un circuito virtuoso capace di autoalimentarsi. Partendo proprio da una città che sia sempre più vivibile e possa incentivare il ripopolamento, i visitatori, l’insediamento di nuove imprese. Per creare più posti di lavoro, più ricchezza. E, quindi, promuovere il consumo”.



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