Pensioni, Ecco cosa cambia nel 2025

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I chiarimenti dell’Inps sulle novità contenute nella legge di bilancio 2025. La pensione anticipata flessibile potrà essere fruita anche da chi matura i requisiti nel corso del 2025. Proroga di un anno anche di Opzione Donna e Ape Sociale.





Opzione donna, Ape sociale e Quota 103 prorogate di un anno. E sconto sino a 16 mesi sull’età pensionabile per le madri con quattro o più figli che accedono alla pensione con il sistema contributivo. Lo rende noto l’Inps nella Circolare n. 53/2025 in cui passa in rassegna alcune delle principali novità previdenziali contenute nella legge di bilancio 2025. E i dipendenti di enti locali e sanità dovranno lavorare sino al 67° anno per non incorrere nelle penalizzazioni delle aliquote di rendimento relative all’anzianità maturata sino al 31 dicembre 1995.

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Quota 103

La novità principale è la proroga della Pensione Anticipata Flessibile che diventa fruibile per tutti i lavoratori dipendenti ed autonomi che raggiungono 62 anni e 41 anni di contributi entro il 31 dicembre 2025. Al fine del raggiungimento dei 41 anni di contributi si contano, come noto, tutte le contribuzioni non sovrapposte temporalmente presenti nelle gestioni previdenziali Inps con esclusione delle Casse Professionali.

Il calcolo della pensione avviene con il sistema contributivo e la misura dell’assegno così calcolato non potrà eccedere le quattro volte il trattamento minimo Inps (cioè 2.413,6€ lordi al mese) sino al raggiungimento dell’età di 67 anni. Superata questa età viene messa in pagamento anche la quota eccedente il tetto. Confermate le finestre mobili: 7 mesi dalla maturazione dei requisiti per il settore privato; nove mesi per il settore pubblico.

Resta ferma la regola dell’incumulabilità del trattamento pensionistico Quota 103 con redditi da lavoro, dipendente o autonomo, con la sola eccezione del lavoro autonomo occasionale entro 5.000€ annui.

Opzione Donna

Opzione Donna viene confermata con le restrizioni note (cioè solo caregivers, invalidi 74% e dipendenti da aziende in stato crisi) a condizione che siano stati raggiunti 61 anni e 35 anni di contributi al 31 dicembre 2024. Restano le riduzioni di un anno del requisito contributivo per ogni figlio sino ad un massimo di due anni e le finestre mobili di 12 mesi per le dipendenti e 18 mesi per le autonome. Il calcolo della pensione avviene con il sistema contributivo.

Per lavoratrici «dipendenti da aziende in stato di crisi» s’intendono quelle dipendenti o licenziate da imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale presso la struttura della crisi d’impresa di cui all’articolo 1, co. 852 della legge n. 296/2006. Riguarda, pertanto, solo le lavoratrici di aziende di maggiori dimensioni (es. con un numero di dipendenti non inferiore a 250, localizzate in più regioni d’Italia o di rilevante interesse nazionale) in situazione di crisi economica che abbiano avviato il procedimento di confronto presso il Mise. Per chi matura i requisiti nel corso del 2024 il tavolo di confronto deve risultare attivo al 1° gennaio 2025. Si ricorda che nei loro confronti il requisito anagrafico per il conseguimento della prestazione è ridotto a 59 anni in luogo di 61 anni e non trova ulteriori riduzioni in presenza di figli.

Ape Social

L’Ape Sociale viene prorogata sino al 31 dicembre 2025 sempre con la conferma del requisito anagrafico di 63 anni e 5 mesi. Non ci sono cambiamenti in merito alle categorie beneficiarie e viene confermata la regola dell’incumulabilità totale della prestazione con i redditi di lavoro dipendente o autonomo ad eccezione del lavoro occasionale entro un massimo di 5.000€ annui. L’assegno è calcolato col sistema misto ma con le limitazioni dell’importo massimo a 1.500 euro lorde mensili, senza tredicesima e senza gli adeguamenti dovuti all’inflazione fino al raggiungimento della pensione di vecchiaia a 67 anni. L’Inps conferma che la domanda di verifica delle condizioni va presentata entro il 31 marzo 2025; 15 luglio 2025 e 30 novembre 2025.

Enti Locali e Sanità

La legge di bilancio 2025 ha innalzato i limiti ordinamentali per la permanenza in servizio della generalità dei dipendenti pubblici dai precedenti 65 a 67 anni abrogando contestualmente il collocamento in pensione d’ufficio per il personale che ha raggiunto i requisiti per la pensione anticipata. Ciò significa, spiega l’Inps, che il personale iscritto alla CPDEL, CPS, CPI e CPUG che, dal 1° gennaio 2025, decide di lasciare il servizio volontariamente prima dell’età di 67 anni vedrà l’applicazione delle aliquote di rendimento (penalizzanti) per le anzianità contributive maturate sino al 31 dicembre 1995 inferiori a 15 anni contenute nella legge di bilancio 2024.

Una delle cause di esclusione dalla penalità, infatti, era il collocamento in pensione d’ufficio per limiti ordinamentali da parte della Pa; ora l’unico modo per evitarla resta il raggiungimento dell’età per la pensione di vecchiaia, cioè 67 anni.

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Lavoratrici madri

Tra le altre novità l’Inps conferma che la legge di bilancio ha ulteriormente arricchito lo sconto sull’età pensionabile delle lavoratrici madri che accedono alla pensione con il sistema contributivo (cioè perché prive di anzianità al 31 dicembre 1995). Lo sconto ora è pari a quattro mesi per ciascun figlio nel limite massimo di 16 mesi in presenza di quattro o più figli (prima il massimo era di 12 mesi) mentre resta invariato il beneficio alternativo in base al quale la lavoratrice può optare per un aumento del coefficiente di trasformazione maggiorato di un anno in presenza di uno o due figli o di due anni in presenza di tre o più figli.

Lo sconto, spiega l’Inps, si applica:

  • Ai requisiti per il conseguimento della pensione di vecchiaia all’età di 67 anni unitamente a 20 anni di contributi e importo soglia pari ad una volta il valore dell’assegno sociale;
  • Ai requisiti per il conseguimento della pensione di vecchiaia all’età di 71 anni unitamente a 5 anni di contribuzione effettiva;
  • Ai requisiti per il conseguimento della pensione anticipata all’età di 64 anni unitamente ad almeno 20 anni di contribuzione effettiva e importo soglia di 3, 2,6 o 2,8 volte l’assegno sociale.

Lo sconto si applica anche alle lavoratrici in possesso di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995 che abbiano effettuato l’opzione al contributivo di cui all’articolo 1, co. 23 della legge n. 335/1995.In tal caso, però, può trovare applicazione solo sui requisiti della pensione di vecchiaia con 67 anni e 20 anni di contributi essendo esclusi per gli optanti i canali di pensionamento tipici dei contributivi puri.

Si ricorda che l’applicazione del beneficio non avviene d’ufficio. Occorre che l’interessata lo richieda al momento della presentazione della domanda di pensione.

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Gestioni Autonome

Dal 1° gennaio 2025 viene meno la facoltà, prevista dall’articolo 2-ter del dl n. 30/1974, di richiedere, per i titolari di pensione liquidata a carico delle gestioni speciali dei lavoratori autonomi (commercianti, artigiani e coltivatori diretti) e loro superstiti, la riliquidazione del trattamento pensionistico a carico del FPLD se tutti i requisiti risultano perfezionati in tale gestione a prescindere dalla contribuzione presente nelle gestioni speciali. Tale facoltà, si ricorda, viene spesso sfruttata per ottenere la riliquidazione di una pensione di anzianità o anticipata al raggiungimento dell’età pensionabile con un miglioramento della misura della pensione in godimento.

Per effetto della legge di bilancio 2025, spiega l’Inps, tale facoltà è stata abrogata. Restano salve, naturalmente, le domande presentate entro il 31 dicembre 2024.

Aumenti Pensionistici

L’Inps ricorda, infine, che la legge di bilancio 2025 ha riconosciuto un aumento straordinario degli assegni non superiori al trattamento minimo Inps (603,4€ nel 2025) pari al 2,2% per il 2025 e dell’1,3% per il 2026 e un incremento della maggiorazione sociale dei trattamenti pensionistici di 8 euro al mese per il solo 2025. Questi incrementi sono riconosciuti d’ufficio dall’Inps.

Documenti: Circolare Inps 53/2025



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