Nel quarantesimo anniversario della sua prima personale e nell’anno del Giubileo l’artista Roberto Floreani presenta la mostra ‘Soglie: Tempo del prima – Tempo del poi’, frutto della sua più recente ricerca dal potente messaggio spirituale. “Un segnale preciso del mio percorso umano e artistico”, dice Floreani all’Adnkronos.
A partire dall’8 marzo fino all’8 giugno 2025 il Museo Diocesano di Vicenza ospiterà il ciclo completo delle nuove opere dell’artista, un progetto site-specific con spunti di grande suggestione grazie alla contaminazione con la sezione storica del museo e alla presenza installativa di una serie di tappeti realizzata da Floreani per l’occasione. In mostra anche le ‘Costellazioni’, i ‘Lunari’ e i ‘Ritmati’, serie pittoriche dell’ultimo quinquennio: in tutto esposte oltre 60 opere (FOTO).
Rilevante la grande installazione di 21 opere che va evolvendo fin dal 2013 presentata al Centro Internazionale di Palazzo Te (Mn), poi nel 2014 al Piano Nobile della Gran Guardia (Vr) e nel 2016 ai Musei Civici di Padova, dove, di volta in volta, è stata integrata con l’ultima evoluzione della ricerca di Floreani e che presenta quindi anche l’attuale inserimento di alcune ‘Soglie’. Una sorta di work in progress che racconta allo stesso tempo l’evoluzione tematica della ricerca e uno scorrere della vita dell’artista.
La ‘Soglia’, spiega Floreani, dichiara la funzione dell’opera stessa, che rappresenta un crinale che separa il tempo del prima (il progetto) – dal tempo del poi (la realizzazione compiuta), direttamente assimilabile all’idea fondativa della nascita, della creazione. Aspetti, sia teologico sia filosofico, che conferiscono alla mostra un riferimento esplicito al Giubileo 2025.
Per Floreani l’opera può contenere un messaggio di natura spirituale: la sua ricerca nell’ambito dell’introspezione e della profondità porta a una dimensione riflessiva che si rivela un antidoto al materialismo contemporaneo.
Le opere della serie ‘Soglie’, grazie alla loro raffinatezza materica, mettono in evidenza la tecnica pittorica esclusiva di Floreani, caratterizzata da una sapiente stratificazione che raggiunge fino a 30 livelli sovrapposti e che conferisce all’opera una straordinaria profondità . Ma le ‘Soglie’, con il loro rigore geometrico, rileva l’artista, sono anche una dichiarazione di continuità con quella ‘Via Italiana all’Astrattismo’, inaugurata dalle ‘Compenetrazioni iridescenti’ di Giacomo Balla nel 1912, rispondendo appieno all’intuizione del filosofo Jean Baudrillard che celebrava l’attualità privilegiata dell’Astrazione proprio in virtù della sua “storia eroica”.
Roberto Floreani, ‘Soglie: Tempo del prima – Tempo del poi’ in mostra a Vicenza – FOTOGALLERY
Roberto Floreani, astrattista di riferimento in Italia, è appassionato studioso ed esperto del Futurismo, saggista, scrittore e performer. Il 2024 lo ha visto protagonista come curatore della mostra ‘Pop/Beat – Italia 1960-1979. Liberi di sognare’ a Vicenza e la rivista Artuu Magazine lo ha incoronato Artista dell’anno.
L’8 marzo viene inaugurata la mostra ‘Soglie’ al Museo Diocesano di Vicenza. Qual è la genesi di questa nuova ricerca?
“Credo sia il raggiungimento di un punto intermedio significativo. E’ una ricerca iniziata nel 2019 e consolidata durante l’isolamento da Covid – dice Floreani all’Adnkronos – Periodo che mi è servito anche per scrivere il saggio ‘Astrazione come Resistenza’, che ha arricchito la consapevolezza teorica del mio lavoro. Senza questo passaggio non sarei riuscito a far diventare le ‘Soglie’ una serie compiuta, un segnale preciso del mio percorso umano e artistico”.
Anche il sottotitolo della mostra ‘Tempo del prima – Tempo del poi’ è rilevante?
“Il sottotitolo si riferisce soprattutto al significato dell’opera stessa – spiega l’artista – nel contemporaneo la costruzione e il significato dell’opera stanno perdendo il loro valore e dare un peso allo scorrere del tempo ricorda la funzione primaria dell’opera che rappresenta un crinale che separa il tempo del prima (dell’intenzione) e il tempo del poi (della realizzazione). Storicamente, riferendosi all’opera si usa anche il termine insolito di creazione, importante e carico di significati. Questo sottotitolo riporta intenzionalmente al centro il significato dell’opera e della sua creazione”.
Questa rivendicazione della centralità dell’opera ha a che fare con i quarant’anni dalla prima personale?
“Certo, credo che ogni artista debba manifestare nei suoi progetti il significato profondo che lo motiva nel concepirli, fin dall’inizio”, dice Floreani.
Perché la scelta di porsi in continuità con ‘Omaggio al Quadrato’ di Josef Albers?
“Fa parte di quell’arricchimento teorico di cui parlavo. Da un lato la consapevolezza di far parte di quella ‘storia eroica’ citata dal filosofo Jean Baudrillard, assegnando all’Astrazione un riconoscimento di attendibilità privilegiata nel contemporaneo; dall’altro sentirsi in grado di affrontare i capisaldi della storia stessa dell’Astrazione senza tentennamenti – sottolinea – Nel caso dell”Omaggio al Quadrato’ considero le ‘Soglie’ come la continuazione di quella ricerca, dove i quadrati non si sovrappongono ma consentono il loro attraversamento, arricchendoli di significato dal versante filosofico e teologico, esattamente nella direzione spirituale cui agognava lo stesso Albers. Per questo motivo i due testi introduttivi in catalogo sono assegnati a mons. Gasparini, dal versante teologico, e da Luca Siniscalco, da quello filosofico”.
Il concetto di ‘Soglia’ è evocativo di innumerevoli possibilità . Dalla paura all’audacia di superare i propri limiti e convenzioni imposte per scoprire quell”oltre’, dal piacere dell’attesa in quel limitare che si può anche scegliere di non varcare mai fino alla decisione di restare ‘al di qua’ se quell”oltre’ fa paura o semplicemente non ci interessa. Lei rimanda spesso a un messaggio di spiritualità , cosa intende?
“Sono persuaso che l’opera possa essere un veicolo per un messaggio di natura spirituale – afferma – e in questo non faccio altro che ribadire uno degli aspetti centrali dell’Astrazione fin dalle sue origini. Spiritualità che è stata declinata dagli astrattisti (Balla, Kandinskij, Arp, Mondrian e molti altri, fino ad oggi con Peter Halley e Sean Scully) da versanti differenti che spaziano dalla Teosofia all’Antroposofia, dalla Cabala ebraica fino alla Teologia di Albers. Il concetto di ‘Soglia’ va considerato come possibilità esistente, senza la tensione di volerla attraversare per forza”.
Nell’opera astratta si sa alla fine ognuno vede un po’ ciò che vuole, o meglio ciò che in quel momento quella determinata opera suscita in noi per come siamo in quel preciso istante della nostra vita. Cosa vorrebbe che ‘sentissero’ gli altri?
“Con la doverosa premessa che ogni artista dipinge per sé stesso, o almeno dovrebbe farlo senza troppe attenzioni al mercato, senza dubbio l’Astrazione è la forma d’arte più democratica nel novero delle arti – dice Floreani – perché consente ad ogni fruitore di calarsi in un’osservazione privata che prescinde dalla natura, basandosi su sensazioni altre di carattere emotivo. Osservazione che il fruitore stesso può attivare o meno, ma che comunque sia predispone ad un’analisi interiore”.
Spesso delle nuove opere e della nuova ricerca degli artisti si parla di continuità , evoluzione o punto di rottura. Le ‘Soglie’ come si collocano?
“Nelle intenzioni – afferma l’artista – vedo le mie opere come continuità dal messaggio originario delle ‘Compenetrazioni iridescenti’ di Balla del 1912, che rispondono quindi anche al significato di ‘storia eroica’ attribuito all’Astrazione da Baudrillard”.
Per Roberto Floreani cosa c’è oltre la ‘Soglia’?
“L’al di qua della ‘Soglia’ ha la stessa importanza dell’al di là – sottolinea – e fa parte di quella consapevolezza che consente di valutare il tempo come una sorta di presente allargato, dove l’importanza del passato consente un presente vissuto attimo-per-attimo, in modo da costruire un futuro che risponda, almeno in parte, alle nostre intenzioni. L’oltre-la-soglia non dipende da noi e ci si deve attrezzare per plasmarsi alle sorprese della sorte”.
La mostra è a cura di mons. Francesco Gasparini, con il sostegno di Fondazione Giuseppe Roi e con il patrocinio di Provincia di Vicenza, Città di Vicenza, Festival Biblico, Consorzio Università di Vicenza, Accademia Olimpica, Galleria d’arte Sacra dei Contemporanei, Fai – delegazione di Vicenza.
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