Accelerare l’introduzione dell’IA affinché nessuno resti indietro

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Edoardo Monopoli, CEO OXYGY e Chairman Iocap
Gabriella Ferraro, Partner Iocap

Il premio Nobel per l’economia Daron Acemoğlu in un interessante editoriale di inizio anno sottolinea come, “nonostante le grandi aspettative e gli ingenti investimenti, l’intelligenza artificiale (IA) non abbia ancora prodotto i rivoluzionari benefici in termini di produttività promessi da molti esperti del settore.”

Un’altra bolla?

Le ricerche e i dati messi a disposizione da prestigiose università, società di consulenza e osservatori tecnologici, confermano che l’indice generale di penetrazione dell’IA nelle organizzazioni è in costante crescita in quasi tutti i paesi e settori di mercato, sebbene con un ritmo non sempre in linea con le aspettative e le proiezioni degli addetti ai lavori.

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In Italia, il mercato dell’IA ha raggiunto 1,2 miliardi di euro nel 2024, con una crescita del 58% rispetto al 2023. Tuttavia, esiste una discrepanza significativa tra grandi aziende e pmi: solo il 7% delle piccole imprese e il 15% delle medie hanno avviato progetti di IA (Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano).

Nonostante alcune discrepanze nei dati, dovute principalmente a differenze metodologiche, campioni analizzati o definizioni di “adozione” utilizzate nei vari studi, emerge con chiarezza che ci troviamo di fronte al rischio di uno scollamento tra l’enorme potenziale offerto da una tecnologia dirompente come l’IA e la capacità reale delle organizzazioni di adottarla con successo. Per scongiurare l’ennesima “bolla” tecnologica, è quindi giunto il momento che le aziende inizino a strutturarsi per identificare spazi di innovazione, evolvendo dal punto di vista del modello organizzativo che della cultura aziendale.

Il ruolo dei manager: tre priorità per unefficace adozione dell’IA:

I manager, non i tecnici, ricoprono un ruolo fondamentale nel creare un contesto ricettivo all’introduzione dell’intelligenza artificiale. In qualità di “digital enabler”, sarà loro richiesto di concentrarsi su tre priorità fondamentali:

  1. EMPOWER PEOPLE: dare autonomia e strumenti

Adottare l’IA non significa solo investire in tecnologia, ma anche potenziare le competenze delle persone. Le organizzazioni devono fornire strumenti e formazione adeguata al fine di rendere i team autonomi nell’uso dell’IA. Questo si traduce in iniziative di reskilling e upskilling, creando ambienti in cui l’innovazione possa prosperare.

Tra l’altro uno degli aspetti più innovativi dell’IA Act – il primo regolamento al mondo dell’Intelligenza Artificiale, è proprio l’obbligo di alfabetizzazione in materia di intelligenza artificiale (art. 4 del Regolamento in vigore dal 2 febbraio del 2025) che va oltre gli aspetti tecnici. Per il regolamentatore è essenziale che gli utilizzatori sviluppino una visione olistica, comprendendo anche le implicazioni etiche e sociali dell’uso dell’IA.

  1. ENGAGE PEOPLE: creare una cultura dell’IA

La resistenza al cambiamento rappresenta uno degli ostacoli principali all’adozione dell’IA, spesso radicata nella paura, del tutto lecita, dell’ignoto ma, più frequentemente dovuta alla mancanza di una strategia chiara e condivisa all’interno dell’azienda.

È essenziale coinvolgere attivamente le persone nel processo di trasformazione, aiutandole a comprendere il valore e le opportunità che l’IA può portare al loro lavoro e all’organizzazione nel suo complesso. Questo significa:

  • Comunicare con trasparenza i cambiamenti in atto.
  • Affrontare dubbi e timori con risposte concrete.
  • Fornire esempi pratici di applicazioni dell’IA che migliorano l’efficienza e la qualità del lavoro quotidiano.

Solo così sarà possibile costruire fiducia, favorire l’adozione dell’IA e accelerare la trasformazione aziendale.

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I leader e i manager giocano un ruolo chiave in questo percorso. Devono articolare una visione strategica chiara, capace di ispirare e orientare il cambiamento, trasformando l’introduzione dell’IA in un’opportunità di crescita per tutti.

  1. ELEVATE PEOPLE: sviluppare una leadership adattiva

L’IA non sostituisce le persone, ma ne amplifica il potenziale. Sempre Acemoğlu afferma che “non dovremmo aspettarci che l’IA sostituisca più del 5% circa di ciò che fanno gli esseri umani nel prossimo decennio. Servirà molto più tempo affinché i modelli di IA acquisiscano le capacità di giudizio, ragionamento multidimensionale e le competenze sociali necessarie per la maggior parte dei lavori oggi svolti dagli esseri umani”.

In questa prospettiva, quindi, le organizzazioni dovrebbero focalizzarsi sullo sviluppo del proprio capitale umano, stimolando la creatività, il pensiero critico, la capacità di problem solving e la cultura dell’innovazione introducendo nuovi modelli di leadership adattiva che consentano di affrontare l’incertezza con visione, resilienza, flessibilità.

Perché una leadership adattiva?

I dati di Zenger Folkman®, società americana leader nell’impostazione di piani di sviluppo della Leadership Straordinaria data-driven, ci dicono che la percezione della nostra efficacia di leadership è strettamente collegata alla nostra capacità di essere «adattabili».

L’adattabilità, sempre secondo Zenger Folkman®, è una competenza distintiva dei leader straordinari: garantisce la capacità di essere resilienti e il successo nel raggiungere gli obiettivi di business in un contesto caratterizzato da continui cambiamenti, in particolare quelli indotti dall’IA.

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Gli adaptive leader sono più efficaci e i loro collaboratori risultano essere più coinvolti e ingaggiati nel raggiungimento di risultati sfidanti.

L’adattabilità è dunque una competenza imprescindibile per chi deve guidare un cambiamento o una trasformazione di business come, per l’appunto, l’introduzione efficace dell’IA nei modelli organizzativi.

Conclusione

Qualunque sia lo stadio evolutivo del percorso di adozione dell’IA ci troviamo – esplorazione delle opportunità di adozione, accelerazione attraverso pilot e sandbox, implementazione su scala delle soluzioni più adatte al nostro modello operativo e di business – abbiamo di fronte a noi tre scelte: aspettare che l’evoluzione ci cambi, aspettare che la società ci costringa ad adattarci, allenare una o più competenze della adaptive leadership e guidare il cambiamento.

L’introduzione dell’IA in azienda è un processo affascinante e complesso che per funzionare però richiede che ci siano una strategia chiara e condivisa correttamente e una leadership sicura e consapevole… affinché nessuno resti indietro.

 

AUTORI

Edoardo Monopoli, CEO OXYGY e Chairman Iocap, affianca i propri clienti nella realizzazione di strategie aziendali ed in progetti di trasformazione organizzativa e tecnologica che coniughino il miglioramento dei risultati con la motivazione e la crescita delle persone.

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Edoardo Monopoli_Iocap

Gabriella Ferraro, Partner Iocap, supporta manager e organizzazioni nell’identificare bisogni inespressi, focalizzandosi sul quadro di insieme del business, integrando competenze professionali diverse per definire proposte di valore creative e navigare i cambiamenti.

Gabriella Ferraro

 



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