“Il Salva Milano dettato dagli indagati”. Il teorema senza prove dei pm

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Leggendo l’ordinanza che ha portato all’arresto di Oggioni sembra che i pm abbiano voluto rappresentare in ogni modo la legge Salva Milano come il frutto dell’opera di delinquenti, così da salvare le indagini già aperte. Obiettivo raggiunto: i partiti hanno deciso di cestinare il testo


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La spazzalegge. Così può essere definita l’ordinanza di custodia cautelare che mercoledì ha portato ai domiciliari l’ex dirigente del comune di Milano, Giovanni Oggioni, accusato di corruzione. Oltre ad addebitare a Oggioni la presunta corruzione, l’ordinanza (firmata dal gip su richiesta della procura) appare infatti finalizzata proprio a demolire la credibilità della proposta di legge Salva Milano, elaborata per risolvere il caos urbanistico in città. I pm non hanno dubbi: il testo di legge, scrivono, è stato “dettato direttamente dagli indagati” e poi consegnato ai parlamentari. Un’accusa gravissima, che ha indotto i partiti a cestinare la proposta in discussione in Parlamento, col risultato che le indagini già aperte dalla procura potranno proseguire. Insomma, dal Salva Milano si è passati al Salva Indagini. Leggendo l’ordinanza, però, emerge una debolezza disarmante a livello probatorio, oltre che argomentativo, del teorema secondo cui la legge sarebbe stata “dettata dagli indagati”

 

Scrivono i pm: “La novità più sorprendente, al limite dell’incredibile, che solo le intercettazioni hanno disvelato, e che dà la misura dell’attitudine eversiva degli indagati, è che la legge c.d. Salva Milano, di cui da mesi si dibatte pubblicamente, è stata risolutamente voluta e direttamente dettata dagli indagati Cerri e Oggioni ai loro referenti politici presso il governo e la Camera dei deputati”. Oggioni, lo ricordiamo, è stato vicepresidente della commissione Paesaggio del comune di Milano dal 2021 al 2024. Anche l’architetto Cerri ha fatto parte della commissione. 

 

Proseguendo la lettura dell’ordinanza, si scopre però che  Oggioni (cioè la persona sottoposta all’arresto che ha dato tanta rilevanza mediatica all’indagine)  non  ha interloquito con nessun parlamentare. Nel testo vengono soltanto riportati i giudizi di Oggioni sulle bozze del testo del Salva Milano che sono circolate tra gli addetti ai lavori nel corso del tempo. Alcune osservazioni sono state avanzate da Oggioni parlando con Cerri, che è il vero soggetto a cui i pm appaiono addebitare l’intervento “eversivo” della “dettatura” del Salva Milano. I pm infatti scrivono: “Cerri si pregia anche con più d’uno dei suoi interlocutori di aver ideato e scritto di proprio pugno la proposta di legge interpretativa autentica e di averla fatta avere a chi di dovere in Parlamento (si vedrà più avanti, che non si tratta di una millanteria ma di ciò che è effettivamente accaduto)”.

 

I magistrati riportano delle intercettazioni in cui Cerri, parlando con un avvocato il 24 ottobre 2024, a proposito del Salva Milano afferma: “Noi come Assoimmobiliare lo abbiamo dato a Foti”, intendendo il deputato Tommaso Foti (FdI), relatore del Salva Milano. Inoltre dice di aver ricevuto da un altro deputato, Maurizio Lupi, il testo della proposta di legge spiegando che “è stato richiesto di esprimere in merito opinioni, pareri e commenti”.

 

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Piuttosto che confermare la tesi dei pm, l’intercettazione risulta quanto mai contraddittoria: non solo perché Cerri afferma di aver suggerito una proposta di legge “come Assoimobiliare”, cioè a nome di un’associazione di categoria, come spesso avviene su temi così tecnici, ma soprattutto perché non conferma affatto il teorema della “dettatura”. Se Cerri ha dettato la proposta di legge poi arrivata in Parlamento, perché Lupi dovrebbe  chiedere ancora opinioni e commenti allo stesso Cerri?   

 

L’elemento più incredibile è che i pm non offrono alcun ulteriore elemento probatorio a supporto della loro tesi, ma – in maniera alquanto sbrigativa – affermano che “a riscontro delle parole di Cerri vi è il contatto del 21 novembre 2024 (giorno dell’approvazione alla Camera del Salva Milano), alle ore 10.49, tra Cerri e l’utenza intestata all’onorevole Maurizio Lupi”. Insomma,  la tesi della “dettatura” sarebbe confermata dal fatto che un mese dopo aver ricevuto la bozza della proposta di legge da Lupi, Cerri ha avuto un “contatto”, di cui non si conosce il contenuto, con lo stesso Lupi, il giorno dell’approvazione del Salva Milano alla Camera. Più che un impianto accusatorio sembra fantagiustizia.

 

Tanto da far pensare che uno degli obiettivi dei pm, oltre a descrivere le presunte condotte corruttive di Oggioni, sia stato proprio quello di rappresentare in ogni modo la legge Salva Milano, che il Parlamento sta(va) liberamente discutendo, come il frutto dell’opera di delinquenti, così da salvare le indagini già aperte. Obiettivo raggiunto.   
  





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