La TOMBA di Raffaello Sanzio al Pantheon: MEDAGLIE per una riscoperta

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 


La tomba di Raffaello Sanzio si trova dal 1520, anno della morte del pittore urbinate, all’interno del Pantheon a Roma e vari studiosi se ne sono occupati a iniziare da Vincenzo Golzio  che pubblica Raffaello nei documenti, nelle testimonianze dei contemporanei e nella letteratura del suo secolo (Città del Vaticano 1936), edito dall’Accademia Artistica dei Virtuosi al Pantheon per il centenario della ricognizione della sepoltura avvenuto nel 1833.

La sepoltura di Raffaello Sanzio nella cappella della Madonna del Sasso al Pantheon

Al Pantheon, dal 1542 ha sede proprio il Sodalizio artistico dei Virtuosi che, con la tomba di Raffaello, ha un legame interessante. Nel XIX secolo la fama del Sanzio conosce infatti una fase di rinnovato splendore, grazie al revival romantico che porta, il 18 luglio 1833, dopo lunghe discussioni nel sodalizio, a concretizzare il progetto di ricognizione della tomba di Raffaello.

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

L’iniziativa viene presa da uno scultore, Giuseppe De Fabris (1790-1860), di origine veneta come papa Gregorio XVI Cappellari, all’epoca sul soglio di Pietro. Nonostante le opposizioni di buona parte del mondo accademico dell’epoca, soprattutto dell’Accademia di San Luca, il De Fabris è sostenuto dal pontefice e il 9 settembre del 1833 intraprende uno scavo nel luogo dell’originaria tomba nella cappella della Madonna del Sasso.

I resti ricomposti del pittore nel disegno di Vincenzo Camuccini del 1833

La tomba di Raffaello viene aperta il 14 settembre e davanti agli occhi dei presenti appaiono i resti del grande artista, scompaginati dalle esondazioni del Tevere come documenta in modo esemplare, con i suoi disegni, il pittore Vincenzo Camuccini (1771-1844) presente allo scavo.

Ricomposte in una cassa di legno di pino collocata a sua volta, il 18 ottobre, in un sarcofago di piombo dentro un terzo sarcofago di marmo bianco (di epoca romana, donato dal papa e proveniente dai Musei Vaticani), i tre contenitori vengono sigillati e ancora oggi chi visita il Pantheon può soffermarsi sulla tomba di Raffaello Sanzio e leggere il distico elegiaco che la adorna.

tomba di raffaello sanzio maestro pittura pittore rinascimento pantheon roma ossa scheletro medaglie ritratto madonna del sasso madonna sistina numismatica

Il dritto della medaglia che ricorda la ricognizione della tomba di Raffaello nel 1833 (I tipo)

Che ricorda la ricognizione e la sistemazione della tomba di Raffaello Sanzio urbinate conosciamo, inizialmente si pensava commissionata del Sodalizio dei Virtuosi, una medaglia in bronzo dal diametro di 62-63 millimetri, con al dritto il mezzo busto a sinistra del pittore e il nome RAPHAEL | SANCTIVS e al rovescio lo scheletro ricomposto sormontato dalla legenda EVM OBDORMIENTEM; in basso ALIT POSTERITATIS | . MDCCCXXXIII . e in basso L. DEPOLETTI F.

tomba di raffaello sanzio maestro pittura pittore rinascimento pantheon roma ossa scheletro medaglie ritratto madonna del sasso madonna sistina numismatica

Lo scheletro del pittore sul rovescio della medaglia firmata da Luigi Depoletti

Bella la legenda, che significa “Nutre la posterità mentre dorme” a indicare come l’esempio dell’arte di Raffaello, pur scomparso da secoli, continui ad arricchire gli esseri umani con la sua bellezza e suggestione. Pone un interrogativo, invece, il nome che appare sul conio, Luigi Depoletti, che tuttavia non era un incisore di professione quanto un esperto d’arte e antiquario nonché collezionista numismatico.

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

Si noti poi che il busto di Raffaello sul dritto è identico, a parte la mancanza della firma, rispetto a quello che compare su una medaglia del 1827 opera di Nicola Cerbara con al rovescio riproduzione della celebre Madonna Sistina databile al 1513-1514 circa e conservata nella Gemäldegalerie di Dresda. Una delle ultime opere realizzate completamente dal maestro, si trovava in origine nel convento di San Sisto a Piacenza e fu venduta nel 1753 dai benedettini, in gravi difficoltà economiche, ad Augusto III di Polonia.

tomba di raffaello sanzio maestro pittura pittore rinascimento pantheon roma ossa scheletro medaglie ritratto madonna del sasso madonna sistina numismatica

Medaglia di Nicola Cerbara del 1827 dedicata a Raffaello e alla sua Madonna Sistina

La mancanza della firma del Cerbara sul dritto e la presenza del nome del Depoletti al rovescio della medaglia per la ricognizione del 1833 fanno tuttavia pensare che la medaglia fu “inventata” da quest’ultimo e non sia stata iniziativa del Sodalizio dei Virtuosi.

Ci viene in aiuto, per sciogliere il mistero, uno studio di Anna Lisa Genovese (L’effigie di Raffaello nelle medaglie dei Virtuosi al Pantheon (1833-1933), in “Annali della Pontificia Insigne Accademia di Belle Arti e Lettere dei Virtuosi al Pantheon”, XVI/2016, Roma 2017, pp. 275-289) in cui leggiamo che la medaglia, intanto, non risalirebbe al 1833; l’autrice del saggio indica una datazione dubitativa al 1850 e ci ricorda che nel 1868, l’11 settembre, il Depoletti invia in dono al Sodalizio dei Virtuosi, per l’appunto, due medaglie in bronzo sul ritrovamento delle ossa di Raffaello. La prima è quella che abbiamo descritto mentre la seconda raffigura, insieme al ritratto, l’edicola della Madonna del Sasso sotto cui si trova la tomba di Raffaello ed è firmata assieme a Ulisse Davilli.

tomba di raffaello sanzio maestro pittura pittore rinascimento pantheon roma ossa scheletro medaglie ritratto madonna del sasso madonna sistina numismatica

Medaglia per la sistemazione della tomba del pittore a firma Davilli e Depoletti (II tipo) con al rovescio l’edicola della Madonna del Sasso

Sappiamo poi che nel 1870 Depoletti dona un esemplare anche all’Accademia Raffaello di Urbino; notiamo come attorno alla sacra immagine si trovi la legenda NVNQVAM FA | TO FVNCTVM (“Destino mai realizzato”, in allusione alla giovane età del Sanzio al momento della morte) e in basso, con la data 1833, appaiano per l’appunto i nomi del Davilli e del Depoletti. Medaglia di grande rarità, non siamo riusciti a trovarne passaggi sul mercato o in collezioni private.

La presenza di più firme nelle medaglie di Depoletti – sottolinea del resto la Genovese – è giustificabile con i diversi ruoli assunti dai suoi collaboratori: per il disegno del rovescio, oppure per modifiche o restauri al conio rotto, ma il modello del dritto è certamente ascrivibile a Nicola Cerbara. L’abrasione della sua firma fu dovuta evidentemente a una cessione dei diritti dell’immagine in favore del Depoletti, e l’epoca più probabile di questa vendita sembra essere il 1850”.

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

Tornando a quel 1833 e alla riscoperta e sistemazione della tomba di Raffaello, i documenti ci dicono che l’evento rappresentò un grande successo di pubblico tanto è vero che si dovette ricorrere a un servizio d’ordine speciale per regolare l’accesso al Pantheon, con tanto di granatieri pontifici e guardie svizzere. La fama del maestro urbinate era ancora viva, come lo è rimasta fino a oggi.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 

Source link