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Il recente Correttivo Codice Appalti rappresenta un importante, e atteso, intervento normativo per il perfezionamento delle disposizioni del D.Lgs. 36/2023, noto anche come Nuovo Codice dei Contratti Pubblici.

Grazie a questo correttivo di legge, approvato con il D.Lgs. 209/2024, sono state apportate non solo delle migliorie per rendere più semplice l’applicazione pratica del Nuovo Codice dei Contratti Pubblici, ma anche delle modifiche di allineamento al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Ma quali sono le novità introdotte e, soprattutto, da quando saranno in vigore?

Cos’è il Correttivo Codice Appalti

Così come già accennato in apertura, con Correttivo Codice Appalti si indicano le recenti disposizioni approvate con il D.Lgs. 209/2024, volte a migliorare e integrare il Nuovo Codice dei Contratti Pubblici approvato nel 2023.

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In particolare, l’obiettivo del correttivo è correggere alcune delle criticità emerse nel primo periodo di applicazione del D.Lgs. 36/2023, con un particolare focus:

  • sul chiarimento di disposizioni originariamente considerate ambigue, per facilitare l’applicazione pratica dello stesso Nuovo Codice dei Contratti Pubblici;
  • sull’allineamento alle esigenze e alle scadenze del PNRR;
  • sul garantire una maggiore efficienza e trasparenza nei processi di affidamento ed esecuzione dei contratti pubblici.

L’intervento – noto anche come Correttivo Codice Appalti bollinato, nella sua versione preliminare sottoposta alla Ragioneria Generale di Stato – nasce a seguito di un lungo iter, che ha coinvolto anche la Conferenza Unificata, il Consiglio di Stato e diverse Commissioni Parlamentari. Il decreto è stato accolto con una media soddisfazione, anche se l’Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE) ha espresso alcune perplessità sul Codice Correttivo Appalti di recente approvazione.

Cosa cambia con il Nuovo Codice degli Appalti

Il Correttivo Codice Appalti è in Gazzetta Ufficiale dal 31 dicembre 2024 e, con la sua approvazione, sono stati modificati oltre 70 articoli del Nuovo Codice dei Contratti Pubblici, a cui si aggiunge l’introduzione di tre nuovi allegati. In linea generale, l’intervento di correzione si è posto il raggiungimento di alcuni obiettivi, tra cui i più importanti sono:

  • la semplificazione delle procedure;
  • il rafforzamento delle tutele per le piccole e medie imprese (PMI);
  • dei meccanismi più chiari per l’attribuzione e la definizione dei prezzi;
  • l’attenzione verso la digitalizzazione, con nuove soglie per l’utilizzo obbligatorio del BIM (Building Information Modeling).

Entrando maggiormente nel dettaglio, le novità più rilevanti si sono concentrate su:

  • una maggiore flessibilità contrattuale, grazie alla nuova disciplina sulla revisione dei prezzi. Le amministrazioni potranno infatti adeguare i contratti in risposta a variazioni di mercato, affinché i progetti siano sempre sostenibili dal punto di vista economico;
  • una più estesa valorizzazione delle risorse interne alle amministrazioni, con incentivi per motivare chi gestisce gli appalti, rendendo il lavoro pubblico più efficiente;
  • un migliore controllo sui subappalti, con nuove regole che assicurano più trasparenza e responsabilità, nel pieno rispetto dei diritti dei lavoratori e con lo scopo di prevenire fenomeni di illegalità;
  • una maggiore uniformità nelle condizioni di lavoro, con l’obbligo di applicazione dei contratti collettivi nazionali, così come della protezione per le piccole e medie imprese.

Cosa prevede il decreto correttivo

Considerando il grande impatto che il D.Lgs. 209/2024 ha comportato sul precedente Codice Appalti del 2023, vale la pena concentrarsi su alcune delle disposizioni più importanti. In ogni caso, poiché gli interventi normativi sono decisamente più estesi, può essere utile consultare il Correttivo Codice Appalti in PDF, così da operare un più semplice confronto con la precedente normativa.

Correttivo Codice Appalti: revisione dei prezzi

Una delle novità più importanti del Correttivo Codice Appalti è rappresentata dalle clausole di revisione dei prezzi, introdotte con la modifica dell’articolo 60 del D.Lgs. 36/2023 e dall’aggiunta del nuovo Allegato II.2-bis. Queste regole servono per facilitare le attività di gestione da parte di amministrazione e imprese, quando i costi di un appalto si modificano in modo significativo.

In altre parole, se i prezzi hanno fluttuazioni importanti, il contratto può essere revisionato in base ad alcuni indici calcolati dall’ISTAT, ovvero il TOL per i lavori e il CPV per servizi e forniture. Più nel dettaglio, è possibile procedere alla revisione dei prezzi:

  • dei lavori, quando vi sono variazioni che superano il 3% dell’importo complessivo del contratto d’appalto, con una compensazione del 90% della parte eccedente a tale soglia;
  • dei servizi e delle forniture, per variazioni superiori al 5%, con una compensazione dell’80%, sempre per la parte eccedente.

Nuovi incentivi per chi lavora negli appalti

Un’altra importante novità del Correttivo Codice Appalti è l’introduzione di incentivi, in particolare destinati a chi lavora negli uffici pubblici e, appunto, si occupa della gestione degli appalti. In particolare, viene modificato l’articolo 45 del D.Lgs. 36/2023, estendendo la possibilità di ricevere incentivi anche per i Responsabili Unici del Progetto, ovvero i RUP che coordinano l’intero appalto. Inoltre:

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  • viene rimosso il limite minimo di 500.000 euro per ottenere gli incentivi;
  • gli stessi incentivi ora valgono anche per contratti di servizi o forniture di particolare complessità tecnologica o innovativa, come quelli legati alla digitalizzazione o alla sostenibilità

Perché, tuttavia, il Correttivo Codice Appalti introduce incentivi specifici? L’obiettivo è quello di favorire la motivazione e la produttività di chi si occupa della gestione degli appalti stessi, affinché l’intero processo sia più efficiente.

Correttivo Codice Appalti: il subappalto favorisce le PMI

Fra le modifiche introdotte dal Correttivo Codice Appalti, vi sono novità anche relative alla gestione dei subappalti, che si verificano quando l’azienda che si aggiudica l’appalto trasferisce parte dei lavori o dei servizi a società terze. Con il decreto di recente approvazione:

  • almeno il 20% delle porzioni da subappaltare deve essere destinato a piccole e medie imprese (PMI), a meno che l’amministrazione non abbia ragioni motivate per procedere in altro modo;
  • viene incentivata la suddivisione degli appalti in più lotti, affinché possano essere coinvolte più PMI.

Inoltre, è utile sapere che le imprese non possono più usare i lavori subappaltati per ottenere la qualificazione SOA.

Equo compenso per i professionisti

Tra gli obiettivi previsti dal D.Lgs. 209/2024, vi è anche una maggiore tutela dei professionisti – ad esempio, architetti e ingegneri – con l’introduzione dell’equo compenso. In base anche alle disposizioni previste dalla Legge 49/2023, le amministrazioni devono:

  • parametrare i compensi per i servizi professionali alla qualità e alla quantità delle prestazioni richieste, senza eccessivi ribassi;
  • procedere all’aggiudicazione dei contratti sui servizi professionali sempre rispettando l’equo compenso, basandosi sull’offerta con il miglior rapporto tra qualità e prezzo;
  • verificare la presenza di offerte anomale, che dovranno essere escluse dalle gare se non coerenti con i principi dell’equo compenso.

Maggiore digitalizzazione degli appalti

Il Correttivo Codice Appalti punta anche sulla digitalizzazione delle procedure d’appalto, rendendo obbligatori il BIM – il Building Information Modeling – anche per i progetti di realizzazione di opere pubbliche dal valore superiore ai 2 milioni di euro, rispetto alla precedente soglia di un milione. 

Un’adozione più capillare del BIM, ovvero della piattaforma digitale che permette di pianificare in modo efficiente i lavori pubblici in ogni fasi, rientra nelle richieste del PNRR sulla digitalizzazione delle gare d’appalto. Tuttavia, l’obbligo prevede anche alcune deroghe, ad esempio per i Comuni più piccoli e dalle limitate capacità tecnologiche, che possono avvalersi di soggetti aggregatori qualificati.

Qualificazione delle stazioni appaltanti

Infine, con il Correttivo Codice Appalti si introducono dei requisiti più stringenti per la qualificazione delle stazioni appaltanti, attraverso un nuovo sistema di monitoraggio obbligatorio della loro efficienza decisionale. In altre parole, le stazioni appaltanti dovranno dimostrare di:

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  • avere capacità organizzative adeguate;
  • in base a specifici indicatori, come i tempi medi di aggiudicazione degli appalti e il numero di contenziosi generati.

Ancora, per incrementare le stesse capacità delle stazioni appaltanti e del relativo personale, viene introdotta la possibilità di erogare corsi di formazione accreditati anche da soggetti privati a scopo di lucro.

Altre novità dal Correttivo Codice Appalti

Come già accennato in precedenza, il Correttivo Codice Appalti ha apportato modifiche a 70 articoli della precedente normativa, oltre ad aggiungere tre nuovi allegati. Proprio per questa ragione, gli ambiti trattati sono più ampi dei punti chiave già descritti. Tra le altre novità previste, è utile citare:

  • il Partenariato Pubblico Privato (PPP), per rendere più semplici e immediati i contratti d’appalto che vengono stretti tra pubblico e privato, in particolare su progetti che coinvolgono scuole, ospedali e altri servizi di pubblica utilità;
  • nuove clausole sociali e tutele lavoristiche, con ad esempio la previsione della parità di genere nei bandi, una maggiore inclusione delle categorie più svantaggiate e migliori contratti collettivi;
  • l’appalto integrato, dove la progettazione e la costruzione di un’opera vengono affidate contestualmente, per velocizzare i cantieri;
  • una riduzione del tempo di attesa prima di firmare i contratti, passato da 35 a 32 giorni;
  • l’introduzione di procedure negoziate con avviso pubblico, per rendere le gare sia più semplici che trasparenti.

Quando entra in vigore il Correttivo del Codice Appalti

Il Correttivo Codice Appalti è entrato in vigore il 31 dicembre 2024, contestualmente alla sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Alcune delle disposizioni previste dal decreto, come ad esempio l’obbligo del BIM e il monitoraggio delle stazioni appaltanti, sono entrate ufficialmente in vigore il giorno successivo, ovvero il primo gennaio 2025.

Naturalmente, poiché l’applicazione delle nuove norme e delle procedure rinnovate può essere molto difficoltosa, diversi enti hanno messo a disposizione materiale informativo, in particolare per le amministrazioni e le stazioni appaltanti, così da rendere il passaggio più fluido.



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