Sì degli italiani all’omeopatia: la farmacia il canale di acquisto privilegiato

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Un’opportunità di cura sempre più considerata dagli italiani. L’omeopatia consolida gli indici di apprezzamento in termini di conoscenza e di acquisti “guidati” dalla prescrizione medica o dal consiglio del farmacista. Farmacia e parafarmacia restano i canali di vendita privilegiati, sebbene anche l’on line stia acquistando terreno. È quanto emerge dall’indagine “Scenario e consumatori di Medicinali Omeopatici 2025” realizzata a inizio gennaio dall’istituto di ricerca Eumetra per Omeoimprese, l’associazione di categoria che riunisce le aziende del comparto in Italia.

La survey è  stata condotta fra un ampio campione di popolazione, rappresentativo del contesto nazionale: oltre 1.400 adulti maggiorenni, interrogati sulle conoscenze, scelte e modalità di acquisto di medicinali e rimedi omeopatici, attraverso 900 interviste/questionari on line e un sovra-campionamento di altre 500 interviste con un focus specifico su 4 regioni, Lombardia, Veneto, Toscana e Campania.

La conoscenza e gli acquisti

Gli italiani dichiarano di saperne di omeopatia (98%, pari a 49 milioni di persone), ma sono aperti e alla ricerca di nuove informazioni. Generalmente la conoscenza è omogenea, ma meno spiccata al Sud. E apprezzano questa opzione di cura, come confermano gli acquisti, effettuati almeno una volta nella vita (66%, 33 milioni di persone) e utilizzati di recente, nell’ultimo anno da parte di 18,5 milioni di persone (37%,) e di 14,5 milioni di adulti negli ultimi mesi (29%).

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Dati che esprimono una maggiore penetrazione nell’omeopatia, rispetto al passato, con incidenze più contenute nel Sud Italia. Gli italiani scelgono l’omeopatia per alcune sue prerogative: principi attivi naturali (54%), la possibilità di acquisto senza prescrizione, la facile reperibilità, assenza di controindicazioni che rendono questi rimedi a adatti anche a fasce di popolazione a rischio, come pazienti fragili, anziani, donne in dolce attesa, bambini. Un farmaco, quello omeopatico, dunque della famiglia e per la famiglia, anche con figli minori (71%), dove la sicurezza (52%) del farmaco rappresenta una leva importante di acquisti rispetto ad altri medicinali.

Gli omeopatici sono acquistati in prevalenza per sé, ma anche per altri (22%) e soprattutto vengono condivisi nel nucleo famigliare (adulti e minori). Ad acquistarli sono in misura maggiore le donne (60%), e utilizzatori mediamente giovani, inclusi nella fascia d’età 35-55 anni (72%), più rappresentati in alcune aree territoriali, al Nord-Est e nel Centro Italia, con un picco in Toscana (75%). Vengono scelti in prevalenza per gestire malattie di stagione, come sintomi influenzali, raffreddore e mal di gola (33%), problemi di insonnia e stress (28%), per rafforzare le difese del sistema immunitario (26%) e il supporto energetico, per alleviare dolori muscolari-articolari (23%) e disturbi gastro-intestinali (20%), in prevenzione. In buona sostanza il 60% della popolazione si dichiara favorevole all’uso della medicina omeopatica, con un 35% anche fra coloro che non ne hanno mai fatto uso.

A penalizzare gli acquisti di omeopatici: gli elevati costi dei medicinali, la lunga assunzione prima di registrare i benefici, la mancanza di un foglietto illustrativo che dia indicazioni sulla corretta modalità di utilizzo, posologia e chiara indicazione terapeutica e gli scarsi studi clinici dedicati. “Da anni abbiamo un dialogo aperto con le Istituzioni e sono fiduciosa che riusciremo a sbloccare questa anomalia del foglietto illustrativo – dichiara Silvia Nencioni, Presidente di Omeoimprese – che, fra tutti i Paesi europei, riguarda solo l’Italia”.

I professionisti della salute restano i referenti principali

A governare i consigli di farmaci omeopatici sono gli esperti della salute: il medico di base (54%), potenzialmente il primo prescrittore e il professionista che piò dare informazioni in materia, seguito dal pediatra (44%) e dallo specialista/omeopata (34%). Ma il miglior counsellor per gli italiani resta il farmacista (40%) a cui si riconosce l’adeguatezza del suggerimento terapeutico.

Il 92% degli acquirenti infatti si rivolgono al canale fisico, farmacie e parafarmacie sul territorio, a testimonianza della necessità di un confronto diretto con il professionista della salute e del valore di un consiglio competente al banco per questa tipologia di farmaci. I dati dell’indagine indicano la richiesta e il bisogno degli italiani di avere più informazioni su questi medicinali (31%), in misura maggiore fra gli utilizzatori dei prodotti nell’ultimo semestre (64%).

Informazioni che la popolazione si aspetterebbero di ricevere anche dalle strutture sanitarie pubbliche (27%) e dalle autorità sanitarie (26%). I canali di vendita virtuale si stanno implementando, a restano passi indietro rispetto al fisico: il 21% degli utilizzatori dichiara di aver comprato almeno una volta su internet, sebbene gli acquirenti esclusivi online siano ancora una minoranza (6%), anche fra gli user più recenti, che non va a sostituirsi con chi predilige un rapporto diretto con il farmacista, con le due modalità che corrono in parallelo.

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Un mercato “aperto”

Un dato particolarmente significativo emerge dal potenziale di crescita del settore omeopatico nel Paese: il 35% degli italiani che non hanno mai acquistato medicinali omeopatici si dichiara comunque favorevole al loro utilizzo.

In una visione di Deep Dive infatti emergono tre segmenti: gli scettici (29%) che considerano questo medicinale con effetto placebo, i fan dell’omeopatia, i favorevoli all’omeopatia, sono frequent user, acquistano e consumano almeno una volta al mese, facendo anche i volumi, più concentrati al Nord Italia rispetto al Sud e Isole e il farmacista rappresenta la principale fonte di ispirazione seguita dagli specialisti, neutrali (50%), che hanno acquistato gli omeopatici raramente, perché suggeriti dal pediatra o perché influenzati dal passaparola, ma di cui hanno un sentiment positivo.

“L’esistenza di un bacino di utenti potenziali che, pur non avendo mai assunto medicinali omeopatici, è propenso al loro utilizzo, è un dato certamente interessante che indica come il mercato dell’omeopatia possa avere significativi margini di crescita – conclude la presidente di Omeoimprese – Per far sì che sempre più italiani si avvicinino con soddisfazione e fiducia a questo approccio di salute, continueremo come Associazione a sostenere la formazione e la diffusione della conoscenza dell’omeopatia presso i professionisti della salute, punto di riferimento fondamentale per rendere i pazienti consapevoli e informati su questa opportunità terapeutica».





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