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Sono punti pesanti quelli in palio a Desio: domenica, alle 18, la Rivierabanca Rimini si troverà di fronte un gigante ferito, quella Acqua S. Bernardo Cantù che all’andata vinse al Flaminio (76-80) e che, con i suoi 38 punti, ha il fiato sul collo della banda di Dell’Agnello (a quota 40).
Sfida importante per entrambe le formazioni, tanto per continuare ad inseguire il sogno della promozione diretta quanto, più realisticamente, per ottenere il miglior piazzamento possibile nella griglia playoff che inizierà a maggio.
Che un roster come quello allenato da Nicola Brienza sia “solo” al quarto posto la dice tutta sulla qualità di questa Serie A2, ma rivela anche le difficoltà incontrate da una corazzata che viene sì da tre vittorie nelle ultime quattro partite (sconfitti ad Udine la scorsa domenica, l’obiettivo primo posto sembra essere definitivamente svanito per i lombardi), ma che in precedenza aveva perso ben cinque gare di fila.
La squadra di Cantù
Perso per infortunio Andrea De Nicolao, coach Brienza è caduto in piedi, promuovendo a titolare Fabio Valentini. Playmaker di 185 cm, capace di segnare dal palleggio e da tre punti (32% dall’arco, 40% in area), Valentini distribuisce anche 2,5 assist a partita, accoppiandosi alla perfezione con la guardia Tyrus McGee; è quasi inutile presentare l’esterno prodotto di Iowa State, che nella sua lunghissima esperienza in Europa ed in Italia (Capo d’Orlando, Cremona, Venezia, Pistoia e Sassari) può vantare due campionati vinti (compreso uno Scudetto) ed una coppa europea.
La guardia Usa è un giocatore a tutto tondo, pericolosissimo come attaccante (quasi 14 di media con il 37% da tre punti) ma competente anche nelle vesti di assistman (2,3) ed a rimbalzo (3,1) nonostante, con 188 cm, non svetti particolarmente sui pari ruolo. Nello spot di tre gioca Matteo Piccoli, che oltre ad essere uno dei migliori difensori della categoria sa come si vince la Serie A2, avendolo fatto due anni fa con Cremona: il numero 11 canturino non spicca per i numeri (4 punti, 3,5 rimbalzi e 1,5 assist di media) ma fa tante cose che, senza finire nel box score, danno ai suoi chance ancora migliori di battere qualsiasi avversario.
La stella della formazione lombarda, però, è indubbiamente l’ala forte Grant Basile. Lungo dalla doppia cittadinanza (acquisita in corsa) statunitense-italiana, Basile è nel giro della Nazionale azzurra e, nel campionato cadetto, è uno dei giocatori più difficili da fermare grazie alla combinazione di stazza (206 cm per 107 kg) e capacità tecniche (abile sia in post che da tre punti): i numeri dicono di un giocatore da oltre 16 punti ad uscita (con anche 5 rimbalzi), che tira quasi 12 volte a partita e segna con il 56% dentro l’arco ed il 36% fuori.
L’acquisizione della cittadinanza sportiva italiana, poi, ha permesso alla sua squadra di tesserare un terzo straniero, il centro Dustin Hogue. Altro veterano della massima serie, Hogue è un centro undersize (198 cm) di ottimo atletismo, realizzatore eccellente al ferro (quasi 11 punti con il 68%), ottimo rimbalzista (8 a partita) e difensore efficace, capace di dare equilibrio al roster lombardo e regalare più soluzioni a coach Brienza tanto con il pallone quanto senza.
I grandi nomi non finiscono solo perché ci si sposta in panchina: a proposito di ex Nazionali, l’Acqua S. Bernardo può contare sulle prestazioni di Riccardo Moraschini, guardia di 194 cm dalla fisicità imponente per la seconda serie e capace di crearsi il tiro in autonomia; Moraschini è in un ottimo momento di forma e si sta prendendo la squadra sulle spalle (oltre 14 di media dall’infortunio di De Nicolao), e le cifre raccontano di un giocatore che, partendo dalla panchina, è capace di andare oltre i 10 punti di media (45% da due, 26% da tre), con 2 assist e quasi 4 rimbalzi a fare da contorno.
Ha esperienza nella massima serie anche Joonas Riismaa, guardia/ala dal classico profilo perimetrale (38% da tre su più di due tentativi a partita): con oltre 4 punti e 2 rimbalzi, l’estone è un elemento importante della panchina di coach Brienza, così come lo è il capitano Filippo Baldi Rossi, altro giocatore abituato al piano superiore. Baldi Rossi è un quattro perimetrale pericolosissimo dall’arco (42%) ma capace di segnare anche all’interno (61%), e porta in dote ai suoi, oltre a 7,7 punti e 3,6 rimbalzi sul foglio delle statistiche, un bagaglio di esperienza, carattere e leadership per le quali è stato nominato capitano.
Al centro, coach Brienza si affida ai 212 cm di Luca Possamai, che lo rendono una presenza importante sia a rimbalzo (4 a partita) che in difesa, oltre ai 5,4 punti che mette a segno come finalizzatore delle azioni interne canturine; nel roster dell’Acqua S. Bernardo, poi, c’è anche l’ex Olimpia Milano Leonardo Okeke, altro centro (206 cm) dal gioco interno, forte di un grande atletismo, ma che non sta trovando grande spazio nelle ultime uscite (in 9 partite giocate, quasi 5 punti di media).
Come gioca la squadra di Brienza
L’attacco di Cantù è decisamente pericoloso, grazie all’equilibrio del suo roster che alterna ottimi tiratori e giocatori capaci di concludere in area; la squadra di Brienza preferisce le giocate a metà campo, con diverse chiamate di pick and roll, laterale e centrale, giocate dalle guardie (Valentini in primis) e dai lunghi, capaci di rollare e concludere al ferro (Hogue, Possamai, Okeke) ma anche di aprirsi per il tiro da tre (Basile, Baldi Rossi); altre armi importanti, poi, sono le giocate individuali di elementi come McGee, capace di costruirsi il tiro sia in penetrazione che con l’arresto dalla media, o Moraschini, capace di sfruttare la sua stazza per sfidare in post i pariruolo creando vantaggi per sé e per i compagni grazie ai mismatch.
La fisicità che l’Acqua S. Bernardo mette in campo è, quindi, uno dei principali punti di forza, e questo è ancora più evidente nella sua metà campo. Cantù è, numeri alla mano, la miglior difesa della Serie A2, potendo chiudere l’area grazie alla fisicità dei suoi lunghi ma anche cambiare su molti blocchi senza soffrire spingendo i palleggiatori verso il pitturato.
Per la Rivierabanca, quindi, competere con la formazione canturina significherà accettare di fronteggiare la fisicità avversaria, cercando di determinare il ritmo della partita trasformandolo in un vantaggio e cercando, allo stesso tempo, soluzioni che permettano di aprire il campo, muovendo palla e giocatori ed evitando di dare alla difesa lombarda punti di riferimento.
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