è morto dopo le riprese della scena del suicidio in Parthenope

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Microcredito

per le aziende

 


Dunque, la riesumazione è avvenuta. Una mossa abbastanza rara nel panorama investigativo italiano, che spinge a guardare con attenzione alle prossime mosse della Procura di Napoli. Pochi giorni fa, gli inquirenti hanno disposto la riesumazione del cadavere di Luca Canfora, il costumista cinematografico morto a Capri un anno e mezzo fa, in circostanze ritenute poco chiare. Impegnato nelle riprese del film “Parthenope”, Luca Canfora è deceduto il primo settembre del 2023. Venne trovato da un canoista nelle acque dell’isola azzurra, lato costone di via Krupp.

Da allora, il caso non è stato mai chiuso. Proviamo a ragionare. Sin dalle primissime battute investigative l’ipotesi più accreditata è stata quella del suicidio, dal momento che non sono emersi moventi alternativi. Aveva 51 anni, Luca Canfora ed era un costumista di riconosciuto talento. Il giorno prima della sua morte aveva assistito alla scena del film, che racconta il suicidio del fratello di “Parthenope”. Parliamo di una scena chiave dell’ultima fatica cinematografica firmata dal regista napoletano Paolo Sorrentino (che è ovviamente estraneo alle indagini). Fatto sta che il suo decesso ha provocato un senso di vuoto nell’intera troupe, ma ha anche sollevato perplessità e interrogativi da parte della famiglia. A partire dal fratello del costumista, che ha chiesto e ottenuto la riesumazione del cadavere.

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

Il retroscena 

Motivo? Restiamo alle ultime mosse della Procura di Napoli, guidata da Nicola Gratteri. Inchiesta condotta per istigazione al suicidio, al lavoro il pm Silvio Pavia, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Alessandro Milita. L’ipotesi investigativa scelta dalla Procura di Napoli è l’unica che consente di svolgere accertamenti, di fronte a una serie di nodi o punti critici che non sono stati ancora chiariti. In sintesi, non si comprende come sia finito il corpo in acqua. Da quale punto è caduto? Poi ci sono altre domande su cui verte l’attenzione degli inquirenti, ma anche dei consulenti di parte, che ovviamente hanno chiesto di partecipare a questo nuovo atto irripetibile sul corpo del costumista. A distanza di un anno e mezzo dal decesso di Canfora, si proverà a capire se ci sono fratture e lesioni compatibili con una caduta dall’alto. Non è tutto. Si cerca di mettere a fuoco se emergono segni di colluttazione o di aggressione fisica. E ancora si punta a verificare la presenza dell’acqua di mare nei tessuti organici (al netto del tempo trascorso), in relazione alla quantità di acqua ingerita da corpo caduto dall’alto, dunque finito in profondità.

I quesiti 

Una svolta investigativa, quella della riesumazione, chiesta dall’avvocato Giuseppe Russodivita, che assiste Giuseppe Canfora, fratello di Luca, che – nel corso di questi mesi – non si è mai rassegnato. E che poche settimane fa è stato ascoltato in Questura, nel pieno delle indagini condotte dalla Squadra Mobile (al lavoro il primo dirigente Giovanni Leuci). Una audizione durata oltre un’ora, nel corso della quale il fratello del costumista ha battuto su alcuni punti: non c’erano dissapori o zone d’ombra nella vita del 51enne; c’è un buco nelle ultime ore di vita di Luca. Proviamo a ripercorrere la traiettoria del costumista. Stando a quanto emerso finora, il primo settembre del 2023, una telecamera ha inquadrato il 51enne entrare nella zona dei Giardini di Augusto, dove era stato allestito il set del film “Parthenope”. Dopo alcune ore di produzione, non lascia i Giardini, o comunque non lo fa uscendo dal varco principale (quello protetto dalle telecamere). Probabilmente utilizza un percorso secondario o alternativo, che dovrebbe condurre verso via Krupp (quella mattinata era inibita proprio per le scene del film).

Eppure il tragitto di Luca non è stato immortalato da alcune telecamere allestite all’esterno di ville e dimore private. O comunque non è chiaro se ci sono state verifiche sui circuiti della videsorveglianza. Per il resto, solo punti irrisolti: è caduto dall’alto? Come mai il suo corpo non è stato frenato da sterpaglie e arbusti? Possibile che nessuno abbia visto la caduta di un uomo per decine di metri, in una mattinata estiva, con tante barche nella stessa rada? Si torna al punto di partenza: corpo riesumato, caccia a segni e riscontri sul cadavere di un uomo morto come il protagonista di una scena di “Parthenope”. Un caso di suicidio per emulazione? Un banale incidente durante il passaggio in un tragitto alternativo? E ancora: a Capri, un anno e mezzo fa, qualcuno ha provato a realizzare una sorta di messa in scena?

© RIPRODUZIONE RISERVATA





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 

Source link