Eurospin, sindacati mettono sotto accusa condizioni di lavoro, sicurezza e trasparenza

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Pulizie, condizioni di lavoro, ferie forzate, armadietti inadeguati e disparità nei livelli di inquadramento: sono questi i problemi principali che Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil tornano a segnalare all’interno dei punti vendita di Eurospin Tirrenica, denunciando una «persistente situazione di criticità» nonostante le proteste e lo sciopero già proclamato nell’agosto 2022.

I problemi «Le criticità continuano a ripetersi, con un impatto negativo sulla qualità del lavoro e sul benessere dei lavoratori» affermano i sindacati, evidenziando come la gestione delle pulizie sia tra le questioni più urgenti. «Segnaliamo che le pulizie dei bagni e dei parcheggi non sono di competenza dei lavoratori, come già denunciato nel 2022» sottolineano le organizzazioni, precisando che per tali mansioni sarebbero necessarie competenze specifiche e l’uso di dispositivi adeguati. Inoltre, questa attività non viene richiesta ai dipendenti impiegati negli uffici, generando «disparità tra le diverse categorie di lavoratori» e sollevando dubbi sull’equità del trattamento.

Pressione Sul piano delle condizioni di lavoro, i sindacati lamentano un aumento dello stress lavorativo dovuto alla crescente pressione sulla produttività. «La produttività e la velocità richiesta per l’esecuzione delle mansioni sono diventate priorità aziendali, tagliando le ore a disposizione a discapito della qualità del lavoro e delle condizioni di salute e sicurezza dei dipendenti» denunciano i sindacati. Tra gli aspetti più critici vengono segnalati «il deterioramento delle condizioni del microclima lavorativo, specialmente nella zona casse, che contribuisce a un ambiente di lavoro sempre più insostenibile» e «l’obbligo unilaterale di fruizione delle ferie e dei permessi». A questi problemi si aggiunge la mancanza di armadietti adeguati, che non garantirebbero la sicurezza degli oggetti personali dei dipendenti, esponendoli al rischio di furto o violazione della privacy.

Disparità Un ulteriore elemento di tensione riguarda le disparità nell’assegnazione dei livelli contrattuali, soprattutto per i repartisti ortofrutta e i capo negozi. Secondo le testimonianze raccolte dai sindacati, le promozioni sarebbero assegnate sulla base del fatturato piuttosto che dei criteri legati alla mansione. «Da quanto riportano le lavoratrici e i lavoratori, infatti, sembrerebbe che queste decisioni siano basate sul fatturato piuttosto che su criteri legati alla mansione, di fatto confermata dall’azienda durante l’incontro sostenendo di non avere alcuna intenzione di rivedere la propria posizione né di allargare la platea dei lavoratori destinatari di un giusto inquadramento» denunciano i sindacati, sottolineando come questa scelta violi il Contratto collettivo nazionale di lavoro e possa generare tensioni tra i dipendenti. «Questa discrepanza nell’assegnazione dei livelli rischia anche di mettere i lavoratori in competizione tra di loro, creando tensioni e danneggiando ulteriormente il clima di lavoro» affermano le sigle, definendo «particolarmente grave» l’atteggiamento dell’azienda, che «dimostra come questa non abbia intenzione di intrattenere rapporti sindacali trasparenti».

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Intervento immediato Alla luce di queste problematiche, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil chiedono un intervento immediato da parte dell’azienda, terza in Umbria per fatturato e utile netto. «Chiediamo con forza all’azienda di prendersi la responsabilità di tutelare la salute, la sicurezza e i diritti dei propri lavoratori. Il benessere e la dignità dei dipendenti non possono e non devono essere sacrificati in nome del fatturato e del profitto».

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