Governo condannato a risarcire i migranti della Diciotti, Meloni: “Soldi degli italiani onesti”

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Il governo italiano è stato condannato a risarcire economicamente i migranti della nave Diciotti. Il riferimento è ai fatti del 2018, quando un gruppo di migranti eritrei è stato trattenuto dal 16 al 25 agosto a bordo della nave. L’allora ministro dell’Interno, Matteo Salvini, aveva deciso di bloccare lo sbarco. Il leader della Lega venne indagato dai pm di Agrigento per sequestro di persona, abuso d’ufficio e arresto illegale, ma nel 2019 il Senato negò l’autorizzazione a procedergli contro.

Nel 2025 arriva la decisione: il ricorso dei migranti eritrei ha portato la Suprema Corte a condannare il governo. A quanto ammonta la cifra? Si tratta di un totale di 41 cause, in cui si chiedono danni tra i 42mila e i 71mila euro. La decisione arriva in un clima già teso tra magistratura e governo, tanto che le prime dichiarazioni dei leader della maggioranza sono state molto polemiche e, in alcune uscite, anche “offensive”. A dirlo è la prima presidente della Corte Suprema, Margherita Cassano.

La Corte di Cassazione condanna il governo: la sentenza

Le Sezioni unite civili della Cassazione hanno accolto il ricorso di un gruppo di migranti eritrei. Si tratta di una parte di coloro che furono trattenuti dal 16 al 25 agosto 2018 a bordo della nave Diciotti. Annullando la sentenza della Corte d’Appello di Roma, che aveva negato il risarcimento, la Corte di Cassazione ha riconosciuto al cittadino eritreo Kefela Mulugeta Gebru, uno dei migranti, il risarcimento.

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Tra magistratura e governo è ora in atto un gioco di dichiarazioni e provocazioni, fino agli insulti. Ma una cosa è stata ribadita con forza dalle Sezioni unite, ovvero che il blocco deciso da Salvini non possa considerarsi un atto politico “non sindacabile dai giudici”. Questo era stato ritenuto tale dal Tribunale di Roma in primo grado, ma la Corte smentisce e spiega:

L’azione del governo, ancorché motivata da ragioni politiche, non può mai ritenersi sottratta al sindacato giurisdizionale quando si ponga al di fuori dei limiti che la Costituzione e la legge gli impongono, soprattutto quando siano in gioco i diritti fondamentali dei cittadini (o stranieri), costituzionalmente tutelati

È proprio alla luce di tale premessa che l’ordinanza riporta l’atto politico al controllo giurisdizionale. Emilio Iannello, consigliere relatore, scrive che le motivazioni politiche alla base della condotta non ne snaturano la qualificazione, cioè non rendono politico un atto che è, e resta, ontologicamente amministrativo.

Il caso Diciotti

Facciamo un passo indietro e ripercorriamo i fatti del caso Diciotti che hanno portato la Corte di Cassazione alla condanna di risarcimento.

Nell’estate del 2018, il ministro dell’Interno era Matteo Salvini. Ci troviamo nella cornice del governo Conte I. Il 16 agosto, la nave Diciotti riesce a soccorrere 190 migranti al largo di Lampedusa (le emergenze sono portate subito in salvo). Per il Viminale, la nave non può far scendere il “carico”. Respinge la richiesta e chiede che i migranti siano accolti da Malta, che però rifiuta.

Nel frattempo, la nave arriva a Catania, ma non c’è l’autorizzazione a sbarcare. I migranti, tra cui 10 donne e 37 minori, restano a bordo per una decina di giorni fino a quando la pressione mediatica e l’intervento della Chiesa permettono alle persone di sbarcare.

Nascono così le prime accuse. I pm di Agrigento indagano il ministro dell’Interno Salvini per sequestro di persona, abuso d’ufficio e arresto illegale. Venne iscritto sul registro degli indagati anche il capo di gabinetto del Viminale, l’attuale ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Anche a lui vennero contestati i reati di sequestro di persona, sequestro di persona a scopo di coazione, arresto illegale, abuso d’ufficio e omissione d’atti d’ufficio. Queste accuse poi vennero modificate e l’unico reato contestato restò il sequestro di persona aggravato.

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Verso ottobre, il fascicolo delle accuse passa al Tribunale dei Ministri di Catania, dove la procura è guidata da Carmelo Zuccaro. Questo chiese al Tribunale dei Ministri di archiviare il procedimento perché, secondo Zuccaro, il ritardo nello sbarco era “giustificato dalla scelta politica, non sindacabile dal giudice penale per la separazione dei poteri, di chiedere in sede europea la distribuzione dei migranti (e il 24 agosto si è riunita la Commissione Europea) in un caso in cui, secondo la convenzione Sar, sarebbe toccato a Malta indicare il porto sicuro”.

Il Tribunale dei Ministri non accettò la richiesta di archiviazione e anzi portò delle prove sulla volontà del ministero dell’Interno di privare della libertà le persone a bordo della nave, una scelta che, in quei giorni concitati, portò “danni anche ai soggetti minori”, per usare le parole del Tribunale dei Ministri stesso.

A quanto ammonta il risarcimento

Oggi la vicenda sembra risolta, anche per quanto riguarda il dibattito su ciò che può o non può essere sottratto al “sindacato giurisdizionale”. Questo perché, come spiega il presidente di collegio Ettore Cirillo nell’ordinanza del 6 marzo 2025, ci sono dei limiti che la Costituzione e la legge impongono, soprattutto quando sono in gioco i diritti fondamentali delle persone.

Le Sezioni unite civili hanno quindi riconosciuto il risarcimento per il cittadino eritreo e, insieme a questo, un totale di 41 cause, che chiedono alla Presidenza del Consiglio e al ministero dell’Interno danni che vanno dai 42mila ai 71mila euro, come riporta Il Fatto Quotidiano.

Maggioranza all’attacco della magistratura

La decisione della Corte è stata accolta con aspre critiche, tanto che la prima presidente, Margherita Cassano, è intervenuta per rispondere nel merito. “Le decisioni della Corte di Cassazione possono essere oggetto di critica, sono invece inaccettabili gli insulti che mettono in discussione la divisione dei poteri su cui si fonda lo Stato di diritto”, ha affermato dopo le polemiche.

Non ha infatti perso l’occasione per esprimersi tutta la maggioranza, con Giorgia Meloni e i due vicepremier in prima linea. La Presidente del Consiglio ha scritto su X che il governo dovrà risarcire con i soldi “dei cittadini onesti che pagano le tasse” chi ha cercato di entrare illegalmente nel Paese.

Matteo Salvini, a margine di un evento a Palazzo Lombardia, ha definito la sentenza della Cassazione “vergognosa, perché mi sembra un’altra invasione di campo indebita”. L’ordinanza risponde in tal senso, ma Salvini pare ignorare quel passaggio e prosegue:

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Se c’è qualche giudice che chiama così tanti clandestini, li accolga un po’ a casa sua e li mantenga.

Infine, il vicepremier Antonio Tajani si è detto contrario al risarcimento ai migranti, sostenendo che il dovere del governo sia quello di difendere i confini nazionali.





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