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Con un docufilm su Netflix e con questa intervista, Patrizia Mirigliani vuole superare la crisi che attanaglia il concorso di bellezza. «Io non mi rassegno, ci tengo a riportarlo in tv», dice. E confida: «Mio figlio ha sconfitto la droga, in futuro sarà pronto per guidarlo»
«Ho tre anni e sono a bordo piscina a Salsomaggiore Terme, alle selezioni di Miss Italia. È il mio primo ricordo del concorso di bellezza. E poi mi rivedo a 10 anni con un vestitino giallo realizzato nell’atelier della mamma, con le mie prime scarpe col tacco. Mi sentivo in una favola, tra principesse» – foto | video
Così Patrizia Mirigliani, patron di Miss Italia, racconta la storia di questa avventura nazionale nata nel 1946. Ne ha eredito l’organizzazione dal padre Enzo, morto nel 2011, dopo averlo affiancato per anni. Miss Italia è stato un evento e un appuntamento televisivo per molto tempo. Ora però vive una crisi profonda: dopo l’ultima edizione in onda su Rai 1 nel 2019, il concorso ha trovato casa sul web e qui ha eletto Ofelia Passamonti, nel 2024. In questi giorni torna alla ribalta tv con il docufilm di Netflix Miss Italia non deve morire.
Come vuole salvare Miss Italia? «Voglio riportarla in tv. Nel docufilm di Netflix si racconta di contatti avuti con la Rai e poi sfumati. Ma non mi arrendo e mi batto per ridare a Miss Italia l’importanza che ha sempre avuto. Appartiene alla storia del nostro Paese, ha lanciato dive come Sophia Loren e Gina Lollobrigida, ha avuto giurati come Stallone, Alan Delon, Catherine Deneuve. Salverò il concorso facendolo tornare nelle case degli italiani attraverso la tv, e senza stravolgerlo aprendo alle over 60 o al mondo transgender».
Miss Italia 2025 sarà in tv, allora? «Non lo so. Spero nell’attenzione della nuova dirigenza Rai. A un certo punto c’è stato un pregiudizio su Miss Italia. Una sorta di bigottismo. Nel 2012 Giancarlo Leone, allora dirigente Rai, non l’ha più voluta pensando che il servizio pubblico non fosse adatto a ospitare un concorso di bellezza. C’è stata una forma di ipocrisia, anche politica.Nel 2013 Laura Boldrini, da presidente della Camera, espresse il suo plauso alla scelta della Rai di bocciarlo. Ma Miss Italia rappresenta un pezzo di storia al femminile del Paese. Le iscrizioni sono aperte: sono circa 10mila all’anno perché il concorso genera sempre interesse. Miss Italia non è morta, e sul territorio è fortissima».
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Sembra che ora le ragazze del concorso facciano più fatica rispetto al passato a entrare nel mondo dello spettacolo. «Non è così. Per esempio, Nausica Marasca, ora velina a Striscia la notizia, è stata Miss Molise nel 2024. Linda Pani, professoressa all’Eredità, è stata Miss Cinema Veneto nel 2017. E Zeudi Di Palma, Miss Italia 2021, è al Grande fratello 18».
La Miss preferita, una poco grata… «Sono sempre molto legata a Francesca Chillemi: forse perché lei è stata eletta quando io ho fatto la prima volta da sola Miss Italia, nel 2003. Le ho subito predetto che avrebbe fatto l’attrice e che avrebbe avuto successo. Miriam Leone per un po’ si è allontanata dal mondo del concorso. Ma sono contenta che lo abbia ricordato al Festival di Sanremo».
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I conduttori che ha più amato? «Sicuramente Fabrizio Frizzi perché è stato come un fratello per me. Poi Carlo Conti che ha costruito a Miss Italia il suo stile di conduzione veloce. E poi, certo, Milly Carlucci e Simona Ventura».
Che cosa si aspetta dal docufilm? «Mi aspetto che faccia discutere. C’è la storia del concorso e la mia storia di imprenditrice. Mio padre ha cominciato a organizzarlo dal 1959 e io ho iniziato a collaborare con lui a 18 anni. Poi sono stata a Trento per inseguire l’amore e per fare la mamma, dopo la nascita di mio figlio Nicola. Ma quando il rapporto con il mio compagno è finito perché lui aveva un’altra donna, sono tornata a Roma, nel 2000, con mio figlio. E ho detto a mio padre: “Se mi permetti di sbagliare, sono qua”. Ho attraversato periodi bui: gli attacchi di panico dopo la nascita di Nicola, un tumore al seno, la chemioterapia, la ricaduta. E nel mio lavoro sono stata anche osteggiata dal mondo maschile. Ho subito mortificazioni, umiliazioni, e pressioni per vendere il marchio».
Ha avuto altri periodi difficili quando nel 2019 ha scelto di denunciare suo figlio per problemi di droga. «Ora mi dice: “Mamma, grazie, mi hai salvato”. Ma è stato un percorso lungo e complicato. Nicola ha cominciato ad avere problemi di dipendenza a 18 anni e ne è uscito solo quattro anni fa. Da ragazzo ha sofferto per la mia separazione dal padre, si è ritrovato di fronte a situazioni di bullismo, ha combattuto contro la balbuzie. Abbiamo attraversato anni terribili. Io ho continuato a lavorare tenendo tutto dentro e piangendo di notte, da sola. Ora Nicola sta meglio. Vuole entrare nel mondo del cinema, vive con una ragazza, Barbara Lurini, che fa l’infermiera. Credo che la partecipazione al Grande fratello Vip, nel 2021, lo abbia aiutato a capirsi, a conquistare l’autostima. La casa del Gf è stata una terapia per lui: quando è entrato non riusciva a dire una parola».
Ora lo vede nel ruolo di patron? «Non ancora. Deve rafforzarsi ancora un po’. Ora tocca a me combattere».
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