BlackRock ed il Canale di Panama – Alessandria Today Italia News Media

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Dettagli dell’accordo BlackRock-CK Hutchison

Un consorzio di investitori guidato dalla statunitense BlackRock ha raggiunto un accordo per acquisire la maggior parte delle attività portuali del conglomerato di Hong Kong CK Hutchison, incluse le operazioni nei due principali porti panamensi​. In particolare, l’intesa prevede l’acquisto del 90% di Panama Ports Company, la società che da oltre vent’anni gestisce i terminal di Balboa (sul Pacifico) e Cristóbal (sull’Atlantico) – i porti alle due estremità del Canale di Panama​. CK Hutchison cederà il suo 80% di partecipazione nella divisione Hutchison Ports, valutata complessivamente 22,8 miliardi di dollari, al gruppo guidato da BlackRock​. L’operazione include non solo i porti panamensi ma un portafoglio di 43 scali in 23 paesi (tutte le concessioni portuali di CK Hutchison al di fuori della Cina)​. Resta minoritaria la quota del 20% detenuta dalla PSA International di Singapore nella società portuale di CK Hutchison​. Secondo fonti aziendali, l’accordo – formalizzato con un memorandum il 4 marzo 2025 – è soggetto all’approvazione delle autorità panamensi, che dovranno confermare i termini di cessione delle concessioni locali​. CK Hutchison ha dichiarato che la vendita è una decisione puramente commerciale “del tutto scollegata da recenti questioni politiche”​, sottolineando che la società, quotata a Hong Kong, non è finanziariamente legata al governo cinese​. Sul piano finanziario, l’operazione rappresenta un ottimo affare per CK Hutchison: alcuni analisti stimavano il valore di Hutchison Ports intorno ai 13 miliardi $, per cui il prezzo concordato (22,8 mld) ha fatto balzare le azioni CK Hutchison di circa il 22% ai massimi dal 2018​.

La posizione di Trump e dell’amministrazione USA

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L’amministrazione Trump ha salutato l’acquisizione come una vittoria strategica degli Stati Uniti. Il presidente Donald Trump, nel discorso al Congresso del 4 marzo, ha esultato affermando: “La mia amministrazione si riprenderà il Canale di Panama, e abbiamo già iniziato a farlo”​. Ha citato proprio l’annuncio che “una grande azienda americana sta comprando entrambi i porti attorno al Canale di Panama”, presentando il fatto come un passo per “reclamare” il controllo americano sulla via d’acqua​. Questa retorica si inserisce nella linea della Casa Bianca, che da tempo chiedeva di rimuovere i porti panamensi dalle mani cinesi​.

Sebbene CK Hutchison sia di Hong Kong (ufficialmente non parte del governo di Pechino), Washington considerava da anni la sua presenza a Balboa e Cristóbal un’estensione dell’influenza cinese nella regione​. Un funzionario del Dipartimento di Stato ha dichiarato: “Siamo lieti che investitori statunitensi acquisiscano una quota di controllo in Panama Ports Company, proprietaria e operatrice dei porti di Balboa e Cristóbal”​.

Ciò riflette la soddisfazione ufficiale per un’operazione vista come un ritorno degli USA in una posizione chiave nel Canale. La retorica di Trump dipinge l’accordo come un “riappropriarsi” di infrastrutture strategiche perse, alludendo al fatto che l’amministrazione repubblicana stia correggendo quella che considera un’anomalia – ovvero che società cinesi (o percepite tali) controllassero snodi cruciali di una rotta storicamente dominata dagli Stati Uniti​.

Da parte sua, CK Hutchison ha ribadito la natura apolitica della vendita, e JPMorgan l’ha definita un’operazione “a sorpresa” e “opportunistica” dal punto di vista di mercato​, segno che la decisione è arrivata in modo inatteso. È interessante notare che il Segretario di Stato Marco Rubio (nominato da Trump) ha promosso una dottrina “Americas First” per riequilibrare la presenza cinese nell’emisfero​, e questa acquisizione di porti si allinea perfettamente a tale indirizzo politico.

Reazioni del governo panamense e internazionali

Il governo di Panama ha reagito con irritazione alle dichiarazioni di Trump. Il presidente panamense José Raúl Mulino ha pubblicamente accusato Trump di mentire “ancora una volta”, precisando che “il Canale di Panama non è in corso di ‘riconquista’: il Canale è panamense e continuerà ad esserlo!”​.

Questa ferma smentita – diffusa via social media – sottolinea la sovranità panamense sul canale, rivendicando che nessuna “riappropriazione” è in atto se non nella narrativa di Washington. In effetti, il Canale di Panama è sotto controllo nazionale dal 1999 e l’Autorità del Canale di Panama (ACP) lo gestisce in autonomia, separatamente dai porti​. Perciò, l’idea che gli Stati Uniti lo stiano “riprendendo” è vista a Panama come infondata e potenzialmente offensiva.

Oltre alle parole, Panama ha attivato i meccanismi istituzionali: l’Autorità Marittima di Panama (AMP) ha annunciato che richiederà tutti i documenti legali e finanziari relativi all’accordo CK Hutchison–BlackRock​. L’operazione sarà analizzata per “assicurare la tutela dell’interesse pubblico” nei due porti, considerati strategici per la nazione, ha dichiarato Juan Carlos Orillac, ministro alla Presidenza​. Inoltre, la Contraloría General (la corte dei conti panamense) stava già conducendo una verifica separata sulla concessione portuale di Hutchison – concessione rinnovata nel 2021 – per controllarne la regolarità​. Queste mosse indicano che Panama intende esercitare le proprie prerogative sovrane, pur non potendo bloccare facilmente la cessione visto che si tratta di un trasferimento di quote aziendali (ma potrebbe imporre condizioni o verifiche sulle concessioni pubbliche coinvolte).

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Alcuni attori economici locali vedono nella transazione anche opportunità positive. Il presidente del Consejo Empresarial Logístico (associazione dell’industria logistica) Daniel Isaza ha affermato che un nuovo investitore potrebbe portare espansione infrastrutturale nei porti​. Ha ricordato che l’amministrazione Hutchison in passato “si oppose alla costruzione di altri porti sul Pacifico e intentò cause legali che bloccarono il nuovo porto di Corozal”​.

Dunque un cambio di gestione potrebbe sbloccare investimenti, aumentando la capacità portuale del paese – elemento che Isaza giudica “positivo per il Paese”​. Questa prospettiva suggerisce che, al di là della dimensione geopolitica, per Panama l’interesse è assicurarsi che i nuovi proprietari migliorino l’efficienza e la competitività del sistema portuale locale.

Sul piano internazionale, la vicenda è osservata principalmente in chiave USA-Cina. Pechino ufficialmente non ha protestato, anche perché CK Hutchison è una società privata (di proprietà del tycoon di Hong Kong Li Ka-shing) e non un’azienda statale cinese. CK Hutchison stessa ha voluto rimarcare la propria autonomia dal governo cinese​. Ciò non toglie che a Pechino la cessione rappresenti una perdita di influenza indiretta nell’area del Canale.

Negli ultimi decenni la Cina ha investito in varie infrastrutture panamensi – ad esempio la costruzione del quarto ponte sul canale, affidata a ditte cinesi, o donazioni di tecnologie di sorveglianza Huawei/ZTE per progetti di “città sicura”​ – nel quadro di una crescente presenza economica in America Centrale. L’uscita di scena di Hutchison dai porti panamensi “dissipa timori immediati” di un punto d’appoggio cinese sul Canale​, secondo un’analisi del CSIS, think tank statunitense.

Ma gli analisti avvertono che permangono vulnerabilità: ad esempio, molte gru portuali a Balboa e Cristóbal sono fornite dal colosso cinese ZPMC e potrebbero avere sistemi digitali con backdoor per trasmettere dati a Pechino​. In altri termini, la mera sostituzione dell’operatore non rimuove tutta la tecnologia cinese installata nei terminal. L’ONU o altri organismi internazionali non sono intervenuti pubblicamente, trattandosi di una transazione privata. Tuttavia, l’episodio è simbolico della più ampia competizione geo-economica: da un lato gli USA che consolidano la loro sfera d’influenza nel “cortile di casa”, dall’altro la Cina che vede ridursi un’importante presenza commerciale all’estero.

Implicazioni geopolitiche

L’acquisizione dei porti di Balboa e Cristóbal da parte di investitori americani ha notevoli implicazioni geopolitiche, poiché riguarda il controllo indiretto di una delle rotte commerciali più importanti al mondo. Il Canale di Panama collega Atlantico e Pacifico ed è un choke point del commercio globale: nel 2024 circa 12.000 navi lo hanno attraversato, collegando 170 paesi, e oltre i 3/4 dei traffici riguardavano navi in partenza da o dirette verso gli Stati Uniti​. Garantirsi influenza sui porti agli ingressi del Canale significa per gli USA tutelare i propri interessi economici e strategici.

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Storicamente, gli Stati Uniti controllarono direttamente il Canale di Panama e la Zona del Canale per gran parte del XX secolo, fin dalla sua apertura nel 1914. Ciò terminò con i trattati Torrijos-Carter del 1977, che restituirono il canale a Panama il 31 dicembre 1999, pur sancendone la neutralità permanente (Panama deve assicurare il transito libero e neutrale a tutte le nazioni, e gli USA si riservarono il diritto di intervenire per garantire tale neutralità in caso di necessità)​.

Da allora, il Canale è gestito da Panama, e gli Stati Uniti hanno mantenuto un ruolo strategico soprattutto attraverso la cooperazione e il monitoraggio diplomatico. La vendita odierna non altera la sovranità panamense sul canale – che resta nelle mani dell’Autoridad del Canal de Panamá – ma riporta sotto influenza USA le infrastrutture portuali principali adiacenti al canale, seppur tramite società private e non con controllo governativo diretto.

Questo passaggio è visto come parte della competizione globale USA-Cina. Negli anni ‘90, la concessione dei porti panamensi a Hutchison Whampoa (precedente nome di CK Hutchison) suscitò critiche da parte di ambienti politici USA preoccupati per un’infiltrazione cinese nel Canale. Tali timori si sono acuiti nell’era della Belt and Road Initiative cinese, che ha portato aziende cinesi a investire in porti, canali e snodi logistici in tutto il mondo.

Funzionari e parlamentari statunitensi consideravano il controllo di Hutchison a Panama come un rischio per la sicurezza – ad esempio, temevano la possibilità di sabotaggi, spionaggio o influenza sulle operazioni del Canale​. Nel 2024 un rapporto congiunto di commissioni del Congresso USA ha evidenziato rischi di cyber-spionaggio tramite gru portuali cinesi installate a Balboa e Cristóbal​. Alla luce di ciò, estromettere un operatore percepito come legato alla Cina “scioglie” nell’immediato la preoccupazione di minacce occulte al Canale​. In altri termini, Washington considera ora quell’importantissimo snodo marittimo più sicuro da interferenze di potenze rivali. Il successo dell’operazione rafforza anche la posizione americana in America Centrale, mandando un segnale ad altri paesi della regione circa la volontà degli Stati Uniti di contrastare l’espansione cinese nelle infrastrutture critiche.

D’altra parte, questa vicenda mette in risalto la sensibilità della sovranità panamense. La narrativa di “riconquista” usata da Trump ha irritato Panama, riaprendo vecchie ferite storiche sulle ingerenze statunitensi. Il rischio geopolitico è che un trionfalismo americano eccessivo alimenti il nazionalismo locale o induca Panama a cercare un contrappeso (ad esempio avvicinandosi più alla Cina o ad altri partner) per evitare di tornare dipendente da Washington. Esperti del CSIS suggeriscono che, pur essendo questa cessione un “chiaro successo” per gli USA in termini di sicurezza, “non è un sostituto di un più ampio impegno con il governo panamense”​.

In pratica, per garantire la stabilità e la fedeltà di Panama, gli Stati Uniti dovranno probabilmente investire in maggiore cooperazione bilaterale – ad esempio sul piano della cybersicurezza, dello spionaggio e della condivisione di intelligence legate al Canale​. Inoltre, resta aperta la questione delle relazioni con l’Autorità del Canale di Panama: l’amministrazione Trump ha espresso il timore che Panama stia applicando pedaggi troppo elevati alle navi statunitensi, incluse quelle militari​. Ciò potrebbe diventare un punto di attrito separato dall’aspetto portuale.

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In sintesi, l’acquisizione dei porti di Balboa e Cristóbal da parte di BlackRock (e soci) consolida l’influenza USA su una via di comunicazione cruciale, allineandosi alla strategia di contenimento della Cina. Allo stesso tempo, enfatizza l’importanza di gestire con equilibrio i rapporti con Panama, per non trasformare un successo strategico in un boomerang diplomatico. Il Canale di Panama rimane panamense e neutrale, ma gli Stati Uniti – attraverso attori privati – hanno riconquistato una posizione privilegiata ai suoi ingressi, con potenziali benefici per la propria sicurezza e il proprio commercio internazionale.




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