Chieti ha la prima Pet Tac, gli esami da metà marzo – Il Nuovo Online

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Inaugurata ieri mattina la Pet Tac all’ospedale di Chieti, la prima installata all’interno della Medicina Nucleare. E la platea non poteva che essere quella delle grandi occasioni, vista l’importante acquisizione tecnologica, attesa da molti anni.

Le presenze. A fare gli onori di casa Gianluigi Martino, direttore dell’Unità operativa, che ha accolto il Direttore generale Mauro Palmieri, il Presidente della Giunta Regionale Marco Marsilio, l’Assessore alla Salute Nicoletta Verì, il Sindaco Diego Ferrara, l’Arcivescovo Bruno Forte, il Rettore Liborio Stuppia.

Gli interventi. Martino ha ricordato il lungo iter burocratico e il carteggio intercorso con la Regione per concretizzare questo investimento, caldeggiato da Marsilio e Verì che hanno anche contribuito fattivamente a individuare le fonti di finanziamento. I primi esami disponibili dal 17 marzo.

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Palmieri ha sottolineato l’efficacia del lavoro di squadra, e l’impegno di quanti hanno speso tempo ed energie per una realizzazione così importante, a partire dal predecessore Schael che ha curato atti e procedure. “Non possiamo ridurre l’innovazione a una sola questione tecnologica  – ha detto il Direttore – perché si nutre anche di collaborazione. Il progresso che celebriamo oggi è il risultato di un dialogo continuo tra ricercatori, clinici, ingegneri e istituzioni. Solo lavorando insieme possiamo trasformare le sfide in opportunità e assicurare ai pazienti le migliori cure possibili”.

L’Assessore Nicoletta Veri ha tenuto a sottolineare il lavoro fatto con le Direzioni Asl per eliminare la Pet su unità mobili, come quella che anche a Chieti era stata utilizzata per anni. Ha ringraziato, inoltre, le Associazioni, presenti numerose all’inaugurazione, per il prezioso supporto offerto in diversi campi, sia in termini di sensibilizzazione che di apporto concreto alle attività.

Il Presidente Marsilio ha messo in luce il lavoro silenzioso fatto a tutti i livelli per ridare slancio alla sanità abruzzese, a partire dal rinnovo delle tecnologie, un’operazione che colloca la regione tra le più avanzate d’Italia. Ma l’inaugurazione della Pet è stata anche occasione per dare alla nutrita e variegata platea un messaggio chiaro sulla questione dei lavori di riqualificazione e consolidamento al Corpo C dell’ospedale di Chieti, che nelle scorse settimane ha tenuto banco nella politica e sui media: “Invito tutti a tenere fuori le polemiche – ha ammonito con forza – faccio salva la buona fede e le ragioni di tutti ma dobbiamo andare avanti. Non sarà facile trovare una sintesi tra le opere e la continuità delle attività, ma è necessaria la collaborazione di tutti. Chi dovrà operare questa sintesi è probabile che qualche nemico se lo farà, ma si deve andare avanti. Faccio appello alla saggezza, al senso di responsabilità e alla capacità di tutti di trovare buone soluzioni, perché dobbiamo dare a questa città e a tutta la comunità un ospedale che funziona, efficiente e sicuro. E’ finito il tempo in cui non si faceva nulla di nuovo per non disturbare nessuno”.

La tecnologia. Acquistata per 3.2 milioni attraverso il Fondo per lo sviluppo e la coesione, l’United Imaging uMI 550 consente l’alta qualità dell’immagine in oncologia, cardiologia e scansione neurologica. Questo sistema utilizza il flusso di lavoro basato sull’intelligenza artificiale e la ricostruzione delle immagini in base ai dati totali del corpo. Com’è noto, la PET è un apparecchio che combina la sensibilità della Pet con la precisione anatomica della Tac, ed è diventata strumento fondamentale, specie in oncologia, nella diagnosi precoce, stadiazione e monitoraggio delle terapie, permettendo di personalizzare i trattamenti in base alle caratteristiche biologiche di ciascun paziente.  Per eseguire l’esame è necessario inoculare al paziente particolari radiofarmaci, di cui quello maggiormente utilizzato è uno zucchero radioattivo, l’F18-FDG,  perché la maggior  parte degli istotipi tumorali se ne  alimenta. Non ci sono controindicazioni e può essere eseguito su tutti i pazienti, nei bambini e anche in quelli allergici al mezzo di contrasto o con grave insufficienza  renale che non possono eseguire una TAC. La quantità di radiazioni assorbita dai pazienti che eseguono una PET è identica a quella di una TAC con mezzo di contrasto o inferiore,quando si utilizza una tecnologia di ultimissima generazione come quella di Chieti.

Utilizzo clinico. Grazie alle immagini di altissima qualità ottenute, l’apparecchio permette di ricavare informazioni accurate nei malati di cancro, nei pazienti neurologici con demenza, nei soggetti cardiopatici che hanno avuto un infarto. Ecco le possibilità di applicazione: in ambito oncologico per diagnosi precoce di nuove localizzazioni del tumore primitivo, indicazioni sulla  migliore strategia terapeutica e monitoraggio della risposta al trattamento, ricerca di tumori occulti con metastasi da lesione primitiva; in ambito neurologico è strumento prezioso per diagnosi precoce e accurata di malattie neurodegenerative, come Alzheimer, Parkinson, e varie forme di demenza; in ambito cardiologico, infine, viene impiegato nello studio della vitalità miocardica e in caso di endocarditi  e infezioni.

Al di là delle applicazioni cliniche, l’utilizzo della nuova tecnologia comporterà vantaggi in termini di riduzione dei tempi di attesa e di degenza, oltre che della mobilità passiva, senza trascurare il miglioramento dell’offerta delle prestazioni diagnostiche e la riduzione della radioesposizione dei pazienti grazie al tomografo che utilizza dosi ridotte di radiofarmaco.



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