Nasce lo Sportello di orientamento al Lavoro promosso dalla Diocesi di Viterbo, tramite il progetto Policoro, attivo 3 giorni a settimana all’interno del polo Caritas al Sacrario. Principale obiettivo è promuovere la cultura dell’occupabilità sostenendo i giovani nella ricerca del lavoro secondo i principi cristiani. A presentare lo Sportello lavoro ieri c’erano don Paolo Chico, vicario episcopale Polo Sociale, Jacopo Gianmatteo, direttore dell’Ufficio diocesano pastorale sociale e del lavoro; Luca Zoncheddu, direttore Caritas diocesana e i due giovani animatori di comunità del progetto Policoro Filippo Grassi e Francesco Zappa.
Tra i principali obiettivi c’è la costituzione di una rete etica che permetta l’incontro territoriale e, con il supporto delle parrocchie, metta in contatto chi cerca un’occupazione con le imprese, le associazioni di categoria e i servizi pubblici. La differenza con i centri per l’impiego parte dall’approccio: non semplicemente acquisire curriculum ma percorsi personalizzati per chi ricerca un lavoro, lo ha perso o desidera cambiarlo.
Il progetto è stato suddiviso in varie fasi: la prima ha analizzato il territorio e i servizi locali presenti, mediante il progetto Policoro, nella Diocesi di Viterbo. Ciò ha evidenziato che il tasso di disoccupazione di ragazzi tra i 18 e i 29 anni, nel 2023, nella Tuscia, ha raggiunto il 40,9%. Quindi la presa d’atto che, secondo l’indagine de Il Sole 24 Ore, la provincia di Viterbo è 75° in Italia per la qualità della vita.
Lo Sportello va ad agire sulla rivitalizzazione sociale ed economica, premessa all’occupazione. Possono rivolgersi ad esso anche chi è over 35 con percorsi chiaramente più specifici di ricerca del lavoro. Da gennaio a maggio 2024 sono state dettagliate le attività promosse dal progetto Policoro con lo Sportello che era già avviato, pur in forma ancora embrionale, e sono state fatte attività di promozione sociale come “Creo @ttività” e “Scuola per contadini”. Don Paolo Chico ha chiarito che «siamo contenti di annunciare l’apertura ufficiale dello Sportello di orientamento al lavoro, di cui ci stiamo facendo carico da quasi due anni dopo la rielaborazione della Curia. Sono state messe a lavorare insieme le pastorali, prima ogni ufficio andava per conto suo. Progetto Policoro affonda le sue radici nel 1995 quando è la Cei che, accogliendo istanza importante della mancanza del lavoro, inizia a valutare idee per creare posti di lavoro per i giovani. Si è creato questo progetto: oltre 4 mila posti di lavoro e 500 esperienze lavorative sono state create. Tutto questo ha un indirizzo specifico cristiano, non siamo un centro di collocamento ma di orientamento per la persona. Il nostro compito è di creare comunicazione tra realtà lavorative e richieste di lavoro».
Jacopo Giammatteo ha poi specificato che «lo sportello di orientamento al lavoro già era presente con altra modalità e coordinato dalla Caritas: a Tuscania hanno avviato attività lavorative da zero partecipando a bandi. Cerchiamo di dare il nostro contributo e rivolgerci su tre livelli diversi: alle persone, cercando di capire quali sono le loro attitudini e poi metterci in rete con le aziende per sottoscrivere un patto di solidarietà sociale non vincolante. Le aziende non si impegnano con la Diocesi a dare posti di lavoro ma c’è la visione identica di non produrre lavoro in nero e disparità sociale. Serve dare più stabilità possibile usando gli strumenti esistenti. Quindi il rapporto con le istituzioni, per esempio con l’università con progetti come il Job Day. Dedichiamo alle persone del tempo: i colloqui non si chiudono in mezz’ora ma c’è l’impegno a tornare e dirci quali sono le aspettative di chi seguiamo. Ci sono la promozione delle attitudini della singola persona e l’accompagnamento anche dopo avere trovato lavoro. Pubblicheremo gli elenchi delle aziende che si sono messe a disposizione e, ora, serve avviare la parte istituzionale». Luca Zoncheddu ha aggiunto che «oltre a queste aziende sono già attive alla Caritas relazioni con sindacati alla luce del lavoro con le aziende per l’agricoltura sociale: la Diocesi ha fatto 33 convenzioni. Oggi è un tempo difficile per le fragilità anche di tipo relazionale che pregiudicano tutte le altre competenze. Il tema dell’accompagnamento è fondamentale per la buona riuscita. Lavoriamo sui fronti delle fragilità: seguiamo 1.080 nuclei familiari con la Diocesi per il cibo, la casa e la filiera solidale contro lo spreco alimentare, la mensa diocesana fa 25 mila pasti all’anno. Quindi operiamo per il lavoro, l’educazione sulla povertà, la giustizia, la salute. Policoro rappresenta una spinta forte per creare sinergie con la comunità. Ci sono aree che a noi sfuggono del mondo del lavoro come il sommerso: servirebbe una mappatura». Referenti dello Sportello saranno parrocchie, istituti superiori , università, centri per l’impiego, servizi sociali comunali, enti di formazione e associazioni.
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