Liliana Resinovich soffocata e uccisa da una presa di Judo. La Superperizia

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Liliana Resinovich, la donna scomparsa a Trieste il 14 dicembre 2021 e ritrovata priva di vita il 5 gennaio 2022 all’interno di un’area boschiva nei pressi dell’ex ospedale psichiatrico provinciale della città, era stata considerata suicida fino ad oggi, come anche riportato dalla prima autopsia, indirizzando l’indagine verso una richiesta di archiviazione. Tuttavia, la recente super perizia condotta da un team di esperti guidato dall’anatomopatologa Cristina Cattaneo ribalta completamente questa versione: Liliana Resinovich è stata uccisa.

LE CAUSE DEL DECESSO: UNA MANOVRA DI SOFFOCAMENTO

Il documento di 240 pagine fornisce dettagli inediti e cruciali sulla dinamica dell’omicidio. Secondo gli specialisti, la causa della morte sarebbe riconducibile a una manovra di soffocamento esterna, nota come “chokehold” (shime-waza nello judo), un’azione violenta che ha comportato un movimento di iperflessione o iperflessione combinata con forze di rotazione del segmento cervico-toracico. In altre parole, la vittima sarebbe stata afferrata da dietro, con il braccio dell’aggressore stretto attorno al collo, limitando la sua capacità di respirare e causando una grave compressione.

A conferma di questa dinamica, gli esperti hanno riscontrato una frattura perimortale alla faccetta articolare superiore sinistra della vertebra toracica T2. La lesione, prodotta quando l’osso era ancora elastico, indica che il trauma è avvenuto poco prima o poco dopo il decesso.

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LE PROVE CHE ESCLUDONO IL SUICIDIO

Oltre alle cause fisiche della morte, vi sono altri elementi che rendono insostenibile l’ipotesi del suicidio. Innanzitutto, sul volto di Liliana sono state riscontrate lesioni multiple non solo sulla parte anteriore, ma anche sulle superfici laterali, sia a destra che a sinistra, oltre a traumi sulla mano destra. Complessivamente, la perizia evidenzia quattro diversi poli d’urto, con impatti distribuiti in zone distinte del corpo.

Gli esperti escludono categoricamente che tali ferite possano essere state causate da una semplice caduta accidentale. La dinamica ipotetica di una caduta rocambolesca, con ripetuti urti del viso contro una superficie, viene ritenuta altamente improbabile. Piuttosto, questi segni suggeriscono una colluttazione, con la vittima che ha tentato di divincolarsi dall’aggressore.

IL LUOGO DEL RITROVAMENTO E LE ANALISI SUL CORPO

Un altro elemento che rafforza la tesi dell’omicidio riguarda il luogo in cui il corpo è stato ritrovato. Liliana indossava gli stessi vestiti del giorno della scomparsa e, secondo l’analisi del contenuto gastrico, era deceduta poco dopo aver fatto colazione. I dati meteorologici, entomologici e botanici confermano che il corpo si trovava nella boscaglia fin dal momento del decesso, o che al massimo era stato posizionato lì poche ore dopo la morte, tra le sei e le dieci ore successive.

ORA NUOVA PROSPETTIVA SUL CASO

La relazione medico-legale di Cristina Cattaneo e del suo team smentisce quindi quanto affermato nella prima perizia del 2022, condotta dai dottori Fulvio Costantinides e Fabio Cavalli, che avevano attribuito la morte a un’asfissia da “plastic bag suffocation” – ovvero soffocamento con un sacchetto di plastica – senza evidenze di intervento di terzi. Tuttavia, questa teoria viene ora messa in discussione per diverse ragioni.

Normalmente, il suicidio con questa tecnica avviene tra uomini adulti affetti da depressione o malattie croniche, e di solito si accompagna all’assunzione di sostanze stupefacenti o farmaci, elementi completamente assenti nel caso di Liliana. Inoltre, nei suicidi di questo tipo non si riscontrano traumi e ferite compatibili con una colluttazione, al contrario di quanto rilevato sul corpo della donna.

Alla luce di questi nuovi sviluppi, il caso di Liliana Resinovich assume una prospettiva completamente diversa. Non si tratta di un suicidio, bensì di un omicidio avvenuto con una tecnica precisa e brutale. Le autorità giudiziarie dovranno ora valutare le nuove prove emerse e decidere come procedere nelle indagini per identificare il responsabile di questo efferato crimine.



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